Stampa estera a portata di clic: Bourgogne Aujourd’hui, n° 136-20173 min read

“Caduto dal cielo”è il titolo principale della copertina di questo numero pressoché interamente dedicato al millesimo 2016 in Borgogna. Dopo le gelate di aprile e le grandinate successive i timori erano davvero tantissimi, non solo per le quantità, che si sapeva sarebbero state ridotte.

Le sorprese, come tutti gli anni (ci siamo ormai abituati a questi miracoli borgognoni) sono state le riuscite: superbi i rossi e i bianchi un po’ meno ma molto equilibrati. Ovviamente risultati disomogenei un po’ dappertutto, dove a essere premiati sono stati i vignaioli più attenti.

Questo è il succo anche dell’editoriale di Christophe Tupinier, intitolato senza esitazioni  “Il miracolo del 2016”. Prima della Guida ai vini dell’annata, oltre alle notizie (la Cave de Lugny, nel Mâconnais, che festeggia i suoi 90 anni), l’ampia intervista  a Jean-Hughes Goisot, vigneron biodinamico della Yonne, a St. Bris-le-Vineux, definito nel titolo come “Il Diplomatico” per il suo pragmatismo, capace di mediare tra i bios e i sostenitori della vitivinicoltura tradizionale (interessanti le sue osservazioni sul riscaldamento e l’evoluzione delle annate calde).

La flora delle vigne della Borgogna è l’oggetto di un interessante servizio molto ricco di immagini: come le piante spontanee “rivelano” suoli di natura differente  (più calcarei, argillosi o granitici) e persino il loro stato di salute , come la cosiddetta erba santa, diffusa nelle vigne della Côte-d’Or.

Ed eccoci alla Guida al millesimo 2016. Il calo della produzione  è dell’11.1% per i vini rossi e del 13.1% per i bianchi, e anche i Crémants (meno 2.8%).In compenso aumentano i rosé (nelle appellations régionales) dell’8.4% .

Valutazioni medie del 15.5/20 , con i rossi a 17/20. Si comincia con i vini della Yonne . Pochi vini, ma buone riuscite, soprattutto a Chablis e St. Bris . Il Top: lo Chablis Preuses Grand Cru di Nathalie e Gilles Fèvre.

I villages della Côte-de-Nuits e le AOC minori (Fixin e Marsannay): abbastanza bene. La pepita: il Côte-de Nuits villages rouge Vieilles Vignes del Domaine A.Chopin et Fils.

Risultati solidi a Gevrey-Chambertin. Miglior punteggio: il Clos-de-Bèze del Domaine Faiveley.

Riuscite molto brillanti tra i Grands Crus di Morey e Chambolle (un po’ meno a Vougeot), più che soddisfacenti anche per i Premiers Crus e i villages.

Vertice per il Clos St. Denis del Domaine Amiot-Servelle. Riuscite eccezionali a Nuits-Saint-Georges (miglior punteggio, 19/20, per il Premier cru Les Chaignots delle sorelle Mugneret-Gibourg) , ma buoni i risultati anche a Vosne-Romanée (ovviamente molto bene i grands crus).

Bene, con un buon livello di omogeneità i vini delle Appellations a nord diBeaune. Buoni risultati anche a Pommard e Volnay, le zone maggiormente colpite dalle grandinate degli ultimi anni (da segnalare il Pommard Premier Cru Les Jarollières del Domaine de la Pousse d’Or).

Equilibrio tra rossi e bianchi nelle AOC  Auxey-Duresses, Monthélie e Saint-Romain ( da notare il blanc di Alain Gras).

Buone impressioni anche nelle zone dei grandi bianchi, con Puligny  a tirare il gruppo (ottimamente il Meursault village di Vincent Latour e Les Champs Gains Premier cru di Puligny-Montrachet di François Carillon).Così così (ma bisogna aspettare)  i vini di Santenay e Maranges.

Siamo intanto arrivati alla Côte-Chalonnaise . Più colpite dalle gelate Rully e Bouzeron, salve le altre aree con Mercurey al meglio ( e di fatti l’etichetta al vertice è un Clos-du-Roy Premier Cru Mercurey rouge del Domaine Tupinier-Bautista). Quanto al Mâconnais, è ancora una volta Pouilly-Fuisssé a tirare il treno (migliore bottiglia: il Pouilly-Fuissé Au Buchot del Domaine Cheveau).

Resta qualche pagina per la gastronomia: si parla del ristorante “Ma Table en Ville”, di Gilles Bérard e Davide Pesenti a Maçon. Il loro piatto: Dos de saumon d’Écosse mi-fumé (da accompagnare ad un Pouilly-Fuissé Les Crays). Poi solo  i libri.

 

 

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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