Primiter, il salentino1 min read

Ancora Salento! questa volta non per parlarvi di Negroamaro o rosato, ma di Primitivo.

Se in quello di Manduria, pur nella diversità dei suoli che lo esprimono (da quelli sabbiosi di Maruggio a quelli neri di San Marzano, passando tra quelli rossi di Torricella) domina la potenza del frutto, a volte straripante e grasso e a volte più sfaccettato e meno esuberante, in quello del Salento è tutt’altra storia.

Già perché il Primitivo va coniugato al plurale come nei lati di un prisma che vede oltre a quello di Manduria e di Gioia anche quello Salentino, ovvero tutto quello che si trova fuori dai territori delle due storiche denominazioni.

Il Primiter di Calò proviene dalle terre del brindisino da vecchi alberelli dalla bassa produzione a pochi chilometri dal mare.

Più acciaio che barrique e l’affinamento gioca sulle note vanigliate gradevolmente accennate, ma anche pepe bianco e tracce di cioccolato, mentre centrale resta un frutto elegante mai esuberante, ben calibrato e fine.

Un vino che si lascia bere, con una insospettata freschezza che si contrappone ad un quadro olfattivo invece dolce e giustamente maturo, come conviene ad un Primitivo.

Se vogliamo tracciare una differenza è proprio l’acidità, un residuo zuccherino ridotto all’osso ed un alcolicità contenuta (14,5°) che contraddistingue questo primitivo, ed è proprio questa la sua particolarità e la sua diversità, senza peraltro rinunciare alla specificità del vitignio che resta centrale e riconoscibilissimo.

Siamo alla sua prima uscita ed il futuro è tutto da scrivere anzi da bere.

 

 

Primiter 2011

Salento IGP

Az.: Michele Calò

Tel.; 0833 596242

Uvaggio: Primitivo

Giudizio: ottimo

Per gentile concesisone del Corriere del Mezzogiorno

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE