Anteprima Bardolino 2014….e Salento5 min read

Si è appena conclusa l’edizione 2015 dell’anteprima dedicata ai vini che si affacciano sulla sponda est del Lago di Garda, che chiude ancora una volta i battenti con un risultato di pubblico e di stampa sempre più importante.

 

L’evento ormai si colloca a buon diritto nel circuito delle anteprime più classiche e si caratterizza tecnicamente per essere l’anteprima con la più alta percentuale di vini imbottigliati della vendemmia appena conclusa, dunque quest’anno il 2014.

 

Un 2014 che ha segnato sicuramente una tappa fondamentale negli sforzi di ogni produttore, mettendoli a durissima prova con un andamento climatico pessimo. Un’estate fredda e piovosa con una sensibile riduzione delle ore di insolazione. Una situazione tale da fare intervenire la regione Veneto per autorizzare i produttori ad andare in deroga ai limiti di grado zuccherini dei disciplinari del Bardolino e del Chiaretto. Un evento talmente eccezionale che basta citare questi due dati: nel mese di Luglio 2014,  sono caduti più di 200 mm di pioggia contro una media mensile degli ultimi 20 anni di 60mm; 16 giorni piovosi contro una media di 6.

 

Dunque la curiosità di poter assaggiare un nutrito numero di vini già in bottiglia targati 2014 era tanta.

 

Andiamo per ordine o quasi…

 

Bardolino Chiaretto Spumante: ci ho provato ancora una volta…per poi sbattere nuovamente il grugno su una denominazione che non riesce ad esprimere una vera a propria identità e che, salvo rari casi si è lasciata trascinare verso il basso della scala qualitativa. Si ha la sensazione che i produttori continuino a produrlo solo perché i bar del lago lo chiedono. Le difficoltà di questo vino si sono amplificate in un’annata così estrema: diluiti, acidità estreme ed a fare da contrappeso un residuo zuccherino mai amalgamato, tale da rendere questi vini troppo spesso vuoti nel momento centrale del loro assaggio e fastidiosi nel loro finale quando acidità e zucchero escono in modo completamente slegati. Venticinque campioni assaggiati e solo cinque hanno ottenuto una convinta sufficienza.

 

Bardolino 2014: la realtà ha superato le aspettative; mi aspettavo una nutrita schiera di vini imbevibili per le ragioni di cui sopra ed invece sono rimasto piacevolmente sorpreso da una tenuta sul campo del comparto. Ovviamente vini dal corpo più esile e diluito del solito ma allo stesso tempo dai profumi più eleganti e complessi. La Corvina è uscita prepotentemente e i migliori assaggi sono arrivati dalla zona classica. Quaranta campioni assaggiati di cui tredici buoni: annata rispettata ma anche salvata.

 

Bardolino Chiaretto 2014: ho lasciato per ultima questa tipologia perché merita un ragionamento più articolato. Qua la curiosità era molta, nessuna aspettativa perché davvero non sapevo come si sarebbero mossi i produttori in tale annata e la sorpresa è stata grande fin da subito…..già i primi sei campioni promettevano bene in tutti i loro comparti: colori molto omogenei, spettro olfattivo tipico e pulito, palato ben bilanciato con ovvia acidità in evidenza e coerente diluizione finale. Un vino di questa tipologia non ha bisogno di un corpo eccezionale ma di profumi accattivanti e acidità taglienti; questo è proprio quello che l’annata ha donato. Il colore merita un capitolo a parte: negli scorsi anni mi sono lamentato spesso per la grande variabilità che andava dal rosa fuxia shocking al buccia di cipolla dorata; uno spettro troppo ampio per un vino che fa del colore un vanto.

Ma quest’anno è nato un nuovo progetto che arriverà a compimento con l’introduzione di un vincolo ben preciso di tonalità cromatica, a cui tutti i chiaretto dovranno uniformarsi. Ad ogni produttore è stato chiesto di produrre un Chiaretto con un colore il più possibile vicino a quello scelto per il Chiaretto del futuro, lo potremmo definire un rosa pallido molto elegante. Dalla vista dei campioni si può dire che i produttori hanno risposto compatti, la gamma di colori è stata rispettata, salvo eccezioni, ed è un piacere vedere il lavoro di squadra di una cinquantina di cantine che avvertono l’importanza della compattezza, che deve arrivare come messaggio al consumatore finale.

 

Sul colore però almeno un paio di dubbi rimangono. Il primo deriva dall’andamento climatico: in un’annata così particolare forse i produttori sono stati avvantaggiati ed è stato facile convincere anche chi non era d’accordo visto che….. non si sarebbe potuto produrre diversamente. Il secondo riguarda l’aspetto tecnologico: quanto un produttore dovrà snaturare l’identità di un vino o di un territorio per ottemperare ad un vincolo estremamente puntuale da rispettare? Le annate future ci aiuteranno a capirlo meglio.

 

 

Ma le peculiarità dell’Anteprima 2015 a Lazise non finiscono qua, quest’anno ha tirato fuori dal cilindro magico un’interessantissima collaborazione con un’associazione di produttori del Salento: DeGusto Salento.

Associazione che “unisce sinergicamente le aziende vitivinicole produttrici di Negroamaro con l’obiettivo anche di diffondere le potenzialità del vitigno, i suoi prodotti e, di conseguenza, il Salento”, così come cita la pagina del sito ufficiale. L’abbinamento è stato quanto mai azzeccato vista la grande vocazione ai rosati di quella terra, anzi, certamente la prima zona italiana che ha curato in maniera particolare e promosso questa tipologia.

 

Dunque in degustazione anche 16 rosati quasi tutti 2014:  ho apprezzato molto la diversa matrice sia di vitigno che geografica e si evidenzia la maggior complessità di questi rosati, che hanno bisogno certamente di più tempo per esprimersi e distendersi, infatti tra i migliori sono finiti tutti i 2013 presentati.

 

Certamente un’idea molto interessante questo gemellaggio a cui auguro un promettente futuro.

 

 

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


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