Quest’anno abbiamo deciso di dividere le nostre degustazioni di Trento DOC (che per la prima volta ci hanno presentato quasi 90 etichette) in due categorie: millesimati e senza annata. L’abbiamo fatto per un motivo ben preciso, che vi diremo tra poco.
Il Trento Doc copre poco più del 10% della produzione di vino trentina. Se non consideriamo la DOC Trentino, che ha varie tipologie di vitigni al suo interno, il Trento DOC è la prima denominazione della provincia autonoma di Trento. E’ anche quella che è cresciuta di più in numeri, visto che è più che raddoppiata (superando i 93.000 ettolitri) negli ultimi 5 anni.
Questa bollicina occupa un posto importantissimo nel settore enoico trentino e il fatto di avere avuto in degustazione circa 90 vini ne è la dimostrazione lampante . In particolare avevamo 51 Trento Doc Millesimati e 38 senza annata. (comprendendo tutte le tipologie, rosé compresi) . Da questo si potrebbe capire che la maggior parte dei Trento Doc sia millesimato, ma in realtà tra i s.a. vi sono sicuramente meno etichette ma molte più bottiglie prodotte.
Per questo, se valutassimo solo i Trento Doc millesimati potremmo tranquillamente dire che siamo di fronte a vini di altissima qualità, che mostrano finezze e complessità di alto profilo. Se invece ci occupassimo dei non millesimati il discorso cambierebbe brutalmente e si parlerebbe di vini magari in diversi casi armonici e con perlage piuttosto fine, ma nella maggioranza dei casi non certo molto equilibrati, piuttosto scarichi al naso, di scarso peso al palato.
Considerate che il mondo Trento DOC è composto per 2/3 circa (un po’ meno per la verità) di non millesimati e capirete come la valutazione generale debba essere fatta dividendo nettamente i due mondi: il primo nell’empireo della produzione nazionale e non solo, il secondo in un purgatorio dal quale emergono non molti “ex dannati”.
A proposito di empireo, ci sembra giusto, una volta tanto, dare a Cesare, pardon a Giulio, quello che è di Giulio. In altre parole quando si parla di altissima qualità del Trento Doc bisogna tenere ben presente che sula vetta di questa montagna, tra le nuvole dei beati, si trovano praticamente sempre tutti gli spumanti Ferrari, che rappresentano un mondo (anche quantitativo) a parte in questa denominazione. Anche quest’anno su 10 vini top quattro sono di Ferrari, con il solito Giulio (2009) a guidare le danze.
Quindi il mondo del Trento Doc si divide almeno in tre gruppi: millesimati (di buona qualità e in buona crescita qualitativa) , senza annata (di qualità media e che non sembra destinata a crescere) e… Ferrari, di cui è inutile parlare ancora perché si rischia di ripetersi.
Per questo vi passo due dati per orientarvi: tra i millesimati oltre il 72% degli spumanti è sopra le 3 stelle, mentre tra i s.a. la percentuale scende drasticamente al 44%, considerando inoltre che tra i millesimati i Vini Top sono ben 9 e tra i senza annata solo 1.
Mondi diversi di cui bisogna tener conto se si vuole capire dove sta andando veramente il Trento Doc.A questo punto non vi resta che andare a dare un’occhiata alle nostre degustazione, dove sicuramente troverete “bollicine per i vostri denti”.
Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.
