Non per i piccoli e meravigliosi dipinti su rame dal Vanvitelli (quello della Reggia di Caserta…) o del busto di Urbano VIII del Bernini o di altre opere d’arte da restare a bocca aperta che la cena a Palazzo Corsini di qualche giorno fa ha assunto caratteristiche particolari, bensì per una coesione intelligente e positiva tra vini DOCG, DOC e IGT.

Del resto quando il Consorzio Toscana IGT, che ad oggi raccoglie già più di un migliaio di aziende, riceve l’onere e l’onore di affiancare i Grandi Cru della Costa Toscana, al cui interno si trovano aziende di altissimo profilo che producono vini sia vini IGT, che DOC e DOCG, ti ritrovi un attimo benevolmente spiazzato.
Infatti che cosa unisce, per esempio, il Colli di Luni Vermentino DOC Fosso di Corsano al Bolgheri Superiore DOC del Castello di Bolgheri? Qual è il punto di contatto tra il Toscana IGT Vasario della Tenuta del Buonamico e il Maremma Toscana DOC San Lorenzo di Sassotondo?

Li unisce un concetto quasi rivoluzionario in tempi di microparcellizzazione, MGA, UGA o MEGA: la bellezza della diversità! Il potersi presentare assieme senza doversi per forza assomigliare ma solo facendo risaltare la qualità, che ovviamente assume liberamente connotazioni gustative e olfattive diverse a seconda di dove ti trovi.
Tutto questo sotto il cappello del nome Toscana, che da solo garantisce la riconoscibilità in tutto il mondo.
Mi è sembrato un bel modo di parlare di vini di alta qualità e un bel modo per il Consorzio Toscana IGT per presentarsi alla stampa.