La data è passata da dieci giorni e, colpevolmente, ce ne eravamo scordati.
La notte del 1 giugno 2005 Libero Masi e sua moglie Emanuela Chelli vennero trucidati nella loro casa di Nereto, in Abruzzo.
Scrivo trucidati perché così fu: con una mannaia infierirono sui loro corpi. Oggi a sette anni dal duplice omicidio non solo la giustizia e le forze dell’ordine non sono riuscite a dare un volto all’assassino ma il caso è stato archiviato. Non trovo parole per commentare questo tragico vuoto della giustizia italiana.
Libero Masi, oltre ad essere un grande amico era un profondo conoscitore della gastronomia e dei vini abruzzesi. Aver avuto la fortuna di conoscerlo per me ha voluto dire tanto e purtroppo posso solo ricambiare la sua amicizia ricordandolo, almeno una volta all’anno.
Ciao Libero, è stupido dirlo ma non doveva finire così. Ciao Amico.