Tutto quello che avreste voluto sapere sui vini di Santorini ma non sapevate a chi chiedere30 min read

Il nostro Davide Buongiorno ha vissuto a Santorini per più di sei mesi e ci ha regalato questa vera e propria guida ai vini dell’isola. Clima, suoli, uve, sistemi di allevamento, denominazioni e naturalmente un quadro quasi onnicomprensivo sulle cantine e sui vini. Un vero e proprio manuale per sapere praticamente tutto sui particolari vini di questa meravigliosa isola.

Santorini, l’isola greca delle Cicladi dai tramonti unici, è  conosciuta dagli enoappassionati forse più per i suoi vini bianchi di grande longevità, potenza e freschezza, espressione di un territorio vulcanico unico, che per le sue bellezze paesaggistiche

Tecnicamente Santorini è un arcipelago vulcanico formato da varie isole. Thira (alla quale spesso ci si riferisce pensando a Santorini) e Thirasía sono le uniche due isole con popolazione, rispettivamente 15000 e 200 circa. Nea Kameni, Palea Kameni (i due crateri del vulcano), Aspronisi e Christiana tutte prive di popolazione. Kolumbo a nord-est di Thira, pur non essendo un’isola, è considerata parte di Santorini ed è il vulcano più attivo dell’arcipelago.

I Vitigni

Assyrtiko. il vitigno principe dell’isola copre circa l’85% dei vigneti dell’isola. Non è confermata l’origine del vitigno ma con ottime probabilità l’uva è originaria di Santorini: forse è un incrocio tra Platani e Gaidourià. Grappoli medio piccoli e compatti, alto potenziale alcolico (14% sono considerati la norma ma in passato si arrivava tranquillamente a 16%), pH al di sotto di 3, l’acidità totale facilmente supera 7 e si mantiene alta anche in annate molto calde e siccitose. Carico di fenoli l’Assyrtiko ha un ventaglio di aromi che vanno su tutta la fascia del citrico (limone, lime, pompelmo: spesso ben distinti in gioventù), frutti a polpa (pesca, albicocca, pera/quince, mela verde: in media età) e all’esotico (quando maturo frutto della passione e mango). Naso sottile, stratificato e mai esuberante con note iodate e balsamiche (menta, eucalipto, erbe mediterranee), finali gustativi spesso amaricanti e quasi tannici con speziature gustative (pepe bianco e zenzero). Vitigno principale per i bianchi classificati Santorini ed per i vini dolci Vin Santo.

Aidani. Probabilmente originario della Turchia è il secondo vitigno a bacca bianca più piantato, resistente alla siccità e robusto. Meno ricco di zuccheri e acidità rispetto all’Assyrtiko viene spesso utilizzato nei blend bianchi per dare un tocco floreale (jasmine) ed esotico (melone e pompelmo). Dal 2003 anche come varietale (dal basso grado alcolico 12-12,5% ed aromatico)  ma molto spesso componente integrante nei vini dolci (Vin Santo).

Athiri. Terzo vitigno più importante (originario di Creta, non considerato autoctono). Trascurabile la sua diffusione, è molto simile ad Aidani come  grado alcolico e acidità. Viene usato spesso in blend bianchi e nei vini dolci, ed alcuni produttori in annate favorevoli escono come varietale producendo vini di pronta beva.

Assyrtiko

I due vitigni più importanti a bacca rossa sono Mavrotragano e Mandilaria.

Il primo ha una buccia molto spessa con grappoli che maturano in modo non uniforme e donano vini ricchi di antociani e tannini, alto grado alcolico (facilmente supera i 15%) che hanno bisogno di anni di bottiglia per maturare. Colore rubino pallido, variabile con l’annata, dal naso ricco ed intenso che ricorda quello tra un Merlot ed un Syrah. Tannino secco con poco frutto (old style Nebbiolo), terroso vulcanico. In passato assemblato con Mandilaria o in fermentazione con altre varietà per i vini dolci. Quasi estinto è stato recuperato negli anni ’90, è ora presente principalmente come varietale con un paio di tipologie, a mio avviso entrambe ancora rustiche per attirare l’attenzione internazionale.

Mandilaria. Molto probabilmente originaria di Creta ha anch’essa una buccia molto spessa con maturazione tardiva. Produce vini di medio basso tenore alcolico, poca intensità aromatica e tannini secchi/potenti e poco maturi. Spesso assemblato con Mavrotragano o altri vitigni (questo soprattutto a Creta). Quando prodotto in purezza le uve vengono appassite totalmente per produrre vini dolci da comunione, (Nama), o parzialmente per produrre vini in stile Ripasso della Valpolicella. Tutto questo con l’intento di mitigare l’importante presenza tannica.

Ben altri 62 vitigni sono stati riconosciuti in passato a Santorini, molti dei quali chiamati  Xenoloo (stranieri). In produzione si possono trovare a bacca rossa il Voudomato (esiste in versione dolce, una rosata ed una rossa), il Mavrathiro (Rousoss unico produttore). Invece a bacca bianca troviamo il Katsano (Gavalas unico produttore), Gaidourιà e Platani, dei quali è impossibile tracciare uno stile visto spesso l’unicità stessa del prodotto.

