Trattoria dei Tacconotti: pianura fuori, goduria dentro3 min read

“C’è qualche chilometro da fare ma in venti minuti ci siamo!” Quando Maurizio dice così vai tranquillo che l’oretta in macchina non te la toglie nessuno. Inoltre le pianure attorno ad Alessandria si assomigliano tutte (almeno per me) e Maurizio sembra divertirsi in un percorso a zig-zag che mi fa perdere il proverbiale (si fa per dire) senso dell’orientamento. Fatto sta che, come da copione,  in una cinquantina di minuti mi ritrovo in un gruppo di case circondate da una pianura che, per dirla con Guccini “sembrava arrivare fin dove l’occhio di un uomo poteva guardare”. Molto meno aulico è invece il nome del locale e della piccola frazione: Trattoria dei Tacconotti a Tacconotti, frazione di Frascaro.

La trattoria  nasce dalla tranquilla e pacata maestria di Anna e Carlo (la prima in cucina, il secondo in sala). Ho usato questi due aggettivi non a caso perché entrando nel locale ti senti già rilassato: saranno i colori alle pareti, sarà la sala arredata con elegante semplicità, sarà il rustico porticato esterno che ti ricorda tanto locali della tua (mia) infanzia, sarà soprattutto Carlo che emana tranquillo ed ospitale equilibrio da tutti i pori, ma ancora prima di sederti ti senti già seduto e coccolato. Se poi la serata è di quelle tranquille ed Anna può venire a parlarti dei suoi piatti il cerchio si chiude. E proprio da piccoli cerchi in tempura è composto uno degli antipasti estivi del locale: si tratta di anelli delle dolcissime cipolle di Breme, difficili da trovare ma facilissime da mangiare. Gli altri antipasti cambiano (come tutto il menù) a seconda delle stagioni e della disponibilità dell’orto: cito a braccio l’insalata di nervetti, le alici di Monterosso fritte (buonissime) e le zucchine, sempre fritte.

Sono passato veloce sugli antipasti perché volevo arrivare subito a parlare di un piatto, anzi di una scodella. Dentro c’era un minestrone di verdure con la pasta che mi ha fatto quasi piangere di gioia: erano anni che non trovavo un vero minestrone casalingo ma fatto con maestria da grande cuoca:  denso, profumato, ricco, vellutato, corposo. Della tipologia che ti alzeresti la notte per andare a mangiare quello avanzato. Un piatto che non si improvvisa e che ha bisogno di tempo e tranquillità per essere cucinato. Sullo stesso livello troviamo i panigacci al pesto, i corzetti (tipica pasta di Novi Ligure) sempre al pesto ma di maggiorana ed i classici agnolotti.

Dopo un primo come quello che avevo mangiato una buonissima parmigiana di melanzane (quasi del livello del minestrone) mi ha permesso di arrivare perfettamente sazio a fine cena. La scelta poteva anche cadere sul vitello in carpione o sul baccalà alla ligure, ma oramai la cena era improntata al vegetariano.

Ho detto una bugia: la cena non era finita. Di solito non mangio mai il dolce ma questa volta ho dovuto fare un’ eccezione (è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve farlo..) per la coppa di zabaione con pesca gratinata e soprattutto per il brodo di giuggiole, una specialità di Anna che, provate a dire, vi manderà in brodo di giuggiole.
Tra un brodo di giuggiole, una chiacchierata con Anna ( regina dell’orto e della cucina) sono riuscito anche a sbirciare nella carta dei vini, selezionata personalmente da Carlo, trovando  una buona selezione territoriale a prezzi assolutamente onesti.
E onestamente devo ringraziare Maurizio per avermi riportato (nei soliti “venti minuti”)in albergo: se avessi dovuto guidare io sarebbe stata più dura forse perché, sotto sotto, sarei voluto rimanere ai Tacconotti…

 

Trattoria dei Tacconotti
Fraz Tacconotti 17, Frascaro (AL)
Tel. 0131278488
Mail: tacconotti@trattoriadeitacconotti.it
Giorno di chiusura: mercoledì
Aperto solo la sera salvo il sabato, la domenica e i festivi
Ferie: gennaio
Prezzo medio: 35-40€ vini esclusi
Ricarico medio dei vini : 70%

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Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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