A Marco Zito il XIII° Premio Nazionale Giulio Gambelli3 min read

Il Premio Nazionale Giulio Gambelli per l’enologo under 40 che più si è ispirato alle idee e al modo di fare vino del grande maestro del sangiovese è arrivato alla tredicesima edizione e non c’è anno in cui io non mi renda conto che in realtà la giuria fa solo quello che Giulio Gambelli, ovunque sia, vuole.

La prima cosa che me lo fa pensare è che Giulio non aveva grande stima di me come degustatore, ma non me lo diceva perché mi voleva bene. Oddio, me lo diceva ma in maniera bonaria, appena accennata. Anche da dove si trova adesso continua a dirlo in maniera ovattata e così quest’anno ho preso l’influenza due giorni prima della degustazione e non ho potuto partecipare all’assaggio. E’ già la terza volta che, per motivi vari, salto la commissione e se tre indizi fanno una prova risulta molto chiaro il suo punto di vista.

Quest’anno il premio è andato al giovanissimo Marco Zito, enologo livornese che lavora nei Colli di Luni da Terenzuola, azienda che produce vini di assoluto valore. Premio quindi meritatissimo, ma c’è un di più.

La premiazione è iniziata 15 minuti dopo aver avuto la bellissima notizia che un mio carissimo amico aveva risolto un grave problema medico: il bello è che questo mio amico è anche molto amico di Ivan Giuliani, titolare di Terenzuola, che aveva accompagnato Marco a ritirare il premio. Così gli ho dato subito la notizia e abbiamo gioito assieme.

Marco Zito

Ora, che sotto questo incrocio di persone, ottimi vini e belle notizie non ci sia lo zampino di Giulio, che così ha voluto esprimere la sua soddisfazione per la scelta di Marco Zito, non me lo leva di testa nessuno. Anche perché quest’anno il premio è speciale perché coincide con i 100 anni della nascita di Giulio e non volete che per celebrarlo degnamente Gambelli non scegliesse la persona adatta?

Venendo alla parte razionale di questo articolo  la premiazione è avvenuta alla Stazione Leopolda durante la Chianti Classico Collection e Marco Zito è stato premiato da Leonardo Tozzi (vedi foto in alto) presidente di ASET, l’Associazione della stampa enogastroagroalimentare toscana che da sempre organizza il premio.

Subito dopo la premiazione c’è stato un piccolo convegno in cui personaggi notissimi del mondo del vino come Franco Bernabei, Giuseppe Mazzocolin, il presidente del Consorzio Chianti Classico Giovanni Manetti, l’ex sindaco di Barbaresco e direttore di Barolo & Co. Giancarlo Montaldo, Angela Fronti vincitrice del premio Gambelli nel 2019 e titolare di Istine, hanno delineato la figura di Giulio all’interno del periodo storico in cui ha lavorato e creato i suoi vini, evidenziando come i suoi insegnamenti possano essere utili oggi e in futuro. Ho portato pure io un piccolo contributo al dibattito  e la nipote di Giulio, Vittoria Panichi, ci ha ricordato la sua figura dal punto di vista familiare.

Insomma, proprio dei bei momenti durante questo tredicesimo Premio Nazionale Giulio Gambelli!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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