Andamento climatico

Clima classicamente mediterraneo caldo e con inverni miti. Minime che raggiungono i 5 gradi notturni in gennaio-febbraio e a luglio e agosto intorno i 20. Massime invernali a 16-17 gradi e estive fino a 35-36  costanti, con picchi di calore a oltre 40 gradi.

Umidità che raggiunge fino il 95% in alcune notti ma mediamente tra il 50-70%, venti freddi (meglio dire freschi) dal Nord della Grecia/Turchia (Meltemi, principalmente estivo) che raggiungono anche i 70–80 km/h e venti dal Sud, dalle coste africane, che portano spesso sabbie. Nessuna polluzione dell’aria (Uv 8-9) con sole costante che aumenta notevolmente la sensazione di calore e provoca scottature importanti. Le piogge variano tra i 200-500 mm per anno, concentrate principalmente tra novembre e febbraio, facendo di Santorini praticamente un deserto semi-arido.

Suolo

Uno degli eventi eruttivi più grandi della storia umana ha cambiato per sempre la forma dell’isola e il suo suolo, anche se eventi successivi si sono susseguiti con ‘relativa’ minore importanza. Nel 1645-47 a.C. ben 60-70 ore di eruzione, con un quantità di materiale piroclastico comparabile a 8 volte i palazzi di New York, hanno fatto collassare letteralmente un’isola alta circa 1500 metri e cambiando per sempre la sua conformazione fisica, ora a mezzaluna, e geologica del suolo.

Il suolo, localmente chiamato Aspa, oggi è composto principalmente da ceneri vulcaniche dove la pomice, che con il tempo diventa sabbiosa, spesso di colore biancastro (ma anche rossa o verde) è l’elemento principale. Leggera, friabile, cava spesso all’interno la pomice scolpita dal forte vento viene spazzata ovunque nell’isola e in mare ne si trovano banchi fluttuanti.

Il Basalto è il secondo elemento più importante. Nero-rosso (ossido ferroso) – verde o giallo (zolfo) che si è originato dal rapido raffreddamento di lava a bassa viscosità, ricca di magnesio e ferro.

Il suolo nel complesso è povero, sterile e secco ricco però di alcuni minerali come ferro, calcio e magnesio che sono presenti in quantità adeguate. E’ comunque un suolo povero di potassio e questo è un fattore chiave per l’Assyrtiko di Santorini, poiché si traduce in un’acidità totale molto elevata. La materia organica è molto scarsa e presente principalmente intorno al Monte Ilia a Sud Est (565msm) e nel vicino paese di Pyrgos: questo è uno dei motivi (oltre alle basse percentuali di argilla) per cui la fillossera è completamente assente.

Sistema di allevamento

Il più conosciuto è la Kouloura o Gyristo. Inizialmente la pianta ha un sistema di allevamento a Goblet e un tralcio, quello più robusto, viene lasciato crescere orizzontalmente vicino al terreno, per formare l’iniziale Kouloura (a forma di nido). Negli anni successivi 2-3 tralci vengono intrecciati similmente a formare un vero e proprio cesto. In questo modo la parte legnosa conferisce un buon accumulo di carboidrati e protegge le uve, che crescono all’interno del cesto, dal forte vento. Inoltre l’apparato fogliare protegge da eventuali scottature e la vicinanza al terreno garantisce un approvvigionamento seppur minimale di acqua dall’umidità mattutina e notturna, con l’aiuto della pietra pomice che agisce come spugna assorbendo e rilasciando l’acqua. Storicamente la Koulura viene rimpiazzata ogni 20-30 anni non asportando l’apparato radicale che è ultracentenario, facendo sì che queste siano forse le vigne più vecchie in produzione esistenti al mondo.

Il Kladefitco o Amolyto è una variazione del precedente.  Un Goblet con 3-5 tralci dove la Kouloura viene formata in forma aerea (spesso verticalmente al terreno ma anche orizzontalmente) piuttosto che vicina al terreno, con l’intento di garantire maggiore aerazione in zone meno ventose ed un maggiore parte legnosa.

Questi due sistemi di allevamento sono facilmente applicabili sui vitigni a bacca bianca mentre per i bacca rossa il Goblet classico e anche il cordone speronato (in fase di sperimentazione) sono i più adottati.

Le Denominazioni

Le seguenti denominazioni valgono per l’isola di Thira e Thirassia (Santorini).

Santorini PDO – minimo 85% Assyrtiko più Aidani ed Athiri. Nella maggior parte dei casi i vini sono 100% Assyrtiko. Zucchero residuo non superiore 4 gr/l, o 9 gr/l, a condizione che l’acidità totale espressa in grammi di acido tartarico per litro non sia inferiore di più di 2 grammi al contenuto di zucchero residuo.

