Mamma la turchetta!! La riscoperta di un vitigno del Polesine5 min read

Il Veneto è la regione che vanta la più ampia superficie vitata d’Italia, i dati ISTAT relativi al 2024 parlano di 94.600 ettari di vigneto per una produzione di 10.687.000 ettolitri di vino, ovvero oltre il 14% della superficie vitata nazionale ed oltre il 22% della produzione di vino italiano.
La provincia che vanta la più ampia superficie vitata è quella di Treviso con il 44% del vigneto Veneto e quasi la metà di tutto il vino regionale.
All’opposto troviamo la provincia di Rovigo che con i suoi 190 ettari di vigneto e 21.000 ettolitri di vino prodotti è il fanalino di coda della regione, dietro persino alla provincia di Belluno.

Dati forniti da Confagricoltura Rovigo durante un convegno ad inizio gennaio 2024, presso Corte Carezzabella, parlano invece di circa 300 ettari di vigneti situati nel Polesine, prevalentemente nei comuni di Adria, Ariano Polesine, Porto Viro e San Martino di Venezze.

In effetti la provincia di Rovigo difficilmente viene annoverata tra quelle viticole ed il Polesine è certamente più conosciuto per la produzione di frutta e cereali.

Negli ultimi anni però alcune aziende stanno riscoprendo alcuni vitigni un tempo coltivati il più famoso -si fa per dire- è la Turchetta ma ci sono anche la Mattarella e la Benedina, inserite -le ultime due- nel Registro Nazionale nel luglio 2021.

Il vitigno Turchetta

La Turchetta è un vitigno storico del Veneto, presente in passato nelle province di Padova e Rovigo ma andato via via scomparendo nel corso degli anni, citato dal Marzotto nel 1925 e poi descritto da Cosmo nel 1949 quando rappresentava il 5% delle uve coltivate in provincia di Rovigo.

Vitigno che “merita d’essere diffuso” -così scriveva il Cosma- trattandosi di un’uva rustica poco sensibile alla peronospera e ad altre malattie crittogamiche, molto adatta ai terreni di pianura purché ben drenanti.

La Turchetta è stato iscritta nel Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite nell’ottobre 2017 e può essere utilizzata per la produzione del vino a Doc Bagnoli e di nove vini ad Igt del Veneto.
Sempre dal Catalogo Nazionale apprendiamo che nel 2010 gli ettari vitati con questo vitigno erano unicamente tre, peccato che nel sito non siano ancora stati inseriti i dati dell’ultimo censimento agricolo, avvenuto nel 2021.

Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare questo vitigno e di assaggiarne il vino prodotto a fine luglio quando siamo stati in visita all’azienda Carezzabella Winery, situata a San Martino di Venezze, nel medio Polesine, a poche centinaia di metri dalla riva destra dell’Adige, in provincia di Rovigo.

Corte Carezzabella

Corte Carezzabella è un’azienda agrituristica situata in un’antica corte risalente ad inizio Novecento che dispone di 16 tra camere ed appartamenti e di un ristorante interno, è inoltre un’azienda biologica con coltivazione di frutta e ortaggi che vengono poi trasformati in succhi di frutta, confetture, passato e polpa di pomodoro, aceto di mele, farina, dalla quale si ricavano poi prodotti da forno.

L’azienda dispone inoltre di 22 ettari di vigneti, 18 dei quali coltivati a Pinot grigio, gli altri vitigni sono Manzoni Bianco, Merlot, Carmenere, Trebbiano e Turchetta, di quest’ultimo vitigno l’azienda Carezzabella dispone di un ettaro.

Il Pinot grigio viene nella quasi totalità conferito alla Cantina di Cona, un Cantina Sociale costituitasi nel 1957 che può contare su 150 ettari di vigneti gestiti dai soci conferitori.
Sono una piccola parte di questo vitigno viene vinificato in proprio per ricavarne circa 3.300 bottiglie.

I suoli aziendali sono prevalentemente sabbiosi con una piccola percentuale di limo ed una ancora più modesta d’argilla.

I vini prodotti erano per lo più destinati al consumo dell’agriturismo sino a che nel 2014 è nato il progetto enologico ed è stata costituita la Carezzabella Winery la cui parte enologica è stata affidata nel 2020 a Francesco Mazzetto.

Durante la nostra (breve) visita abbiamo potuto assaggiare buona parte dei vini prodotti, ovvero il Bianco Veneto Igt “Brillo” un vino frizzante rifermentato in bottiglia e prodotto con uve Trebbiano e Pinot grigio, il Bianco Igt Tre Venezie Manzoni bianco, degustato in tre diverse annate, 2023, 2022 e 2021 e due vini prodotti con uva Turchetta sui quali ci vogliamo soffermare.

I vini da Turchetta

La Turchetta è stata messa a dimora nel 2018, sono due i vini prodotti con questo vitigno che abbiamo assaggiato, uno dei quali in due diverse annate.

Igt Veneto Turchetta
La Turchetta viene allevata a Sylvoz e vendemmiata nella prima decade d’ottobre, la resa per ettaro è di 60 q.li, la fermentazione si svolge in vasche d’acciaio con una macerazione di circa tre settimane mentre l’affinamento del vino avviene in vasche di cemento.

2021 – Il colore è rubino di media intensità con leggeri accenni che tendono al granato.
Media anche la sua intensità olfattiva, vi ritroviamo sentori di frutta rossa selvatica, frutti di bosco, fragole e lamponi e ricordi di sciroppo d’amarena.
Fresco e fruttato al palato, mediamente strutturato, asciutto con ciliegia leggermente acerba in evidenza ed accenni vegetali, buona la sua persistenza.

2020 – Si presenta con un color rubino leggermente più intenso del precedente.
Al naso la frutta rossa appare più matura, mentre al palato troviamo un vino sempre di media struttura ma con una trama tannica leggermente più asciutta.

Si tratta di un vino decisamente curioso che abbiamo maggiormente apprezzato nell’annata più recente.

La Turchetta entra anche nella composizione dell’Igt Rosso Veneto Temetum, unitamente ad un 10% di Merlot, in questo caso la vendemmia viene ritardata sin quasi alla fine d’ottobre e la resa media s’attesta sui 90 q.li/ettaro.
La fermentazione si svolge sempre in acciaio con un minor tempo di macerazione, limitato a due settimane, l’affinamento del vino anche in questo caso s’effettua in vasche di cemento.

Ovviamente si tratta di un vino completamente diverso dal precedente, l’annata che abbiamo degustato è la 2022, caratterizzata da un colore rubino luminoso di buona intensità.
Discretamente intenso al naso che s’esprime su sentori di frutta rossa matura.
Discreta anche la sua struttura, il vino è asciutto e presenta sentori di frutta a bacca scura, buona la sua persistenza.

Lorenzo Colombo

Lorenzo Colombo è degustatore ufficiale ONAV e creatore del Blog Io e il Vino.


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