Il mondo del Vino Nobile di Montepulciano negli ultimi tempi sta vivendo momenti abbastanza turbolenti.
Tutto nasce dalla notizia che sei grandi nonché storiche aziende locali, Avignonesi, Antinori (La Braccesca), Boscarelli, Dei, Poliziano, Salcheto, si sono riunite assieme in un gruppo denominato “Il Nobile delle Famiglie”.
Scopo del neonato gruppo è naturalmente quello di promuoversi, in particolare all’estero.
Una notizia del genere, dove un “gruppo di testa” si stacca dal plotone delle aziende e va in fuga verso promozioni personalizzate, prendendosi tra l’altro come gadget il termine “Nobile”, non poteva che scatenare le paure e le ire delle altre aziende e sicuramente creare qualche grosso grattacapo al Consorzio di Tutela.
Da qui riunioni tra produttori, discussioni accese e possibili scenari che prendono spunto dalla Valpolicella (Ricordate Le famiglie dell’Amarone??) e fanno certamente rizzare i capelli ai responsabili del consorzio.
In tutto questo succedersi di voci ne abbiamo captata una, confermata anche nel sito creato dai sei produttori (www.thealliance.wine) su cui conviene riflettere: pare che la parola d’ordine delle sei aziende per presentarsi all’estero sia una e una soltanto, sangiovese!
La cosa fa piacere ma suona un po’ strana perché proprio tra queste sei cantine ci sono quelle che in passato più hanno spinto verso la modifica del disciplinare che portava la quota minima di sangiovese dal 80% al 70%.
Inoltre una bella fetta dei vini di queste cantine non solo non è sangiovese in purezza ma spesso utilizza vitigni non autoctoni: quindi se quanto si vocifera fosse vero staremmo per assistere ad un importante cambio di rotta, per non dire ad una vera e propria inversione di rotta.
Ricapitoliamo: da una parte pare abbiamo un gruppo storico e importante di produttori che si unisce e “prende in prestito” un termine non scelto a caso come “Nobile” per presentarsi al mondo e fare promozione.
Dall’altra tutto il resto della denominazione è in fermento perché si sente un po’ “in mezzo al guado” e vuole capire quali sono le regole a cui bisogna adattarsi per fare gruppo “fuori ma dentro al consorzio”, last but not least, il Consorzio deve mediare tra le parti e non mi sembra una cosa semplice.
Se ci mettiamo poi anche il discorso “sangiovese 100%” la cosa assume toni quasi divertenti perché pochi anni fa quasi le stesse cantine avevano richiesto e votato un disciplinare dove il sangiovese scendeva al 70%.
Ognuno è libero di cambiare idea, per carità, però se così fosse saremmo di fronte ad una notizia interessante.
Per saperne di più nei prossimi giorni parleremo con i qualcuno del “Gruppo dei sei” per capire veramente cosa sta bollendo in pentola.