Dopo oltre 10 anni di impegno parte da Roselle, città di origini etrusche, il progetto di Laura Mauriello, titolare di GagiaBlu “Questo bellissimo angolo della Maremma è diventato la nostra casa, la terra dove produrre i nostri vini con grande passione”. Il territorio gode infatti di condizioni climatiche fortemente caratterizzanti, grazie alla vicinanza del mare ma anche all’influenza di zone montagnose più o meno prossime, come quella del monte Amiata.

Una nuova azienda di 20 ettari dove oggi sono protagonisti quattro vitigni che esprimono in modo diverso il carattere forte e determinato di questa terra: il sangiovese, il merlot, il ciliegiolo e il vermentino.
La sala degustazione domina dal poggio insieme alla cantina: al momento la produzione è di circa 50.000 bottiglie ma “il nostro obiettivo, tra 5/6 anni, è arrivare alla piena fattibilità di 200.000 bottiglie. Ad oggi abbiamo un mercato italiano del 40% e altrettanto di mercato estero: il 20% della nostra produzione è dedicato accoglienza”, sottolinea Laura Mauriello, che provenendo da un altro settore ha, insieme al marito Flavio, investito in anni di formazione per realizzare questo ambizioso progetto vitivinicolo.

Tra i vini degustati il vermentino è il vino che mi sorprende di più per le sue caratteristiche di struttura e consistenza, con sentori che vanno oltre il classico agrumato. E’ l’enologo Gabriele Gadenz che evidenzia l’idea dell’azienda con “la volontà di creare un vino che fin da subito avesse una sua longevità, non focalizzando l’attenzione solamente sulla parte aromatica di immediatezza e bevibilità, ma cercando di giocare di più con la mineralità e con i toni di maturazione, imbottigliando anche più tardi rispetto a quello che avviene in genere sul territorio maremmano e sulla costa”.
E nella realtà le vendemmie sono tre: una molto fresca, prima della maturazione, su una piccola parte di uva, un’altra tra il 15-20 settembre a maturazione ottimale e una piccola quantità invece viene vendemmiata tardivamente. Vinificazioni separate e a febbraio/marzo dell’anno successivo avviene il blend per poi affinarsi in bottiglia almeno un anno.
Per l’inaugurazione, il 24 maggio, degustazione dell’ annata2023, non ancora imbottigliata e con spiccate note floreali e fruttate di acacia e cedro candito, assieme alla 2022, 2021 e in particolare alla 2019, dove al naso si impone la genziana, e in bocca bella sapidità e acidità.
Con il sangiovese -oltre alla passione per le bollicine e la sperimentazione sul metodo classico di circa 1000 bottiglie e che sta dando grandi soddisfazioni- l’idea è quella di un vino di grande freschezza e equilibrio ma di buona struttura. In questo momento la lavorazione avviene senza l’uso del legno ma il futuro prevede l’utilizzo della botte grande. In degustazione il Giovè 2021 (sangiovese in purezza, prima vendemmia nel 2018) dal colore rosso rubino brillante, sentori di fragola, mora, prugna matura, sensazioni di tabacco e spezie dolci: tannino vivace ma non spigoloso.

In chiusura il FràMerlot 2021, la sfida personale di Laura Mauriello che ha sempre avuto il sogno di produrlo, infatti è stato il primo vigneto piantato in azienda con la volontà di farne un grande vino longevo: affinamento per 15 mesi circa in barrique e tonneaux, produzione di circa 8000 bottiglie.
La degustazione è stata condotta da Filippo Bartolotta, che ha evidenziato gli aspetti sensoriali dei vini sottolineando che “non si può non essere entusiasti di fronte ad una nuova azienda che entra nel mondo del vino. Investire nel vino significa anche presidiare luoghi naturali che hanno bisogno di cura e tutela”.
Secondo lo chef stellato Claudio Sadler, che ha curato la cena dell’inaugurazione “E’ stato molto interessante giocare con gli abbinamenti, cercare di trovare le combinazioni di sapori e pensare a dei piatti che potessero sposarsi al meglio, come il fiore di zucchina farcito con la mozzarella, pappa al pomodoro e vinaigrette di colatura di alici che abbinato al vermentino è un’esplosione di sapori al palato”.
In chiusura il perché del nome GagiaBlu: è uno dei tanti nomi dato alla ghiandaia, uno degli uccelli più presenti in Maremma. Ed è proprio la gagia blu a frequentare per lunghi periodi dell’anno la grande quercia al centro di un vigneto simbolo dell’azienda.