Attenti al trapanatore!4 min read

Ogni paese, ogni zona del mondo in cui si pratica viticoltura è interessata in misura più o meno importante da eventi metereologici, parassiti, malattie che inficiano la salute della pianta.

In India non si hanno grossi problemi con le piogge prima e durante la vendemmia. Qui si sa che arriveranno a Maggio con i monsoni. Si sa che dureranno almeno 3 mesi e per molti sarà una vera benedizione perché vorrà dire coltivare senza dover elemosinare l’acqua, vorrà dire avere foraggio per i propri animali (in India nei cortili troviamo bufali, buoi, mucche…e vitellini a spasso).

La grandine (hail) può arrivare occasionalmente, così come già successo quest’anno a fine febbraio. E come un po’ ovunque in tutto il mondo ci sono zone meno fortunate delle altre. In alcune aree si tende a intensificare le produzioni con fertirrigazioni importanti soprattutto su Chardonnay e Sauvignon blanc e in questo caso la grandine serve a ripristinare il giusto equilibrio in vigna.

Anche qui purtroppo si conoscono oidio e peronospora, ma a differenza della viticoltura occidentale non hanno mai avuto problemi di fillossera e proprio per questo i vigneti sono franchi di piede, ossia la vite non ha bisogno di essere innestata su vite americana. Questa “fortuna” la si deve proprio al periodo dei monsoni: le piogge allagano praticamente i primi 10-15 cm dei campi lasciando le radici sotto l’acqua per diversi mesi. Condizioni queste inospitali per diversi parassiti.

Ma c’è ne uno fra tutti che si fa fatica a debellare:  lo stem borer, un lepidottero di cui ancora si conosce molto poco. In Asia vi sono almeno 5 sottofamiglie della specie:  yellow stem borer, Scirpophaga incertulas (Walker), white stem borer, Scirpophaga innotata (Walker), striped stem borer, Chilo suppressalis (Walker), dark-headed stem borer, Chilo polychysus (Meyrick) and pink stem borer, Sesamia inferens (Walker). Altre e differenti specie sono presenti nell’America Latina e in alcune zone dell’Africa.

La specie che abbiamo avuto la sfortuna di incontrare appartiene ai white stem borer.

Alcuni produttori pensano arrivi da alberi ormai morti delle vicine zone boschive, ma molto verosimilmente potrebbe derivare dal mais, qui coltivato e utilizzato in ogni sua parte: la granella viene consumata dall’uomo, le stoppie vengono raccolte e utilizzate come foraggio per gli animali, i torsoli ormai secchi vengono recuperati dalle donne per farne del combustibile e una parte delle foglie e degli scarti viene riutilizzata come concime per diverse colture, compresa la vite. Difatti la forma larvale dello stem borer ricorda molto quella della piralide del mais.

Lo stem borer (= letteralmente perforatore o trivellatore del raspo) pratica dei fori sul tronco principale. Non predilige determinate altezze così possiamo trovare dei fori quasi alla base del tronco e altri nella parte superiore. Vive nella sua forma larvale per alcuni giorni (dai 22 ai 30 a seconda della specie) nutrendosi del midollo della vite. Si ha quindi la trasformazione in pupa e dopo 8 giorni muta nella sua forma adulta trasformandosi in farfalla.

Uno dei modi per poterlo debellare è quello di aspettarlo al mattino (ci sono dei momenti ben precisi durante i quali è possibile avvistarlo) quando si riaffaccia dal foro d’entrata per defecare quanto ingerito durante la notte. In questo momento è possibile uncinarlo con uno stecco o un attrezzo preparato appositamente per l’operazione. Naturalmente la manodopera in India non è un problema: se ne trova tanta da impiegare e a basso costo. La parte positiva di tutto ciò è che i metodi in questo caso sono economici ed ecosostenibili.

Esiste un determinato periodo in tutto l’anno (giugno-luglio) in cui è possibile attuare una lotta preventiva nei confronti del parassita con dei trattamenti mirati, meno ecosostenibili, ma più sicuri per la tutela e sopravvivenza della nostra pianta. In questo determinato periodo la farfalla si trova nella sua fase di riproduzione, unico momento di vulnerabilità.

Gli effetti dei pranzetti e delle cenette del nostro ospite sono devastanti: la nostra pianta giunge alla morte in brevissimo tempo se non si interviene tempestivamente. I primi sintomi si vedono dalle striature rossastre sulle foglie, proprio come avviene per alcuni stadi del mal dell’esca. Per il momento le viti più colpite in assoluto sono quelle giovani e quindi più facilmente attaccabili da questa specie, sottolineerei mortale, di lepidotteri.

Simona Migliore

Siciliana DOC, nasce a Vittoria, patria del famoso Cerasuolo. La formazione umanistica viene arricchita dei profumi delle vendemmie siciliane grazie alla collaborazione con un’azienda vitivinicola siciliana. Non beveva ancora e non aveva assolutamente idea di cosa il meraviglioso mondo del vino e della gastronomia celassero!!!

La curiosità per il mondo del vino cresce al punto da spingerla a lasciare la Sicilia. Frequenta il mondo AIS, ma decide di sposare i principi e i metodi dell’Onav. Si diletta a “parlar scrivendo” bene o male dei posti in cui si ferma a mangiare e degustare. Esperta degustatrice, Donna del Vino, esperta di analisi sensoriale, collabora con enti, consorzi e aziende vitivinicole…da qualche anno è entrata nel mondo degli Artigiani Birrai del FVG.

Nel 2009 viene adottata da Winesurf, giornale per il quale, ispirazione permettendo, scrive e degusta senza smettere mai di imparare.


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