Hiso Telaray: per ricordare l’albanese che sfidò il caporalato2 min read

Non che capiti ogni giorno di presentare un vino “criminale” o meglio un vino frutto di vigne un tempo di proprietà del crimine organizzato.

Oggi i vigneti  rimasti per anni abbandonati hanno ripreso vita grazie all’impegno della cooperativa sociale Terre di Puglia a cui sono state affidati in gestione  dopo la confisca.

L’obiettivo è quello di creare occupazione a partire da concetti come solidarietà e legalità, che potrebbero sembrare ovvi  ma che non lo sono in terre dove invece per anni c’è stata illegalità e sopraffazione.
L’impegno profuso in questi anni, non privo di difficoltà d’ogni sorta e di aperto boicottaggio, sta lentamente dando i suoi frutti.

I trentacinque ettari di vigneto situati nel comuni di Torchiarolo, Mesagne e San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi, stanno andando in produzione ed incominciano ad uscire i primi vini.

Il vino Hiso Telaray dedicato ad un giovane albanese ucciso nella provincia di Brindisi perché non ha voluto piagarsi ai ricatti del caporalato, è ottenuto come d’altronde tutta la produzione da uve coltivate biologicamente ed è il classico vino da bere quotidianamente, di facile approccio e piacevole.

Una prima uscita, sicuramente migliorabile, ma che al di là della qualità che pur non manca, rappresenta una sfida, una scommessa su un futuro diverso possibile.

Naso caratterizzato da un certa rusticità ma che mostra un buon  potenziale. In bocca il vino si allarga e mostra la buona materia d’origine. Frutto dolce e maturo sostenuta da una buona acidità e da tannini ben lavorati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hiso Telaray 2010
Rosso Salento IGT
Az.: Terre di Puglia-Libera Terra
Uvaggio: Negroamaro
Giudizio: buono

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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