Non vorrei calarla troppo dall’alto prendendo a prestito da Marx la famosa frase “La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa” solo che, per la stressante raccolta dei vini irpini siamo oramai andati oltre la farsa.
Con Carlo Macchi abbiamo perso il numero dei produttori che ci hanno stragiurato di avere spedito i vini senza nemmeno averlo pensato o di quelli che, incontrandoli cascano dal pero dicendo “Ma sei sicuro di avermi mandato la mail?” Sono sicuro, sono sicuro e sono sicuri anche i vari personaggi che ogni anno ci aiutano in questo stillicidio.
Sono ormai anni che non sappiamo se ridere o piangere: già, perché la raccolta dei campioni dei vini da degustare per la nostra guida online diventa sempre più complicata e difficile. Eppure ogni volta (e lo facciamo oramai da tanti anni…) aspettiamo fiduciosi che si verifichi il miracolo che puntualmente non avviene.
Occorre quindi affidarsi alla buona volontà di qualche amico, come Giuseppe Iannone e Antonio Losco di ABA Service, a quei santi in terra di Miriade&Partners, ai responsabili del Consorzio Tutela Vini d’Irpinia e ad altri che adesso non ricordo ma che sopperiscono sempre con grande gentilezza a un menefreghismo atavico insito in tanti produttori irpini. A tutti loro vanno i nostri ringraziamenti, come naturalmente vanno anche a quei produttori “controcorrente” (e non sono pochi) che ci hanno inviato i campioni per gli assaggi.
Fiano e Greco 2018
Le relazioni del Prof. Moio e dell’Assoenologi a Ciak Irpinia, manifestazione organizzata dal Consorzio tutela Vini d’Irpinia, avevano posto giustamente in evidenza la particolarità territoriale di questa terra. Ovvero: quanto sia sbagliato approcciarsi ai vini di questo territorio, Fiano e Greco in primis, pensando di trovarsi al sud. Se dal punto di vista geografico la cosa è inconfutabile, occorre però tener conto che ci troviamo in una zona particolare, su terreni prevalentemente di origine vulcanica, con altezze ed escursioni termiche altrettanto particolari, che spesso non si trovano neanche al nord.
Sia il Fiano d’Avellino che il Greco di Tufo, riportando nelle nostre degustazioni valutazioni molto lusinghiere, anche quest’anno non hanno deluso. Però, nonostante autorevoli rassicurazione l’annata 2018 non ci è sembrata proprio in grandissima forma.
L’andamento climatico ne ha condizionato l’aspetto olfattivo, con vini di moderata complessità e questo vale sia per il Fiano che per il Greco, con un ventaglio di profumi spesso ridotti all’essenziale.
Stranamente a noi è sembrato più pronto il Greco, che solitamente si esprime in ritardo rspetto al Fiano. Un giudizio complessivamente interlocutorio visti anche gli altri assaggi fatti durante Campania Storie e Ciak Irpinia.
Va aggiunto anche che se è vero quello che abbiamo sempre detto e cioè che sono vini che vanno attesi e che si esprimono meglio con qualche anno sulle spalle, questo non può poi diventare un alibi buono per tutte le annate.
A proposito di Sannio
Troverete tra i Greco alcuni Sannio Doc degustati al Consorzio Vini del Sannio: oltre che doveroso inserirli ci è sembrato giusto perché per la prima volta i Greco prodotti in questa zona ci sono sembrati molto vicini ai cugini prodotti in Irpinia. Stessa cosa non possiamo dirla per i Sannio Fiano DOC, che infatti non troverete in quanto non hanno raggiunto punteggi adeguati, mostrando magrezza e pochissima grinta.