Santorini Nik(x o ch) teri PDO – stessa uve per Santorini. Il nome di questa declinazione si riferisce ad un particolare momento del passato quando le uve venivano pressate con i piedi durante la notte in vasche aperte non più alte di 80-100 cm. Lo stile Nykteri variava da Canava   a Canava, ma spesso erano vini molto alti in alcool e acidità, con note ossidative, a volte con un leggero residuo zuccherino e invecchiati in Afoura (botti da 800-1300 litri, spesso di rovere di origine russa). Oggi i vini classificati Nykteri devono avere almeno 13,5% e 3 mesi di invecchiamento in legno, il che ha portato molte aziende a differenziare il vecchio stile Nykteri (leggermente ossidativo ed alcolico) dal più contemporaneo invecchiamento in legno.

Santorini Vinsanto PDO – min. 51% Assyrtiko (spesso all’80%) più altre uve a bacca bianca autorizzate. Le uve devono essere appassite al sole massimo 14 giorni, con un minimo di 370 gr/l zucchero dopo l’appassimento. I vini devono avere minimo 9% alcool, e almeno 2 anni di legno.

Santorini Vino liquoroso da uva appassita PDO – ancora possibile ma non ho trovato nessuno prodotto fortificato.

Cyclades PGI – tutti i vini ottenuti con uve rosse e/o con altre uve bianche non Assyrtiko sono classificati in  questo modo.

Wine of Greece vino da tavola – spesso i vini sfusi e anche alcune etichette di vini base sono classificati tali.

Ettari vitati e resa ettaro

Gli ettari vitati ad oggi si aggirano intorno ai 1200, pochi se comparati con i 4500 ad inizio del secolo scorso quando praticamente metà dell’isola era coperta da vigneti e l’uva ed il vino erano il reddito principale.

14 le municipalità. Pyrgos, Megalochori, Akrotiri ed Emporio localizzati tutti in prossimità del monte (che funge sia da barriera contro i venti che come effetto ombra) a sud dell’isola comprendono più della metà dei vigneti e sono zone riconosciute per la qualità delle uve nonchè unica parte dell’isola dove oggi esiste un vero proprio paesaggio vitivinicolo. Le altezze, sebbene raggiungano anche i 400 metri, hanno un’influenza relativa. Fattori più importanti sono esposizione/protezione dal vento, dal sole, vicinanza al mare e terreni più o meno sabbiosi che influiscono sulla maturazione e qualità delle uve. Prematuro, almeno secondo me, parlare di zonizzazione, sebbene effettivamente micro differenze si possono notare (7 Villages di Sigalas è un progetto che enfatizza questa idea: 200 bottiglie per ogni villaggio).

La resa ettaro in Santorini è tra le più basse al Mondo con circa 30 q/ha in grandi annate (il disciplinare dice max 65 q/ha), a 10 q/ha o meno in annate sfavorevoli. Quindi da 2000 a 6-700 bottiglie/ha portano in totale da due milioni di bottiglie circa a poco meno di 700 mila all’anno.

Aziende e prodotti

Circa 2000 coltivatori di uva, anche se alcuni non li definiscono tali, di cui circa 1200 conferiscono le uve alla Cooperativa Santo, con una grandezza media di 0,6 ha per proprietario.

Esistono circa una ventina di aziende che posseggono vigne ma che comprano anche uve.

Ecco un elenco estensivo dei prodotti presenti sul mercato.

Santo (cooperativa) ed Estate Argyros (la più grande azienda privata) costituiscono circa metà della produzione. Domaine Sigalas, Artemis Karamolegos, Gaia, Gavalas assorbono una buona fetta ed il resto è formato da Koutsoyiannopoulos, Volcan Wines, Hatzidakis, Venetsanos, Vassaltis (in crescita),  Anhydrous, Roussos fino ad arrivare alle microproduzioni di Akra Chryssos, Art Space, Chrissou-Tselepos, Kanava, Karamologos, Mikra Thira (l’unica sull’isola di Thirassia ma in costante crescita), Oeno P, Volcanic slopes (ultima annata prodotta 2020). Altri brand sono Leneta (il vino del Monastero), Orykton (di proprietà di Mikali, enologo di Gaia), ALS (Yiannis enologo di Vasssaltis, Santorini declassificato) ed Oenoous (non ancora sul mercato).

Annata 2024 e futuro dell’isola

La vendemmia 2024 si è conclusa con l’annuncio, sebbene non ufficiale, della chiusura il 31 Agosto dell’azienda Boutari, storica e tra le prime aziende a credere in Santorini fondata nel 1989. Comunque dovrebbe essere già stata acquistata da Alpha Estate.

Per capire la 2024 bisogna fare un salto indietro al 2023.

