“Jalal”, biodinamico originale e fresco che sfida i pregiudizi1 min read

Solfiti croce e delizia degli enologi. C’è chi sostiene che non se ne può fare a meno,chi invece sostiene il contrario e c’è chi invece cerca di limitarne l’uso al minimo indispensabile.

Sembrerebbe quindi che lo spartiacque tra vini chiamati naturali e gli altri sia principalmente l’uso dell’anidride solforosa e non come dovrebbe essere la sanità dei terreni e delle uve ed una conduzione agronomica ed enologica più naturale e meno interventista.

Vini convenzionali, vini biologici e vini biodinamici, sono termini che ormai indicano modi diversi di intendere l’agricoltura, coltivare la vite e produrre vino, che limitarne la differenza solamente alla presenza della solforosa, è riduttivo e fuorviante.

I solfiti sono solo uno dei problemi e forse neanche il più importante, come la mettiamo con l’uso dei lieviti selezionati o con le 44 sostanze ammesse anche nel nuovo regolamento comunitario sul vino biologico che entra in vigore il 1 agosto?

Più rigoroso invece il disciplinare Demeter che regola la produzione dei vino biodinamico, applicato da moltissimi coltivatori e produttori di vino in tutta Europa.

Appartiene a questo metodo il Jalal un moscato bianco che l’azienda Cefalicchio, interamente dedita alla coltivazione biodinamica, ormai produce da qualche anno.

Niente note dolci, versione secca, dove alle classiche note varietali, presenti ma discrete, si aggiungono quelle agrumate e di pesca bianca. Buona e piacevole freschezza si accompagnano ad un finale lievemente sapido che ne accentua l’originalità e l’eleganza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Jalal 2011

IGP Puglia

Az. Cefalicchio

Tel. 0883 617601

Varietà: Moscato

Giudizio: Buono

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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