Anteprime toscane…e poi?6 min read

Rientrato dal funambolico tour delle Anteprime Toscane!

 

Qualche giorno per sedimentare l’esperienza e guardare con occhio e corpo più riposato l’evento vinicolo toscano più importante e in Italia certamente secondo solo a Vinitaly.

 

Si inizia sabato 11 febbraio, alla Fortezza da Basso a Firenze, con il primo giorno dedicato ai “Consorzi più piccoli” quali Montecucco, Carmignano, Elba, Maremma, Valdarno etc etc per poi passare il giorno successivo al Chianti delle varie zone (Rufina, Colline Pisane, Colli Aretini, Montespertoli etc etc…leggi articolo…). Il lunedì e il martedì sono all’insegna del Chianti Classico, il mercoledì la carovana lascia Firenze alla volta di San Gimignano per la Vernaccia, il giovedì arriviamo a Montepulciano per il Nobile e si finisce la settimana a Montalcino con il Brunello.

 

Sono lontanissimi ormai gli anni in cui si faceva solo “Chianti, Nobile e Brunello” (fine anni 90) e tutto si liquidava in 3 o 4 giorni al massimo: oggi sono otto giorni intensi. Otto giorni di banchi d’assaggio, di cene di gala  più o meno distruttive, di conversazioni con i produttori, di conferenze e presentazioni.

 

Molti amici appassionati e colleghi ci invidiano un po’ ma, a seconda di come si vogliono vivere, questi giorni possono diventare davvero duri, soprattutto per chi sceglie di assaggiare il numero più alto possibile di vini. 

 

D’altronde siamo li per quello, per dare un’idea a chi ci legge di cosa sta per arrivare sul mercato, di cosa li aspetterà sugli scaffali delle enoteche o nelle carte dei vini dei ristoranti e per ricordargli i tratti fondamentali di alcuni tra i più interessanti vini d’Italia. Ognuno per il suo orticello, la sua rivista, il suo blog il suo sito etc.

A questo evento si deve aggiungerne un altro molto interessante, Buy Wine, che permette a tantissime cantine toscane di trovare il giusto canale per esportare i vini all’estero.  Anticipa le Anteprime di due  giorni e quest’anno ha visto sedersi ai tavoli 210 buyer internazionali in cerca di vini toscani.

 

 

Il percepito della stampa internazionale

 

Volendo fare un articolo complessivo sulle anteprime, la loro evoluzione e la loro efficacia ho pensato di cominciare con la conferenza stampa di partenza, nella quale si presentavano i risultati sul “percepito dei vini toscani da parte della stampa internazionale”, dunque argomento perfetto per capire se le anteprime funzionano o meno.

 

Dopo i primi convenevoli e saluti di rito, il dibattito è sceso nel più banale dei proclami trionfalistici dedicato al primato quantitativo dei vini italiani su quelli francesi (abbiamo il primato quantitativo ma…vogliamo parlare del valore medio al litro di un vino francese rispetto ad uno italiano?).

Agghiacciante inoltre l’affermazione che  “il 68% dei vigneti toscani ha un’età minore ai vent’anni e di questi quasi la metà (17 mila ha) sono più giovani di dieci anni”, non c’è proprio che farsene un bel vanto dopo tutti i proclami sulla ricerca della qualità assoluta.

Non è finità lì: ecco una ricerca esposta dal massmediologo Klaus Davi riguardante quante volte i termini legati al vino italiano e toscano apparivano sulle pagine dei giornali o nel parlato dei vip del mondo:  a quel punto sembrava di assistere ad un programma di gossip nazionalpopolare e l’imbarazzo tra i colleghi italiani nei confronti di quelli esteri è salito alle stelle.

 

Archiviata la delusione per il dibattito ho cercato di riflettere, di sentire a pelle, di chiedere e parlare con i vari protagonisti di questo evento per capire se veramente un’anteprima funziona o meno.

 

L’idea che mi sono fatto è che le Anteprime Toscane probabilmente funzionano davvero.

 

La presenza di stampa (richieste sempre in aumento) proveniente da ogni angolo del mondo ha contribuito indubbiamente ad accrescere la popolarità dei vini che esse promuovono.

E’ un processo lento ma virtuoso, un riflettore che si accende una volta all’anno sulla Toscana e non solo sui suoi vini, perché alla fine promuovere un vino significa principalmente promuovere il territorio da cui esso proviene. 

 

La Toscana, con la sua altissima vocazione turistica, questo lo ha capito da tempo ed ha compreso anche che ogni bottiglia di vino toscano aperta in giro per il mondo è una cartolina ricca di suggestioni, ricordi ed emozioni che richiamano quella terra e inducono a ritornarci o a farle visita almeno per una volta.

 

Funzionano talmente bene che hanno indotto zone geografiche limitrofe ad agganciare i loro eventi in coda alle anteprime come la Romagna e Montefalco, con la speranza di intercettare ancora qualche giornalista non pago delle fatiche appena compiute.

 

Ma c’è di più, le anteprime stanno portando un indotto notevole anche nei territori che toccano, soprattutto da parte del pubblico degli appassionati che approfittano dell’evento per fermarsi in zona, pernottando e andando a visitare cantine e ristoranti. 

 

Per la stampa il discorso è diverso, la volontà da parte dei produttori di Montalcino e Montepulciano di vedere sul proprio territorio i giornalisti, per me cozza con le esigenze stesse dei giornalisti di avere più tempo per assaggiare e contattare produttori senza perdere tempo in lunghe trasferte.

 

L’ottimo per noi sarebbe rimanere fissi in un punto (la Leopolda offre le condizioni migliori a questo proposito) ad assaggiare e giudicare i vini e poi lasciare libera scelta a noi stessi di quali territori e cantine visitare nei modi e tempi concordati con l’organizzazione…ma questa è un’altra storia o forse è solo un sogno.

 

E nel resto d’Italia?  Negli ultimi 10 anni si sono moltiplicate le iniziative volte ad approfondire il territorio con un evento organizzato, per la stampa specializzata soprattutto. Alcune hanno esaurito la propria spinta propulsiva, altre sono rimaste asfittiche fin dalla prima edizione, altre ancora sono state soffocate dalla propria esclusività rimanendo praticamente tagliate fuori dalla stampa nazionale e mondiale e altre hanno subito un pesante ridimensionamento proprio nel momento in cui sembravano lanciate al grande passo con la stampa internazionale, leggi anteprima del Bardolino e Chiaretto.

 

Dunque nessuna iniziativa è stata capace di evolversi ed ingrandirsi organicamente come il sistema Toscana, sfruttandone al massimo il potenziale che al momento appare non ancora esaurito.

 

Tante altre “Anteprime Toscane” non sarebbero probabilmente possibili da sopportare per noi irriducibili, ma credo farebbero certamente bene a molti territori dal potenziale mediatico ancora totalmente inespresso.

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


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