Vini ad Arte: sempre un bel degustare4 min read

In un ambiente ricco di fascino e di storia moderna, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, si è svolta la sesta edizione di ‘Vini ad Arte’, kermesse di degustazione dei migliori vini romagnoli.
Promossa da Enoteca Regionale Emilia Romagna, Ente Tutela Vini Emilia Romagna e Convito di Romagna, la manifestazione ha reso possibile degustare i vini di tutte (o quasi) le Cantine del versante sud della Regione.

Spendo una parola sul ‘Convito’, consorzio volontario che raggruppa otto produttori di eccellenza,  che in Romagna hanno puntato sul Sangiovese come trend aziendale. Proprio a questo Consorzio si deve l’ideazione di questa manifestazione, che nei due giorni  ha visto un nutrito passaggio di addetti del settore e di estimatori.

 

Veniamo al dunque.

 

Siccome la domenica ero impegnato a deliziare (???) la platea del Divino Lounge del Mia di Rimini, solo il lunedì sono riuscito a degustare le anteprime del Sangiovese di Romagna Riserva 2008 ‘Romagnolo’, non senza sorprese ma anche con molte conferme.

Personalmente il Riminese e l’Imolese hanno sfoderato gli artigli.

Il Riminese  ha presentato con Avi di San Patrignano e Terre di Covignano di San Valentino, due vini già (quasi) pronti e di indiscutibile valore.
Il primo forse pecca di gioventù con una piccola asperità al primo assaggio, ma già promette benissimo con un previsto affinamento in bottiglia.
Il secondo mi ha impressionato per l’ottimo impatto olfattivo e con un finale leggermente ‘dolce’, segno anche di un sapiente passaggio in legno.

Percorrendo la Via Emilia verso nord, mi fermo a Bertinoro dove Celli continua con la sua linea Bron e Ruseval di buon valore.
Arrivo spedito nel forlivese dove Drei Donà presenta il suo Sangiovese ancora privo di etichetta.
Lo trovo ancora un po’ scomposto, e conoscendo come lavorano  Enrico e il suo papà, ritengo che dovrò  risentirlo tra un po’ di mesi.

Az. Agr. Calonga.  Mr. Baravelli presenta il suo Michelangiolo che delude me e alcuni presenti nelle prime due bottiglie aperte con sentori ‘strani’ di botte bagnata.
La terza aperta è un vino di qualità decisamente alta che conferma l’alto standard raggiunto dall’Azienda nelle sue produzioni con struttura importante. 

Sempre nel forlivese si produce un ottimo Sangiovese di ‘famiglia’ Imolese.

Petrignone di Tre Monti (sede aziendale nelle colline Imolesi), è a mio giudizio ad altissimo livello. Elegante e fine con sentori importanti di cioccolato e spezie. Alla resa dei conti finale lo ritengo il migliore in assoluto tra quelli degustati.
Sempre Tre Monti (produzione Imolese però) presenta anche il Thea, Sangiovese di buon livello gustativo che rispecchia la tradizione qualitativa degli anni precedenti.

Per rimanere in zona Imola, o giù di lì, mi ritrovo a degustare il Sangiovese di Tenuta di Montecatone. Costa di Rose è un vino di sicuro effetto ma, come mi dicono i bene informati, di alto costo, che alla fine influisce nelle considerazioni sul prodotto. Mi informerò meglio su questa informazione ricevuta.

Per motivi di …penna, non per altro, ho saltato il Faentino arrivandoci solo ora.

Qui mi aspetta la degustazione dei prodotti di Zerbina, Alessandro Morini, Trerè, Ferrucci  e Costa Archi .

Partiamo dall’ultimo. Non me ne voglia il produttore, ma mi ritrovo un vino di alto tenore alcolico (15°) sgarbato in bocca  e troppo astringente per i miei gusti. Sicuramente rimandato ad altra degustazione.
Zerbina conferma il suo top di gamma Pietramora e di importante  livello anche il vino prodotto dalla famiglia Trerè (Amarcord d’un ross) con suadente finale gustativo.
Ferrucci. Ilaria (la figlia) si sta facendo grande e sta riportando ad alto lignaggio quel vino (Domus Caia) tanto caro a papà Stefano che la assiste da Lassù..!

Un cenno a parte merita Alessandro Morini che ha inserito nello staff  tecnico l’enologo Maurizio Castelli,che conosce a menadito i Toscani essendo collaboratore di cantine come Badia a Coltinbuono, Col d’Orcia e altre non meno importanti.
Alessandro e signora Daniela proseguono con oculatezza  e ponderazione la loro azione vitivinicola (provate anche l’Albana Passita Riserva – Cuore Matto!!).

In chiusura permettetemi una segnalazione
CA’ DI SOPRA , zona di produzione a Marzeno di Faenza.
Qui i due giovani fratelli Montanari, Camillo e l’enologo Giacomo, presentano Remel (Sangiovese Merlot e Cabernet Sauvignon) e Crepe (100% Sangiovese), prodotti ancora giovani come l’età spesa dai  due ragazzi nel mondo del vino. Sentiremo sicuramente parlare di loro.

Al prossimo anno e un saluto al prode Giovanni Solaroli  appena tornato dal Brasile (ma ci sono vini là???) al quale ho tolto solo temporaneamente carta e calamaio per redigere indegnamente questo articolo. 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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