Alcol e incidenti. E se provassimo con gli Schumacher del vino?4 min read

Caro signor Ministro dei Trasporti, quello che Le scrive è un serio candidato ad andare in galera. Le dico anche la motivazione: guida in stato di ebbrezza!
Pur non avendo mai preso una sbornia in vita mia sono praticamente sicuro che qualche volta mi fermeranno, mi sottoporranno alla prova del palloncino e, trovandomi fuori dai limiti, accadrà quello che la legge prevede. C’è una cosa strana però: oltre a non avere mai preso una sbornia in vita mia non sono nemmeno quello che si può definire un bevitore incallito. Durante i pasti posso arrivare a bermi due bicchieri di vino e non bevo mai fuori dagli orari del pranzo e della cena. “Allora – potrebbe dire Lei – da dove Le deriva la certezza di superare i parametri alcolici ammessi dalla legge?
Il fatto è, caro Signor Ministro, che faccio un lavoro strano: il giornalista-degustatore di  vini. Una buona parte del mio lavoro consiste nel degustare centinaia di vini per poi parlarne su questo stesso giornale o su altre testate. Le leggo un sorrisino all’angolo della bocca, lo stesso che trovo spesso nelle persone a cui spiego il mio lavoro. Voglio però precisare che un degustatore professionista
( mi ritengo tale) sputa sempre il vino. In una giornata io, ma anche tutti i miei colleghi, possiamo arrivare a degustare oltre 100 vini, ma si da il caso che gli organi sensoriali non esistono nel cavo orale o nello stomaco. Per questo è inutile e controproducente ingoiare il vino degustato. Inoltre Se non li sputassimo tutti…….. saremmo morti da tempo.
Nella mia stessa situazione si trovano molti colleghi, tanti sommeliers professionisti ed un numero imprecisato di enologi e enotecnici.
Adesso lei si chiederà “Ma questo cosa vuole? Non penserà mica che si possa creare un tesserino speciale per queste categorie. Già mi sento i commenti dei giornali. La tessera salva-alcol o peggio ancora”.
Non voglio  arrivare a tanto, vorrei soltanto che lei seguisse il mio ragionamento. Per un incidente stradale dove sono coinvolte persone che hanno bevuto troppo occorrono almeno due cose: le suddette persone e dei mezzi di locomozione (auto, moto, camion etc). Lei penso sappia che in Italia non esiste un veicolo (a parte i cinquantini…prima di essere truccati) che entra in commercio in regola con i limiti di velocità imposti dal codice. (Ho gia parlato di questo in Alcol e incidenti stradali) In altre parole gli italiani hanno una patente per arrivare a 130 all’ora ma usano mezzi che vanno, con l’avvallo anche del Governo, molto più veloci. Un po’ come se con il porto d’armi si potessero comprare anche mitra, bazooka, missili terra aria e via di seguito.
Inutile sottolineare che gli incidenti stradali avvengono anche quando le persone sono perfettamente sobrie: non per niente esistono  molte forme di prevenzione che possono essere raccolte nel termine “educazione stradale” ( o educazione e basta). Queste cercano di far capire quali pericoli si corrano usando in maniera scriteriata o disattenta auto e moto. Una parte di questa educazione credo passi, neanche tanto per assurdo anche dal suo opposto, cioè le gare di veicoli a motore. Personaggi come Schumacher o Valentino Rossi, persone che rischiano la vita ad ogni curva (esempio non certo edificante) vengono viste come messaggio positivo perchè invitano ad emulare le loro gesta solo in pista, con tanto di casco, tuta etc.
Nel mondo dell’alcol (del vino in particolare) questo non esiste! Passano solo messaggi che parlano di alcol cattivo, mai niente che faccia capire che esiste un modo intelligente di avvicinarsi agli alcolici, che mostri  la grande storia e cultura che sta dietro al bere un buon bicchiere di vino. Dei “piloti del vino” potrebbero invece dare l’esempio e spiegare di come il vino sia molto più buono se degustato e non bevuto a garganella..
Allora io le dico: in Italia esistono molti Schumacher del vino, persone che lo conoscono e lo possono far conoscere sotto la forma migliore, personaggi che potrebbero educare alla degustazione, che non è altro che conoscenza, valutazione ed equilibrio di giudizio. Chi passa attraverso questa scuola conosce e riconosce il bene ed il male in un bicchiere di vino, come Rossi vede da lontano pregi e difetti di  una curva, di una pista,  o di una qualsiasi moto.
Questi Schumacher, questi Valentino rischiano però ogni giorno di essere scambiati per degli avvinazzati, dei beoni: esempi negativi quando potrebbero essere l’opposto con soddisfazione di tutti.
Li usi signor Ministro, faccia un gesto coraggioso e controcorrente, permetta che storia, tecnica e cultura enoica possano salvare delle vite. Reprimere non è mai servito (pensi al proibizionismo), educare invece potrebbe essere più difficile ma  molto più proficuo.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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