Se Nomina sunt consequntia rerum il primo libro di Massimo Castellani, responsabile nazionale AIS, giornalista, grande appassionato di vino e di Borgogna, nonché caro amico, poteva chiamarsi soltanto “Un sogno in Borgogna”.
Infatti quale appassionato di vino non ha sognato un tour borgognone con l’amore della sua vita e proprio nel momento in cui questo amore sta sbocciando e ha tutti i profumi e le emozionanti caratteristiche di un grande pinot nero?
Questo sogno Alberto Pieraccini, in cui non si stenta a riconoscere l’autore, lo vive con la bella Eleonora, conosciuta poco tempo prima ad un corso di degustazione: lui insegnante, lei allieva.
C’è un ulteriore fattore che rende il sogno ancora più ambito da ogni amante del vino e cioè il ruolo di magister che Antonio assume di diritto: maestro verso Eleonora che conosce poco di vino e quasi niente di Borgogna, ma anche nei riguardi del lettore, con un itinerario che lo porterà nei luoghi iconici di questa terra e presso cantine famose, passando anche attraverso diversi richiami letterari.
Un viaggio in molti casi fatto di profumi, come durante la visita al mercato di Beaune e di momenti indimenticabili, come è per gli amanti della Borgogna quello davanti alla croce di pietra che segna forse la vigna più famosa del mondo, di proprietà della Romanée Conti. Momento riportato anche in copertina.
Un viaggio-sogno di sette giorni che permetterà al lettore di farsi venire ancor più voglia del normale di visitare o rivisitare la Borgogna.
Massimo Castellani, Un Sogno in Borgogna, Bertani&C Edizioni
18 Euro