Tommaso Marrocchesi Marzi (Bibbiano) :”Giulio Gambelli enologo ante litteram, enologo prima di tutti!”11 min read

Continuiamo con Tommaso Marrochesi Marzi della Tenuta di Bibbiano le interviste con i produttori che hanno avuto Giulio Gambelli come amico/tecnico. Partendo da Giulio siamo arrivati a parlare di dazi, di futuro e naturalmente dei due nuovi cloni “targati Gambelli” di cui Bibbiano ha ottenuto l’omologazione.

Winesurf: “Detieni come Bibbiano il record mondiale di vendemmie con Giulio Gambelli, se tu dovessi condensare tutti questi anni di insegnamenti in 5 parole, cosa mi diresti?

Tommaso Marrocchesi Marzi: “La prima che mi viene in mente è amicizia: il rapporto di Giulio Gambelli con la mia famiglia è stato un rapporto di amicizia di grande professionalità. Un rapporto che si è dipanato con grande signorilità e rispetto reciproco, perché eleganza, amicizia, affetto erano propri del suo modo di interpretare Il ruolo, che alla fine era di profondo rispetto per la natura e per la materia prima, in questo caso il sangiovese.  Forse sono più di cinque parole però il concetto sintetico credo sia questo. “

Tommaso con Giulio Gambelli

W. “Com’è cambiata nel tempo, cioè da quando eri bambino fino a pochi anni la tua percezione della figura di Giulio?”

T.M.M . “L’ho incontrato certamente da bambino ma l’ho materializzato come figura importante per l’azienda che ero ragazzo, tredicenne o quindicenne. Gli ho sempre dato del lei, come anche mio padre, mia madre, mia nonna gli davano del lei. Tutta la vita del lei, quindi era una figura tra gli intoccabili del mondo ampio di mio padre, per diventare poi una sorta di pietra miliare dei valori di questa azienda: se questa azienda nel suo scorrere ha avuto dei punti fermi alla fine alla questi punti fermi  trovi la figura di Giulio Gambelli.”

W. “Se potessi tornare indietro a un qualsiasi momento, c’è qualcosa che cambieresti del rapporto della tua famiglia con Giulio?”

T.M.M. “No, niente, assolutamente nulla.”

W. “Mi racconti ancora di quando tuo padre portò una bottiglia dagli Stati Uniti, la mise in una bottiglia di Bibbiano e la fece assaggiare a Giulio?”

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Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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