Un Negroamaro all’ombra del Castello1 min read

Tradizionalmente il Negroamaro, vitigno principe del  Salento, veniva vinificato assieme alla Malvasia Nera. Una regola che però aveva non rare eccezioni, come quella che lo vedeva a volte accompagnarsi con il Susumaniello, specie nel brindisino dove questa particolare uva era molto diffusa.

Quest’ultimo vitigno era allevato da molti in passato, ma, avendo naturalmente rese molto basse, l’allevamento diminuì con il passar degli anni, sino a condizionarne la sopravvivenza. Tale tendenza in qualche modo è stata rallentata da un recupero che ha messo al centro la qualità anziché le grandi rese, dando nuovo sviluppo ad una varietà che sembrava dovesse scomparire. Nasce così su base moderna la sua vinificazione in purezza, ma anche un ritorno al passato riprendendo la consuetudine di vinificarlo con il Negroamaro, come ha fatto la storica cantina Vallone.

Il vigneto Vigna Castello  che da il nome al vino,  si trova nei pressi del Castello di Serranova a pochi chilometri da Carovigno ed è completamente chiuso da bellissimi muretti a secco, come un clos di Borgogna ed ha lo stesso fascino dei domaine francesi.

Rubino brillante intenso quasi impenetrabile. Naso di frutti neri, mora e ribes, sottolineati da note speziate e lievemente balsamiche,  eleganti e fini,   Corpo non invadente ma di spessore, ben strutturato, pieno e morbido con acidità fresca e tannini ben lavorati. Vino moderno che mostra il dinamismo di questa azienda, ben lungi dall’adagiarsi sugli allori.

 

 

 

 

Vigna Castello 2008
IGT Salento
Az.: Agricole Vallone
Tel.: 0832.308041
Uvaggio: Negroamaro 70%+ Susumaniello

Per gentile concessione del Corriere del Mezzogiorno

 

 

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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