Un forte grandinata nell’aprile del 2023 (evento mai visto negli ultimi 20 anni) ha causato ingenti danni durante la fioritura e alle gemme, ed è stata seguita da un’estate torrida e secca che ha messo le vigne sotto forte stress. Così nel 2024 le vigne, già stressate dall’anno precedente, non sono state in grado di recuperare vista un’altra annata torrida e la mancanza/assenza, di piogge (fonte Dimitris Mostos-Estate Argyors). Il 2024 è stato caratterizzato da precipitazioni totali di circa 180 – 210 mm (fonte Gavalas e A.Karamologos) che insieme ai ‘forti venti di maggio in fioritura e all’ondata di caldo estiva’ (fonte Nikos Varvarigos – Santo) hanno fatto sì che sin da giugno il colore delle foglie apparisse come in Ottobre’ fonte Ioanna Vamvakouri-Mikra Thira) ‘limitando la fotosintesi’ (fonte Koutsoyannopoulos). Unico dato positivo la pressoché totale l’assenza di agenti fungini ha determinato una raccolta di ‘uve  completamente sane’  (fonte A.Karamolegos).

Una delle peggiori annate ma registrate negli ultimi 20 anni in termini di quantità: fino al 30-50% in meno rispetto al 2023 (già molto bassa) con un resa fino a ‘800kg per ettaro in alcune vigne’ (fonte Vagelis Gavalas). Eccellente qualità ‘il che è un paradosso’ (fonte Y.Papaeconomou – Vassaltis) con pH molto basso confermato da tutte le aziende e ‘grande concentrazione ed intensità aromatica’ (Fonte Stella Hatzidakis e Apostole – Anhydrous).

Le conseguenze di questa annata così scarsa hanno fatto nascere grandi preoccupazioni.

Le aziende hanno a dimora meno del 50% dei terreni vitati e devono acquistare uve dai coltivatori locali, di conseguenza il prezzo delle uve per chilo è aumentato, portando probabilmente all’aumento dei prezzi finali nelle bottiglie dell’anno prossimo.

‘Da circa 1 euro/kg circa di una decina di anni fa siamo arrivati ​​a 5,50 – 6 euro nel 2023 e 8-10 euro nel 2024’ (fonte Vagelis Gavalas), e questo per me rasenta la follia. L’acquisto delle uve è diventata un asta ed è insostenibile’ (fonte Dimitris Motsos- Estate Argyors). Le aziende sono divise ed alcune stanno cercando di organizzarsi per essere indipendenti dai viticoltori, acquistando terreni ed impiantando nuovi vigneti per poter controllare tutto il ciclo della vite 12 mesi all’anno e non arrivare a  ‘10 giorni prima della vendemmia e comprare uva senza controllare la qualità ed il prezzo…compriamo uva non oro…’ ( fonte Dimitris Motsos- Estate Argyros).

Un altro grande problema di Santorini è l’età delle vigne, spesso ultracentenarie. Tutti concordano che le vecchie vigne possano essere più resistenti, con apparati radicali profondi, e produrre frutti di grande concentrazione e qualità, ma forse esiste un limite anche nella vecchiaia. ‘Le vigne stanno soffrendo…o meglio morendo di fame…’ – ci dice Dimitris Motsos di  Estate Argyros-  ’…ogni anno sono sempre più deboli…’- rincara Koutsoyannopoulos.

Poeticamente e nello storytelling è tutto fantastico ma ‘…non possiamo fare vini con reliquie..’ (fonte Y.Papaeconomou – Vassaltis) e le vigne storicamente producono poco e in modo inconsistente anche perché sono spesso abbandonate e non curate.

Tutti concordano che qualcosa fa fatto ma forse non c’è coesione: ‘…abbiamo bisogno di vigne che producono di più ed in modo più costante…il mercato non è disposto ad accettare un calo di produzione ed aumento dei prezzi costanti…’ afferma Y.Valambous di  Vassaltis, e c ‘è la paura che ‘se non agiamo presto gli importatori cercheranno altre zone come Tenerife, Azorre, Etna’ ci confida Dimitris Motsos di  Estate Argyors.

Altro grande problema dell’isola è la mancanza pressoché totale di impianti di irrigazione (anche perché le vigne non hanno un sesto impianto geometrico) e di acqua adeguata per i vigneti.

Tutta l’acqua di Santorini arriva da alcuni impianti di desalinizzazione e viene trasportata per l’isola tramite autobotti, nei paesi, nei resort, negli alberghi. I pochi impianti di irrigazione sono totalmente autonomi e autofinanziati- in affetti Y.Papaeconomou, di Vassaltis ha le sue ragioni quando dice che ‘Finché permettono alle persone di avere piscine funzionanti e piene d’acqua, la vigna morirà di sete…’

Esistano anche altre soluzioni molto più costose e forse meno accettabili per aziende non strutturate per prevenire queste problematiche, come segnalato da Sigalas: l’utilizzo di caolina, cover crop e irrigazione di precisione mediante droni riducono lo stress idrico ma forse in un’Isola deserta questa sembra pura utopia e al momento è di difficile e costosa applicazione.

