In copertina campeggia la foto a tutta pagina di Tilman Fertitta, personaggio probabilmente sconosciuto al pubblico italiano, ma popolarissimo negli USA con i suoi oltre 600 ristoranti disseminati tra tutti gli Stati , al quale é anche dedicato il servizio principale di questo numero. Titoli minori sono poi dedicati ai top Champagnes, al Dom Perignon, l’AVA Lodi, ovvero la California sconosciuta, al maestro distillatore del Bourbon .
Si comincia perciò con Tilman Fertitta e il suo impero, che “scommette” sul vino di qualità. L’ampio servizio di Mitch Frank é seguito da un prospetto informativo sui suoi ristoranti , a partire dai Landry’s Seafood, catena di (18) ristoranti di pesce presenti in otto stati.
Nell’articolo successivo Alison Napjus presenta il suo report sulla Champagne. Dopo la splendida annata 2008, che manca per un soffio il vertice finora rappresentato dal millesimo 1996, il 2009, secondo WS si conferma di ottimo livello (91-94 la stima dell’annata). Nella sfilata delle cuvée di prestigio delineate da Napjus fa la parte del leone Krug, con ben 4 Champagne fra i primi dieci per punteggio, oltre a occupare la posizione di testa con il Clos d’Ambonnay 2002 (99/100).
Prima del Dom Perignon Legacy Edition 2008 (solo 96/100), ci sono anche il Clos du Mesnil 2004 di Krug, il Cristal 2008 di Louis Roederer, e la cuvée Les Chetillons Oenothèque 2002 di Pierre Peters, tutti a quota 97. Moët & Chandon si consola con I Top Values. In testa alla speciale graduatoria sono infatti due sue cuvée del 2009.
La foto di Richard Geoffroy, mitico chef de cave della Dom Perignon, che ha da poco ceduto lo scettro a Vincent Chaperon (anche se formalmente ciò accadrà solo a partire dal prossimo 1°gennaio), introduce il servizio successivo- sempre di Alison Napjus- dedicato alla storica maison. Tra le grandi cuvée di questi ultimo anni, al vertice, second la Napjus, é il Plénitude P2 2000 (350 dollari la bottiglia negli USA).
L’articolo di Jack Bettridge esce dal consueto tracciato vinoso per condurre il lettore alla scoperta di un grande distillatore di Bourbon, Jimmy Russell, della Wild Turkey.Poi Aaron Romano presenta il vigneto di Lodi, una delle numerose AVAs (qualcosa di simile alle nostre DOC) della California, a sua volta distinta in sette sub-appellations: grande sito per lo Zinfandel (Klinker Brick, Ravenswood), ma anche per alcune varietà classiche spagnole, come la Garnacha, l’Albariño o il Verdejo (Bokisch).
Dopo quest’ultimo servizio é la Buying Guide. Secondo uno schema classico, tocca al Piemonte, con i suoi Barolo e Barbaresco rappresentare l’Italia nelle vetrine dei vini più prestigiosi, e alla Toscana e al Chianti classico in quelle dei vini smart e top value.
Prima di chiudere, come sempre, con il Perfect Match (tagliata di manzo con un rosso cileno) un cenno a ciò che resta, ossia le rubriche di questo mese. Dopo l’editoriale (naturalmente dedicato a Fertitta), il Feedback dei lettori e le diverse sezioni di GrapeVine.
Questo mese si parla del del conflitto tra cotone e vigne nel Texas, le vicende legali dei viticultori dell’Oregon contro il californiano Joe Wagner, il cioccolato nei ristoranti, il caffé fatto in casa, l’ asta dei vini della Sonoma in aiuto dei produttori vittime degli incendi. Infine le pagine dei columnist: Steiman (Ted Baseler e il successo di Ste. Michelle), Marcus (il test del tempo e i vini di Ridge).