Come sono il Chianti Classico 2016 e la Riserva 2015? “Sornione” il primo, “anticamente moderna” la seconda3 min read

Ed eccoci di ritorno da quella che potremmo definire la cattedrale di Santa Leopolda, protettrice del Chianti Classico e soprattutto dell’anteprima che si svolge nella basilica a lei intitolata. In realtà “la basilica”  è  molto laica anzi, quasi profana. Sto parlando della Stazione Leopolda a Firenze, dove si svolge il rito annuale dell’Anteprima del Chianti Classico, detto anche Chianti Classico Collection.

L’ Anteprima.

Quest’anno le nuove annate celebrate sono  il Chianti Classico 2016 e il Chianti Classico Riserva 2015 e dall’affluenza da messa natalizia di mezzanotte dei giornalisti, dei produttori, degli addetti ai lavori e degli appassionati pare proprio che questo rito enoico  stia assumendo sempre maggiore importanza.

Pr quanto riguarda le degustazioni dei giornalisti, ad officiare il rito ci sono i sommelier dell’AIS, austeri e meticolosi come un cardinale e disponibili come un gentile chierichetto.

E quindi, circondati dalle volte della Leopolda e attorniati da bravi sommelier, abbiamo potuto degustare in tutta calma un bel numero di Chianti Classico 2016 e Chianti Classico Riserva 2015 ed ecco cosa è venuto fuori.

Ancora un attimo di pazienza per dire che non abbiamo assaggiato campioni da botte, ma solo vini già imbottigliati, circa 40 tra i Chianti Classico e quasi 30 tra le Riserva.

Come è il Chianti Classico 2016?

E allora come sono i Chianti classico del 2016? Annata indubbiamente calda ma presentata sul momento come “di altissimo livello”, salvo ricredersi poco dopo per i vari problemi che i vini in fermentazione hanno, in diversi casi, mostrato. Possiamo quindi definire i Chianti Classico 2016 come vini rotondi e abbastanza pronti, di buon corpo? Purtroppo non è così e da quello che abbiamo assaggiato non c’è una regola precisa in questo 2016: colori che vanno dal porpora al rubino con lieve unghia aranciata, diversi vini dai nasi con un buon frutto rosso tendente al maturo, con accanto altrettanti campioni dove le note speziate e balsamiche prevalgono. Bocche in buona parte abbastanza morbide, ma una discreta fetta di vini hanno freschezza e sapidità di ottimo livello.

La regola è che non c’è regola.

Insomma, la regola è che non c’è regola! Anche perché quasi nessun vino ha tutte le caratteristiche da annata calda o, a maggior ragione da annata “normale”. Probabilmente l’andamento climatico 2016, caldo ma con condizioni a macchia di leopardo potrebbe essere definito “sornione”, nel senso che le uve sembravano mature, sembravano non aver sofferto stress, sembravano a posto ma… non tutte lo erano e purtroppo è stato capito un po’ troppo tardi.

Comunque torneremo sull’argomento ma per adesso sdoganiamo la vendemmia 2016 come una dove i Chianti Classico hanno sicuramente piacevolezza, in qualche caso morbidezza e quasi mai spigoli troppo acidi. Una vendemmia non certo di altissimo profilo ma comunque, specie per i Chianti Classico d’annata, abbastanza buona.

2015, annata anticamente moderna.

Altra musica le riserve 2015, che confermano quanto detto qualche mese fa sui Chianti Classico d’annata. Forse siamo veramente di fronte ad una delle migliori vendemmie del nuovo millennio e se la 2016 l’abbiamo definita “sorniona” la 2015 potremmo definirla “anticamente moderna”, nel senso che è riuscita a dare Chianti Classico piacevoli e immediati, come richiede il mercato moderno e Riserve croccanti, con belle profondità, complesse al naso e con tannini “goduriosamente burberi”, che tanto ricordano le vendemmie fresche dei primi anni Novanta. Erano anni che in un anteprima non trovavano delle riserve così pronte…a durare nel tempo e ne siamo felici.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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