Il problema più grave dell’Isola è l’iperturismo, almeno a mio avviso ma non tutti concordano. E’ comunque un’isola che in soli 25-30 anni ha visto un costante aumento degli afflussi fino ad arrivare ai 3,4 milioni di visitatori all’anno. Circa il 10% del turismo della Grecia passa per un’isola di 18km, larga dai 2 ai 6 km. Ben 20.000 lavoratori stagionali, 15.000 residenti e 40-50.000 turisti al giorno rendono l’isola in alcuni mesi dell’anno densamente trafficata, come qualche grande città italiana.

L’espansione edilizia è costante e aggressiva, sebbene esistano delle regolamentazioni in atto per proteggere l’edilizia estrema ed abusivismo.

 ‘Le nuove generazioni non sono interessate alla vigna, molto più facile vendere e/o trasformare un rudere in un hotel, un ristorante, una caffetteria che porta meno impegno e maggiore guadagno…’ ci dice Dimitris Motsos di Estate Argyros e infatti la mancanza di forza lavoro è drammatica, dato che è sicuramente molto più lucrativo lavorare nel turismo. Inoltre la maggior parte dei coltivatori ricava il proprio reddito principale dal turismo, quindi non investe nel vigneto. L’edilizia sta conquistando anche i luoghi più remoti dell’isola ma è anche vero che il turismo crea un mercato interno significativo per il vino e per la sua conoscenza. Infatti alcune aziende fanno affidamento sulle visite e sulla vendita diretta che può arrivare fino al 90% della produzione ed è anche vero che senza il turismo oggi non saremmo qui a parlare dei grandi vini di Santorini.

Alcune soluzioni molto probabilmente saranno prese dall’anno prossimo per limitare almeno in parte il flusso delle crociere: quest’anno si è arrivati diverse volte a picchi di oltre 10.000 persone al giorno scese sull’isola solo dalle navi da crociera. Le aziende nel contempo chiedono chiarimenti al governo: ‘Abbiamo chiesto chiarezza sull’uso del territorio affinché il vigneto possa essere tutelato e l’isola possa raggiungere uno sviluppo equilibrato.’ Afferma Nikos Varvarigos della cantina Santo, ma una soluzione sembra lontana e a chi vive e si arricchisce con il turismo, lasciando poco o meglio nulla sull’isola, poco interessa della vigna.

Solo un lavoro  congiunto e di unione porterà ad un vera e propria soluzione e a salvare questo world heritage. Nel frattempo speriamo che alcuni progetti (nuovi vigneti ed impianti) daranno dei risultati, anche fra una decina di anni, oppure i vini di Santorini saranno solo un lontano ricordo.

Le annate

La vendemmia a Santorini generalmente parte tra la fine di Luglio e l’inizio di Agosto con la festa pre-vendemmia. La più grande (oltre 2000 persone) viene fatta nei due giorni prima dell’inizio della vendemmia nella cantina Santo, con canti, balli, vino e cibo in quantità.

2024 – annata piccola, la più piccola degli ultimi 20 anni. Principalmente le aziende produrranno vini secchi vista anche la domanda sempre minore di vini dolci e visto il prezzo altissimo delle uve.

2023 – annata segnata da una grandinata ad aprile e da piogge minime, che comunque sono arrivate a circa circa 200mm. Annata piccola ma ottima la qualità delle uve.

I vini bianchi appena usciti sono molto fruttati e citrici.

2022 – Una bella annata. Circa 320 mm di pioggia durante l’anno con tocco finale ad agosto che ha aiutato a produrre un po’ di più e dare polpa al prodotto finale. i 2022 bianchi sono vini da comprare e lasciare invecchiare, con un bel frutto e molta florealità. Un’annata classica.

2021 – Un’altra annata calda caratterizzata da una mancanza di piogge invernali (190 mm) e ondate di calore oltre i 40 °C  a giugno. Una maturazione irregolare delle uve e un 15-20% in meno in termini di quantità. I Santorini PDO sono già molto espressivi e con classiche note vulcaniche fumé. I Nykteri e le cuvée  cominciano adesso a sviluppare frutto e spezia. Da bere e tenere ancora per qualche anno.

2020 – l’ultima delle annate eccezionali e con una produzione pressoché normale intorno alle 2500kg/ha. Bianchi in equilibrio perfetto che rimango ancora pieni di frutto e non accennano ad evolvere in note fumé e minerali. Da comprare e da tenere.

2019 – Ancora un’annata difficile a causa di fortissime raffiche di vento fino a 50-60 kmh durante la fioritura con conseguente produzione bassissima. Ottima la qualità bianchi, da tenere.

2018 – Una delle vendemmie più anticipate di sempre, partita il 23 di luglio. Poca umidità  e vento moderato con un’estate calda classica hanno determinato la vendemmia. Bianchi maturi con nasi pieni di frutti esotici.

2017 – Quasi 250 mm di pioggia invernali sembravano promettere bene per l’annata ma un lungo periodo di calore estivo ha determinato l’annata. Scottature sparse e stress idrico hanno dato un raccolto piccolo ma nella norma. Bianchi maturi con note già ossidative.

