Un ricordo di Libero Masi1 min read

La data è passata da dieci giorni e, colpevolmente, ce ne eravamo scordati.

La notte del 1 giugno 2005 Libero Masi e sua moglie Emanuela Chelli  vennero trucidati nella loro casa di Nereto, in Abruzzo.
Scrivo trucidati perché così fu: con una mannaia infierirono sui loro corpi. Oggi a sette anni dal duplice omicidio non solo la giustizia e le forze dell’ordine non sono riuscite a dare un volto all’assassino ma il caso è stato archiviato. Non trovo parole per commentare questo tragico vuoto della giustizia italiana.

Libero Masi, oltre ad essere un grande amico era un profondo conoscitore della gastronomia e dei vini abruzzesi. Aver avuto la fortuna di conoscerlo per me ha voluto dire tanto e purtroppo posso solo ricambiare la sua amicizia ricordandolo, almeno una volta all’anno.

Ciao Libero, è stupido dirlo ma non doveva finire così. Ciao Amico.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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