A VinoVip senza giacca e cravatta4 min read

VinoVip è l’evento biennale nato da un’idea di Pino Khail, il padre fondatore della rivista decana di tutte le riviste italiane di enologia: Civiltà del Bere.

 

Pino Khail è scomparso 3 anni fa, le redini della rivista e dunque di VinoVip Cortina sono passate al nipote Alessandro Torcoli.

 

Vino Vip si propone come momento di incontro e di riflessione tra alcune della cantine italiane più classiche, quelle che hanno fatto la storia e il mercato degli ultimi venti/trent’anni, la stampa, gli operatori e il pubblico.

 

E’ il salotto buono del panorama enologico italiano;  paludato ma anche un po’ ingessato, un po’ decadente ma che non smette mai di passare di moda….perché fuori dalle mode, ed è perfetto che sia organizzato dalla rivista che non è mai stata di moda ma ha resistito a tutti i venti dal 1970 in poi.

 

Da questo punto di vista è sintomatico che venga organizzata a Cortina d’Ampezzo:  con i suoi alberghi dall’arredamento cristallizzato agli anni 60 (compreso le ragnatele e le crepe), ma dove basta volgere lo sguardo al cielo e vedere quelle sontuose Dolomiti che la circondano e  per capire che anche e soprattutto lei non passerà mai di moda e/o non sarà mai di moda, ma sarà sempre la numero uno fino a che quelle montagne le faranno da corona.

 

VinoVip 2015 è stata un’edizione speciale perché era la decima. Nata come una semplice esposizione biennale di cantine e vini ad alta quota, si è con il tempo evoluta e trasformata in un contenitore sempre più complesso e articolato in più giorni.

 

Quest’anno l’evento si è tenuto dall’11 al 13 luglio e si è sviluppato attraverso una serie di manifestazioni anche molto diverse tra di loro.

 

I due appuntamenti più suggestivi sono stati certamente le degustazioni di alta quota. La prima sulle Tofane a Col Druscié (m.1778 slm) e Ra Valles (m. 2470 slm), un wine tasting dedicato all’annata 1997 (anno di nascita di Vino Vip):  la seconda al Rifugio Faloria a  2170 metri che ha chiuso la manifestazione. Qua le 55 cantine coinvolte si sono ritrovate per l’ultimo walk-around tasting  tra nuvole e  paesaggi mozzafiato.

 

A corollario di questi due principali appuntamenti il programma ha previsto una degustazione di vini internazionali provenienti  dalle cantine invitate, sia fossero da esse importati e distribuiti, sia fossero di proprietà delle stesse cantine.

 

Da apprezzare il taglio internazionale dato da Alessandro Torcoli (studente dell’Institute of Master of Wine), declinato in 3 diversi appuntamenti, due seri e uno faceto: la spiegazione del Wine & Spirits Education Trust, (la scuola enologica più diffusa al mondo che apre anche in Italia i suoi corsi attraverso la Wine Academy Italia) e la Masterclass “How to taste as a Master” dove il Master of Wine Andreas Wickhoff ha spiegato la figura del MW e la terminologia di degustazione dell’Istituto. Al termine, una piacevolissima blind tasting competition di 6 vini per simulare il ben più complesso e difficile esame per l’accesso al titolo di Master of Wine.

Finalmente uno squarcio sul misterioso e magico mondo dei Masters of Wine. Venti anni fa, all’epoca del mio corso presso “The Institute” non avrei mai pensato che un movimento, un’associazione, un titolo di tale rilevanza e portata mondiale sarebbe rimasto ancora per così tanti anni quasi completamente ignorato dal mondo enologico nazionale.

 

Tutto questo condito da cene di gala, aperitivi, riconoscimenti alla carriera, ricchi premi e cottillons. E poi il momento Vippissimo, il talk show condotto da Bruno Vespa che ha ripercorso, insieme ai volti noti dell’enologia italiana, da Piero Antinori in poi, venti anni di questo mondo: chi siamo, dove siamo, dove andiamo etc etc.

 

Partito con un po’ di sospetto per l’altisonanza dell’evento e un po’ di disagio per la mancanza di giacca e cravatta nel mio armadio, VinoVip mi è piaciuto: interessante e veloce, con poche pause ed attese; scorrevole e stimolante. Ancora adesso non ho capito se era aperto anche al pubblico o agli operatori; se così è stato certamente andrebbe incrementata questa sua naturale vocazione.

Da ultimo  auspico un  coinvolgimento maggiore del centro storico di Cortina, che abbiamo troppo spesso visto da lontano o dall’alto.

 

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


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