2016 – annata produttiva (3000kg/ha) con un inverno mite e 190mm di pioggia. Maturazione anticipata (vendemmia il primo agosto) grazie a venti freschi, bassa umidità: classica estate mediterranea. Bianchi perfetti ed integri con acidità e frutto ottimamente bilanciati.

Gli stili

Tradizionalmente esistevano 5 stili di cui due secchi e tre dolci.

Brousko. Lo stile classico dei vini secchi bianchi o rossi: erano dei vini lasciati nelle vasche ottenuti dal contatto con le bucce per circa 2-4 giorni prima della fermentazione. Come risultato i vini erano aranciati, tannici, alcolici (16-17% anche perché le vendemmie erano molto più tardive di oggi) ed acidi. Come dice il nome (probabilmente coniato dai Veneziani) erano decisamente bruschi. Una piccola Canava nel paese di Megacholri produce ancora questo stile di vino. Tre aziende producono oggi vini Orange.

Nykteri, di cui ho già parlato originariamente, porta a vini più freschi e leggeri del Brousko.

I vini dolci venivano prodotti maggiormente proprio per il loro invecchiamento ossidativo che garantiva una maggiore tenuta senza spogliare il vino nel tempo. Erano l’energy drink del tempo, visto che un solo bicchiere può contenere fino a 15-20 grammi di zucchero.

Il Vinsanto classico è il più famoso dell’isola ma esiste anche il Mezzo (ancora prodotto ma senza classificazione), vino dolce ottenuto da uve appassite, sia mosto concentrato e mosto fresco. Il gterzo stile era quello che portava alla Malvazia, vino sempre dolce ma non più prodotto.

Ad oggi i vini bianchi si possono dividere in tre (virtuali) categorie.

Santorini PDO: li possiamo definire i vini di entrata. Solitamente con un minimo di invecchiamento sulle fecce fini escono in annata. Vini che si dividono a loro volta in tre stili principali.

Rustico e schietto: con alta gradazione alcolica (14% e oltre) e alta acidità. Giocato principalmente su note citrine. Aziende che producono con questo stile: Familia, Hatzidakis, Leneta, Art Space.

Fresco, tiolico e verticale: con basse temperature in fermentazione e gradazione tra i 13-13,5%. Aziende che lo producono con questo stile: Thalassitis Gaia, Chrissou-Tselepos e Akra Chrissou.

Fine: elegante e bilanciato a mezzo palato, più o meno pieno giocato sull’acidità, la florealità e la salinità. Aziende che lo producono con questo stile: Argyros, Gavalas e Gaia.

I prezzi in cantina vanno da 28 a 40 euro.

Nykteri ed invecchiamento in legno ( a volte ‘barrel aged’ o ‘oak aged’ piuttosto che Nykteri). Purtroppo negli anni c’è stata una sorta di sovrapposizione ed alcune aziende escono con entrambe le etichette, creando confusione.

Generalmente si dividono in tre macro categorie. Chi ora utilizza in modo pesante legno nuovo (Santo Grand Reserve), chi cerca uno stile ossidativo tradizionale (Hatzidakis, Gavalas, Tselepos) e chi cerca uno stile bilanciato e fresco (Mikra Thira e Karamologos).

Prezzi in cantina da 35 a 50 euro.

Super Cuvee, vigne singole.

Lunghi affinamenti sui lieviti, parziale utilizzo di invecchiamento in legno, anfora, ceramica e uova. Questi premium wine esprimono in tuttao la potenza, l’intensità gustativa, la lunghezza e la finezza dell’Assyrtiko. Grado alcolico che va spesso oltre i 14,5%.

Prezzi in cantina da 55 a 120 euro e oltre.

Gli Assaggi

Ho voluto dividere gli assaggi cercando di individuare i migliori assaggi nelle varie sfaccettature degli stili presenti nella denominazione.

Poche le aziende certificate Bio/organic quasi tutte certificate Vegan.

Riguardo alla fermentazione molti fanno macerazione a freddo per alcune ore e pressature a grappolo intero. C’è chi preferisce fermentazioni a basse temperature e chi medio alte fino a 17 – 18 gradi.

La temperatura di servizio ottimale per questi vini è tra gli 8-12°. Basse temperature ammutoliscono il profilo aromatico dell’Assyrtiko e l’acidità spicca molto, forse troppo. I premium wine hanno bisogno di temperature più alte e sono godibili da 10-14 °C.

In generale visto le caratteristiche estreme dei vini (acidità, sapidità, alcool) sono vini gastronomici che migliorano con il cibo.

Santorini PDO: ove non specificato i vini s’intendono al 100% Assyrtiko.

Estate Argyros – annate assaggiate 2023-22-21.

Un vino che ammalia per la sua schiettezza ed intensità olfattiva. Sin da giovane emergono note di selce, iodio ed eucalipto con un cuore citrino verde importante. Sapido leggermente speziato. Equilibrato, elegante e contenuto in bocca dove l’alta acidità sebbene protagonista è ben bilanciata con la sapidità e la nota alcolica. Invecchia tranquillamente 2-5 anni.

