A meno di un anno dalla riedizione aggiornata alle annate più recenti dell’agile volumetto di Jacky Rigaux, “Cent millésimes en Bourgogne 1917-2017”, ecco ora una nuova ambiziosa monografia sulle vendemmie borgognone dal 1845 al 2015.
Ne sono autori Allen D. Meadows, più conosciuto come Mr. Burghound (di cui i “borgognologi” smaliziati ben conoscono “The Pearl of Côte”, dedicato ai climats di Vosne-Romanée, e creatore di Burghound.com) e il noto collector Douglas E. Barzelay , colui che nel 2008 incastrò Rudy Kurniawan segnalando a Laurent Ponsot l’impossibile vendita di annate inesistenti del suo Clos Saint-Denis.
Straordinaria enciclopedia, più che una semplice guida, questo libro riporta letteralmente in vita 170 anni di storia del vino in Borgogna, basandosi, per la valutazione dei vini più antichi, su documenti dell’epoca e “impossibili” assaggi diretti di bottiglie ultracentenarie, che gli autori hanno potuto effettuare grazie anche alla disponibilità di alcuni produttori storici (come Pierre Gagey, Louis Latour, Bouchard Père, Comte Liger-Belair, Marquis d’Angerville ed altri) “who selflessy shared their cellar treasures and opened their archives”.
Ha scritto Aubert De Villaine che “non si possono apprezzare davvero i vini della Borgogna senza conoscerne la storia”. E la storia di questi vini è estremamente complessa, come appare fin dalle prime pagine di questo libro, che, pur essendo principalmente focalizzato sulla valutazione delle diverse annate, non manca di delinearne le fasi nelle efficaci sintesi introduttive che precedono l’esame di ciascun decennio.
Punto di inizio della ricostruzione dei due autori è la metà dell’Ottocento, con i difficili anni 1845-1849, nei quali la Borgogna vinicola si trovò ad affrontare una crisi profondissima, testimoniata drammaticamente da una caduta delle entrate del 55% nel decennio precedente. La viticultura borgognona, dopo la tempesta rivoluzionaria, era in piena anarchia, e il futuro delle varietà che l’avrebbero resa grande, il pinot noir e lo chardonnay, appariva gravemente minacciato dalla rapida diffusione del gamay e di altre varietà comuni ad alta produttività.
Furono vendemmie misere, quelle, anche per la qualità, illuminate solo dallo splendido 1846, prima delle quattro annate a 5 stelle (il livello qualitativo più alto nella scala valutativa adottata dagli autori) dell’Ottocento. Ma fu proprio in quegli anni, come riferisce Latour, che è anche appassionato storico, che i viticultori più impegnati, riuniti in assemblea, posero le basi per la rinascita, affermando quei principi fondamentali che avrebbero caratterizzato la viticultura della regione, primo fra i quali la delimitazione precisa dei cru migliori.
Nei due decenni successivi l’espansione della rete ferroviaria divenne il principale fattore della rinascita economica,che apriva le porte del futuro al vino borgognone, mentre la pubblicazione del libro del Dr. Lavalle (1855), ricostruiva la continuità ideale con la grande tradizione passata.
A spingere con forza in direzione del progresso fu un altro libro, di Jules Guyot (1860), inventore del famoso sistema d’impianto, che indicava nel ricorso alla scienza e alla tecnologia i fattori cruciali per il miglioramento della qualità dei vini.
Il ritorno della guerra , con il conflitto franco-prussiano del 1870 , segnò un brusco arresto di quel periodo favorevole, aggravato poi dall’invasione fillosserica, giunta al suo culmine nel decennio successivo, e dall’arrivo della peronospora.
Nell’ultimo decennio del secolo cominciava la nuova, lenta resurrezione: le vigne a piede franco erano infatti ancora la maggioranza, anche se erano già disponibili i portainnesto americani, e il 41% di esse era lasciato incolto nel 1889, ma intanto si facevano strada i nuovi sistemi di viticultura, con l’abbandono del provignage e la drastica riduzione della densità degli impianti. L’inizio del nuovo secolo vide il proseguimento, sia pur lento, della ricostruzione, scandita dalle gemme delle vendemmie del 1906 e del 1911, ma la prima guerra mondiale era ormai alle porte. ciò nonostante questo periodo regalò uno straordinario 1915, per gli autori, il più grande millesimo del XX secolo.
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Meadows, A.D. & Barzelay, D.E. (2018). Burgundy Vintages. A History from 1845. Tarzana (CA): BourghoundBooks.com, X+ 586 pp.,$ 79.99