Rosso di Montalcino Jeccardo 2019: Serenità e eleganza fatta vino2 min read

Il Rosso di Montalcino non è quasi mai stato un vino nelle mie corde: o troppo semplice e filante, o troppo “brunelloso”, potente e spesso rustico; quasi mai sintesi di freschezza, equilibrio, buon corpo e bevibilità. Però mai dire mai ed è venuto il giorno in cui un Rosso di Montalcino non solo mi è piaciuto ma mi ha fatto pensare a cosa potrebbe essere questo vino senza l’ingombrante vicinanza del fratello maggiore Brunello.

Fattoria del Pino

 Il Rosso di Montalcino Jeccardo 2019 della Fattoria del Pino, frutto di un’idea della giovane Jessica Pellegrini è un vino che esce in commercio con i tempi del Brunello ma invecchia in legno meno di un rosso. Nasce solo nelle annate veramente importanti, fa solo 8 mesi di legno e poi resta in acciaio per anni, con travasi che seguono rigorosamente i ritmi lunari.

Non so se è merito della luna, dell’annata, di Jessica ma questo Rosso è stupefacente sia dal punto di vista aromatico che gustativo. Il naso, senza “l’indirizzo” dato dal legno si distende su note floreali, senza sfruttare il balsamico che ormai è invece ovunque. In bocca trovi tannini di seta, centrata freschezza, ma soprattutto quella che mi piace definire serena tranquillità gustativa, perché  ti trasmette tranquillità, non ti aggredisce con tannini ruvidi ma ti fa capire che la sua eleganza non nasce dal sottrarre qualcosa ma dall’equilibrio (scusate l’esagerazione ma quanno ce vò ce vò) delle sfere celesti.

Il sorso è lungo, appagante, non ha spigoli ma nello stesso tempo è sostenuto, quasi austero. Torno un attimo sui tannini per ammettere che una tale complessa finezza l’ho ritrovata solo in pochi altri sangiovese. Una sorpresa, anche perché è veramente diverso non solo dal resto degli ottimi vini che fa Jessica, ma praticamente da tutti i Rosso di Montalcino che ho assaggiato negli ultimi 3-4 anni.

Capisco che il Rosso deve essere un vino da vendere prima del Brunello e quindi quella di Jessica e del Jeccardo (il nome nasce dall’unione del suo nome con quello del figlio) è una strada difficile da seguire, ma se tanti Brunello, quando l’annata lo permette, seguissero la strada della serena eleganza di questo vino non sarebbe certo un errore, anzi.

Prezzo 35 Euro in vendita diretta

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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