Familia Hatzidakis – 2023-22.

Uve acquistate dai viticoltori (Famiglie) di Pyrgos. Fermentazione spontanea, minimi interventi.

Limone maturo, iodato e floreale poco complesso. Vino rustico con acidità e sapidità estreme, manca di finezza ma un vino che viene amato per la sua schiettezza e nessun compromesso. Non per tutti.

Gavalas (Blu label) – 2023-22.

Bottiglia iconica che copre circa il 50% della sua produzione. Etichetta che in cantina è inesistente in quanto venduta principalmente all’estero, almeno la 2023. Stile potente, pieno dove note citrine, fume’, e di erbe mediterranee si integrano magicamente, creando un lungo ed appagante finale. Una garanzia.

Vassaltis  2023

lo stile di Y.Papaeconomou e Vassaltis è forse unico su tutta l’isola.

L’idea è di portare del vini sul mercato che siano pronti ed equilibrati senza però dover cercare e ostentare necessariamente un potenziale di invecchiamento decennale. Vibrante, gessoso, leggermente floreale (ginestra), frutto compatto dal pompelmo maturo alla mela verde e pesca. Speziato e piccante con formicolio accattivante. Equilibrio perfetto. Forse il miglior assaggio.

Sigalas 2023

Un vino che combina finezza ed energia. Pietra bagnata, lime e lavanda. Salato vagamente speziato. Questa etichetta ha determinato l’inizio della nuova era dei vini di Santorini.

Thalassitis Gaia 2023

Questa fu la prima etichetta prodotta dall’azienda nel 1994. Lo stile di questo vino è caratterizzato da un estrema freschezza olfattiva e gustative. Note mentolate, di pietra focaia e tioliche. Di medio corpo e struttura il vino mantiene la vena sapida di Santorini. Chablis e Sancerre style con 13%.

Santo 2022

Il Santorini più prodotto e sempre presente sul mercato, quasi 80.000 bottiglie. Uvaggio con 15% di Aidani ed Athiri.

Un prodotto che rispecchi appieno i vini dell’Isola senza né alti né bassi. Leggere note di selce e minerali ma il vino gioca molto di più su pesca, pera e limone maturo con leggero residuo zuccherino. Affidabile, godibile e onesto.

Natural Ferment Gavalas 2023-22-20

Fermentazione spontanea con successiva permanenza sui lieviti. Energico ma preciso e equilibrato, vibrante nella sua nota di succo di limone. Floreale al punto giusto con sentore di fiammifero. Un vino che gioca tutto su primari e eleganza.

Nykteri

Francamente ho trovato difficile l’assaggio dei vari Nykteri. L’impronta del legno spesso è dominante alterando il carattere di un vitigno di per sé relativamente neutro . Per questo motivo molte aziende producono sempre meno questo stile focalizzandosi su lunghi affinamenti sulle fecce fini per evitare che il Nykteri sia bollato come vino invecchiato o che sa di legno.

Nykteri Chrissou-Tselepos 2022

Yiannis Tselepos originario dell’Arcadia ha le idee chiare. Vini tecnicamente perfetti e contemporanei. Fermentazione in legno con permanenza sulle fecce per 8 mesi circa. Concentrato e fine, agrumi caramellati, nido d’ape, noci tostate, burro e vaniglia. In bocca è esuberante e persistente.

Nykteri Gaia 2020-23

I vini di Paraskevopoulos sono sempre molto precisi. Utilizzo di legno sapiente, non invasivo ed integrato. la 2020 è solare con ventate fumé. Albicocca, pesca, limone maturo, nocciole al naso. Sapido, speziato, integro ed equilibrato. Sono vini che hanno bisogno di qualche anno in bottiglia.

Nykteri Koutsoyiannopoulos 2018-16-12

Stile molto tradizionale con 6 mesi di invecchiamento in legno usato. Leggera ossidazione (cercata), note di vaniglia e yogurt ben integrate e vagamente fumé.  Frutto polposo e maturo. Sapido con parte citrina non esuberante. Forse il miglior esempio di old style Niktery.

Nykteri Venetsanos 2022- 2016

Stile molto simile a quello di Koutsoyiannopoulos, o viceversa. Vini gastronomici che spesso hanno una piccolo residuo zuccherino a bilanciare l’alcool ed acidità.

Nykteri Santo 2022-21-19

Il legno non è ancora integrato con il frutto e l’acidità. Giocano spesso tra note floreali e note tostate. Hanno bisogno di tempo.

Hatzidakis 2021-20

Uno stile pieno con nocciola, miele e note ossidative e parte critica equilibrata.

Cuvée o selezioni

Anhydrous. Krama 2022

Vigne centenarie, poche centinaia di bottiglie. I vini di Apostolos sono tutti caratterizzati da una grande freschezza citrina ma nello stesso tempo da equilibrio. Complesso e stratificato: dalla frutta a seme a quella esotica con importanti parti iodate. Lungo, appagante, speziato.

