Al Carnevale (di Viareggio) ogni vino vale?3 min read

Che il carnevale sia legato da sempre a grandi libagioni, a eccessi di ogni genere e in particolare a qualche bicchiere in più è cosa risaputa e il Carnevale di Viareggio, alla vigilia dei suoi 150 anni di storia, non fa certo eccezione. Non a caso c’è un certo fil rouge tra le celebrazioni  carnacialesche e i baccanali e pure la prima festa rionale in notturna, nata proprio nel rione darsena, nel cuore del porto di Viareggio più di quaranta anni fa si chiamava “baccanale”.


E la grande tradizione popolare musicale viareggina, seconda per numero di brani solo a quella napoletana, ne è testimonianza, a partire dalla canzone ufficiale del 1921, “Il Carnevale a Viareggio”, più famosa come “Su la coppa di champagne”, diventata poi l’inno ufficiale,  che in una strofa recita:
su la coppa di champagne non c’è più tristezza al mondo, tracanniamo il vino biondo alla gioia del carneval… Passa un’ora di débauche, bionde e brune è la vostr’ora, date baci e baci ancora per la gioia del carneval”.
Per proseguire con una canzone del 1924 il cui titolo è già esplicito: “Risveglio dopo l’orgia”, che racconta di come si possa svegliare al mattino un giovanotto dopo aver partecipato ad un veglione mascherato durante il quale si è dimenticato tutti i problemi e, grazie a qualche bicchiere di troppo, pure i creditori.  Del veglione non ricorda praticamente niente, compreso quello che ha bevuto e mangiato e dovrebbe pagare, e nemmeno tutte  le fanciulle che ha concupito:
“Andasti oh giovinastro al gran veglione, al braccio ti abbiam visto di una bionda, mentre palpavi l’anca sua rotonda” … “Le bottiglie del buon vino, il cognac ed il poncino, il ripieno del panino te li sei scordati già? Li mangiasti alla Morina di tordelli una dozzina si lamenta poverina oh chi mai li pagherà?”“Ti sogni e ti par d’esser all’inferno, portato al volo da tremendi draghi, e invece sei nel crudo dell’inverno, e i creditori aspettan che tu paghi”.“Caramelle, gianduiotti, pasticcini e gran confetti, se doman tu ci rifletti chi li paga non si sa.
Lo champagne nei palchetti, i coriandoli a gran getti, le valanghe dei sorbetti, te li sei scordati già?-“Con tutte le cocotte tu danzasti, sepolto un neo scopristi sotto il seno al pagliaccetto rosa che portasti nel salottino verde al pianterreno”.

Ma si sa, a carnevale tutto (o quasi) era ed è concesso. Almeno per un breve periodo non ci sono, o comunque sotto le maschere non si vedono, le differenze sociali, si cerca di dimenticare i problemi proprio come recitano alcune strofe di “Baccanale scapigliato”, canzone ufficiale del carnevale 1925:
“…diamo al libeccio pensieri e noia, la vita e bella la vita è gioia” ”fugge ogni male torna il piacer, viva Viareggio, viva l’amor” … “al vago fremito del mare azzurro, sognare amare altro non v’è. Beviam, brindiam, al carnevale” … “davanti al principe dell’allegria, siam tutti uguali” … “la contessina e la sartina, il marinaio e il gran signor” … “siam tutti uguali, tutti d’un cor, oh viareggino alto il bicchiere, pensa al tuo principe al carneval” … “danza, suona, salta, gira, brinda, trinca, campa e godi, anima allegra canta giuliva, evviva il carneval”

Tutti peccati che si commettevano ben sapendo che in fondo erano peccati veniali e comunque sarebbero stati poi “scontati” con le penitenze della quaresima ed infatti un’altra canzone del 1924 diceva:
“Pizzichi, baci, carezze, morsotti, son dell’amore intingoli ghiotti, prenderne un poco che male sarà? Poi la quaresima ci purgherà, ci purgherà, ci purgherà, ci purgherà!”

E allora, mentre a Viareggio, a quaresima iniziata, il carnevale ha dato l’ultimo colpo di coda, dopo che la bandiera Burlamacca, simbolo del carnevale, è stata ammainata recitando la frase “Carnevale muore, viva Carnevale”, anche se è un periodo difficile, anzi, proprio perché lo è, cerchiamo di continuare a dare al libeccio pensieri e noia, perché malgrado tutto la vita è bella, la vita è gioia.

Tiziana Baldassarri nelle vesti di Burlamacco.

Quindi  alziamo una coppa di champagne e continuiamo a tracannare il vino biondo alla gioia non solo del carnevale, ormai finito, ma della vita. E se poi è un calice di vino rosso, va bene lo stesso! 

 

Tiziana Baldassarri

Ho due grandi passioni: il mare ed il vino. La prima mi fa vivere, la seconda gioire. Dopo il diploma di aspirante al comando di navi mercantili ho lavorato nella nautica sia in terra che in mare per poi approdare a scuola, dove sono assistente tecnico mentre dopo il diploma di sommelier ho partecipato attivamente alla vita di FISAR  facendo servizi, curandone i corsi come direttore e ricoprendo cariche istituzionali.

Ma la sublimazione assoluta della passione enologica è arrivata con l’arruolamento nell’esercito di winesurf dove degusto divertendomi  e mi diverto degustando, condividendo sia con gli altri “surfisti” sia con coloro che ci seguono, le onde emozionali del piacere sensoriale.


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