Facendola breve potremmo ribadire quanto detto nel titolo e concludere l’articolo più corto della storia sui vini liguri da vermentino e pigato.
Invece continuiamo perché questo salto di qualità, specialmente nei Pigato, non ce l’aspettavamo, in particolare con una vendemmia difficile come la 2018, che ha alternato piogge a periodi di grande caldo, entrambi non nei momenti più adatti per la vite.
Invece entrambi i vitigni sembrano aver trovato condizioni ottime: da una parte i Pigato di Ponente mostrano nasi ben espressi e soprattutto freschezza e/o sapidità inaspettate, dall’altra i Vermentino della stessa zona uniscono ad un buon corpo una dinamicità sempre difficile da centrare. Sui Colli di Luni invece si assiste ad un miglioramento generalizzato non caratterizzato da prontezza di beva ma da una struttura che spesso promette bene per il futuro. In altre parole qualche Vermentino dei Colli di Luni 2018 avrà ottime possibilità di maturare e migliorare nei prossimi 4-5 anni.
Lo avevamo notato durante l’anteprima e gli assaggi di agosto ce lo hanno confermato.
Sembra che una vendemmia squilibrata, con sbalzi e cambiamenti, abbia sortito vini equilibrati, anche tra i Vermentino di Ponente, non certo considerati “in pole position” come quelli dei Colli di Luni.
A questo punto non ci resta che sperare in un miglioramento ulteriore per il 2019, che confermi non solo i risultati del 2018 (e di qualche 2017) ma permetta a tante piccole aziende emergenti di farsi definitivamente conoscere a livello italiano.
A proposito di farsi conoscere: ribadiamo che raccogliere campioni in Liguria è impresa titanica, anche se l’Enoteca Regionale di Castelnuovo Magra ti dà una mano e il nostro Gianpaolo Giacomelli passa intere giornate al telefono.
In definitiva i vini sono migliorati ma molti, troppi produttori vivono in un mondo che si accontenta della situazione e fa ben poco per promuoversi e farsi conoscere, vedendo anzi le richieste della stampa come una rottura di scatole.
Cari produttori, capiamo che producete ben poco e che la Liguria è, dal punto di vista quantitativo, quasi il fanalino di coda della produzione italiana.
Detto questo se non solo non vi muovete per farvi conoscere ma non affiancate nemmeno chi, gratuitamente, cerca di far capire i cambiamenti e i miglioramenti dei vostri prodotti, rimarrete sempre al palo, magari lamentandosi perché non si riesce a vendere a prezzi remunerativi.