Pyritis, A Karamolegos 2022

Vigne di 120 anni, 10 mesi sulle fecce fini e minima percentuale in legno vecchio.

Questo vino ha una complessità incredibile. Va da leggere note affumicate a erbacee (tè verde), frutta matura, lime maturo, pesca, ananas. In bocca è potente, maturo, intenso, speziato, concentrato e ancora astringente.

Terrasea, MikraThira 2021

Vigne di 80 anni localizzate sull’isola di Thirasía. 80% acciaio e 20% legno. Pesca, albicocca, liquirizia, salvia, caprifoglio con parti citrine mature. Acidità e salinità ben equilibrata, persistente lungo ed equilibrato. Mikra thira esce sempre un anno in ritardo per dare la possibilità a questo vino di sviluppare la parte citrina e floreale.

Super Premium/Cuvée e Vigne singole

Gerontampelo, Estate Argyors 2020

Letteralmente significa vecchia vigna. 12 mesi in acciaio sulle fecce fini e 12 mesi in legno. Limone maturo, caramello salato, succo di pompelmo, ananas, accenni di vaniglia, anice e leggera speziatura. Largo intenso ed imponente al palato.

Akulumbo, Oeno P 2021

Uve stramature, fermentato e maturato in anfora per 24 mesi. Alcol importante, 15%, ma molto ben integrato con la concentrazione. Note citriche molto mature con frutta esotica importante. Stratificato, complesso, piccante e salato, un vino che morde. Eccezionale come il suo prezzo oltre i 100 euro a bottiglia ex cellar.

Ftelos A. Karamolegos 2021

Vigna singola che fronteggia (Ftelos) la caldera vicino alla capitale Fira. Vigne di 150 anni, 24 mesi sulle fecce fini. Albicocca/pesca leggermente idrocarburico, alghe marine, pompelmo rosa. Straordinariamente elegante e equilibrato con un flusso piccante salato e balsamico. Limone candito, anacardi tostati, leggermente astringente. Splendido finale soleggiato, salato e cristallino.

Kavalieros, Sigalas 2022

Prima etichetta di vigna singola mai prodotta. 18 mesi sulle fecce fini. Timido e minerale all’olfatto. Il palato è sofisticato e stratificato, pieno e carico di frutta matura, spezie e note balsamiche. Elegante, e ben equilibrato, Kavalieros ha bisogno di tempo.

Plethora, Vassaltis 2020

Uno stile di Nykteri molto ricco ed intenso. Invecchiato in modo ossidativo con formazione di flor. Plethora ricorda un Vin Jaune. Intensamente sapido con frutta secca e vibrante freschezza.

(R)ampelia, Hatzidakis 2022

Vigna singola a Pyrgos-Megalochori. 30% invecchiamento in legno e 70% acciaio per un anno. Fermentazione spontanea e nessuna filtrazione. Un vino dove le note mediterranee (finocchio selvatico, elicriso) e la florealità (ginestra, lavanda) sono predominanti. Fresco e nel contempo pieno e complesso.

Vini Dolci

Per quanto riguarda il Vinsanto difficile trovare degli stili. Vini “giovani” di 10-15 anni mantengono freschezza e profumi meno concentrati con contenuto livello alcolico, di solito al di sotto dei 11,5%, mentre vini ultra invecchiati diventano a tutti gli effetti degli sciroppi concentrati di difficile beva ma di immensa complessità.

Gavalas Vinsanto 2017

Invecchiato in botti di rovere russo di oltre 80 anni. Albicocche sciroppate, uva sultanina, datteri freschi, tabacco biondo e caramello. La vena acida dell’Assyrtiko è ben presente e si bilancia con la dolcezza del vino.

Vinsanto late release Argyros 2002-3

Master del Vinsanto, Argyros produce questo vino da vigne di oltre 200 anni. 3 anni in vasche di cemento e 16 anni di invecchiamento ossidativo in legno. Colore marrone scuro. Denso e ultra concentrato. Datteri secchi, fichi, noci, nocciole, vaniglia, tabacco, cuoio, cioccolato, moka… quasi stucchevole da quanto  è dolce. Da assaporare a sorsetti, un nettare.

Vale la pena citare Canava Roussos, specializzato nella produzione di vini dolci ed unici produttori di Mavrathiro a bacca rossa.

Vinsanto 2006 (annata in commercio ora) e 2001 Roussos

Ambra scuro con profumi di nocciole tostate, frutta secca (albicocca), cioccolato, caffe e pepe nero. Lungo ed appagante senza essere stucchevole.

Mavrathiro Roussos 2008 (annata in commercio ora) – 1996

Molto balsamico con note di salvia, eucalipto, timo, rosmarino, cioccolato. Leggero tannino dolcezza estremamente bilanciata con la parte citrina. Unico.

Davide Buongiorno
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