Anteprima Chiaretto 2021, ovvero L’anteprima che non c’è… stata4 min read

Di certo non passerà inosservata questa edizione 2021 e anche se qualcuno se ne ricorderà come un’esperienza da non ripetere, non si dovrà correre il rischio di “buttare il neonato con l’acqua sporca”.

Dico così perché rispetto al bagno di folla e produttori a cui eravamo abituati gli scorsi anni, quest’anno l’anteprima si è svolta stando a casa: un corriere ha recapitato due scatole con 25 “vignon” (mignon da 5 cl), dunque cinquanta bottigline di campionatura e del materiale documentario per orientarsi meglio nell’assaggio.

Un seminario on-line per la stampa ha completato il quadro per una degustazione più consapevole.

A parte questa modalità di cui parlerò alla fine, c’è da segnalare una cosa molto  importante. Il 12 aprile è avvenuta la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di una modifica del disciplinare del Bardolino: da quella data il Bardolino Chiaretto si chiama Chiaretto di Bardolino. Normalmente invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia e in effetti per adesso è così, ma il cambio di nome determina anche un cambio di passo di questa tipologia, andandosi ad agganciare ancora più decisamente al suo territorio.

Inoltre nel disciplinare è stata aggiunta la parola “chiaro” al colore “rosa” per costringere ancora di più la denominazione ad incanalarsi verso un punto di colore il più uniforme possibile. Questo a coronamento di quella “Rosé Revolution” (metti il link all’articolo?) iniziata nel 2014 che ha accompagnato la crescita di tutta la filiera di questo vino.

L’ultima modifica di rilievo è l’aumento della percentuale di Corvina: si potrà arrivare ad avere fino al 95% di questo vitigno in una bottiglia di Chiaretto. I “meriti acquisiti sul campo” dalla Corvina sono evidenti a partire dal suo apporto aromatico e di eleganza.

L’annata 2020

Climaticamente è stata un’annata regolare, quasi fresca rispetto alle ultime, che ha consentito un perfetto svolgimento di tutte le fasi biologiche della vigna e dell’uva.

La degustazione

Due cose che si notano e che hanno reso questa degustazione particolarmente interessante è l’alto numero di campioni (siamo arrivati a cinquanta) e la presentazione in assaggio di vini di annata diversa dall’ultima: due 2019 e un 2018. Questo a testimonianza di una crescita della denominazione. Inoltre non sono poche ormai le cantine che producono il Chiaretto in più versioni (vigna, selezione…).

Rimandando un commento più puntuale agli assaggi che faremo più avanti, posso dire che quasi la metà dei campioni hanno ricevuto una prima impressione soddisfacente. I colori, tranne qualche raro caso sono piuttosto uniformi; pochissimi i vini con problemi ed in generale una buona tenuta gustativa che fa di questo vino un brillante esempio di facile abbinabilità alle diverse situazioni gastronomiche.

Dunque nel complesso una buona annata che non presenta particolari criticità e che farà felici chi ama il genere. E sono sempre di più nel mondo gli amanti di questo vino, compresa l’Italia. Se nel 2009 le bottiglie di Chiaretto erano 4,5 milioni e il Bardolino era a 20 milioni di bottiglie, oggi le quantità di Chiaretto di Bardolino si sono più che raddoppiate arrivando a 10 milioni di bottiglie, mentre il Bardolino oggi è sceso non di poco.

Le Vignon

Benché in un primo momento possa sembrare un po’ spiazzante disporre sul tavolo un piccolo esercito di bottigline di vetro, quando il vino si presenta nel bicchiere ci si dimentica quasi della modalità e ci si concentra solo sul vino che, per quanto mi riguarda, rimane fragrante e probabilmente integro rispetto alla bottiglia normale.

Pensandoci bene, questa modalità di assaggio, per un’anteprima, non è proprio male. Consapevole del fatto che l’apertura della bottiglia normale, per essere suddivisa tra tante sue piccole repliche, rappresenta un momento critico e delicato, devo ammettere che il risultato finale è stato convincente.

Non nascondo una certa nostalgia nel fare l’assaggio “in presenza”, ma se poi penso alle condizioni in cui questa volta ho assaggiato (senza tempi di attesa, in totale tranquillità, scegliendo i tempi giusti e senza sottopormi ad un lungo trasferimento) beh un pensierino ce lo rifarei se mi fosse riproposto.

Ovviamente quando assaggeremo per la guida sarà necessario che i vini sgorghino direttamente dalla bottiglia originale, per fugare ogni dubbio su eventuali compromissioni del prodotto avvenute nel travaso dalla bottiglia alle piccole mignon.

Ma c’è di più: questa modalità ha un grande potenziale che alcune cantine hanno già cominciato a sfruttare per la richiesta continua di campioni che ricevono continuamente da ogni dove. In quest’ottica ho potuto assaggiare i vini di varie cantine, da Germania, Austria e Francia, ordinati semplicemente con un click.

Se penso a quali costi avrei dovuto sottopormi per fare quegli assaggi in presenza direi che il gioco vale assolutamente la candela. La possibilità per una cantina di poter spedire facilmente i suoi campioni a molte più persone contenendo i costi, e la possibilità per un professionista di assaggiare vini altrimenti difficili da “raggiungere” pone questo sistema come la perfetta soluzione al problema.

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


LEGGI ANCHE