Tipa da piscina questa Dame Rousse?4 min read

I rosé sono  i vini che tutti amano (almeno a giudicare dai volumi di vendita), ma che pochi ammettono di amare, quasi che ammetterlo significasse non essere dei veri intenditori.

“Vini da piscina” è la tipica espressione con cui vengono talvolta  liquidati, per qualificarli come vini uncomplicated , da bere come aperitivo senza particolari pretese a bordo piscina. A costoro suggerisco vivamente di assaggiare un Tavel, come questo La Dame Rousse 2016 del Domaine de la Mordorée, oscar “prix-plaisir” di quest’anno tra i vini del Rodano per l’inossidabile coppia Bettane & Desseauve.

Il Tavel è solo rosé (non ve ne sono di bianchi e di rossi), ma non ha nulla in comune con i pallidi cugini della vicina Provenza: siamo  a sud della Côte-du Rhone, giusto a nord di Avignone; Châteauneuf-du Pape non è lontana.

Di colore rubino salmonato, abbastanza carico, quasi un clairet, il Tavel è sapido e speziato, ha una struttura che lo rende forse , rispetto ai rosé della new wave provenzale,  di accesso meno immediato ad essere consumato come aperitivo, lontano dai pasti. Si  accompagna  invece benissimo agli apéros dînatoires estivi,  su delle tapas variopinte e profumate.

Il “mio” è andato a nozze sulla paella che non ti aspetteresti, preparata da un semplice ristorantino vicino casa mia in Cilento, ma è, in generale, un ottimo partner per la cucina di pesce (da provare su delle triglie  alla livornese).

La mordorée che dà il nome al Domaine di cui stiamo parlando, è  la  beccaccia, evidentemente molto amata dalla famiglia Delorme, che ha scelto ,per denominare le sue cuvées , tutte espressioni che richiamano gli uccelli, come “La Plume du Peintre”, con cui sono indicati  i migliori millesimi.

Creato nel 1986 e situato giusto a Tavel, comprende una  cinquantina di ettari, e precisamente 50 di varietà a bacca rossa (naturalmente Grenache innanzitutto), e 4 di varietà a bacca bianca, distribuiti tra varie AOC (naturalmente Tavel e Lirac, Châteauneuf- du-Pape, Côtes-du-Rhône…), condotti con molto rispetto per l’ambiente da Christophe e Fabrice Delorme (ora, dopo la morte prematura del primo, dal solo Fabrice).

Il Domaine de la Mordorée ricava da essi, tra gli altri, due Tavel, La Dame Rousse, e La Reine des Bois. Il primo , che conquista subito  per piacevolezza di beva, è un Tavel di assemblage, ossia derivante da un blend dei suoli caratteristici di questa regione molto singolare: le Lauzes , diffuse nella  porzione a ovest di Tavel, una lastra calcarea molto fessurata e friabile, che le radici delle viti penetrano in profondità per assorbire l’acqua e il nutrimento di cui necessitano,  e i cui vini si distinguono per un’impronta minerale più decisa; i galets roulés, tipici del terroir  di Châteauneuf- du-Pape, presenti soprattutto nella sezione nord-orientale dell’appellation, su una specie di plateau di circa 110 m. di altitudine, in prolungamento delle vigne di Lirac. Si tratta di argille rosse e grosse pietre trascinate dal corso del Rodano: di qui vengono i Tavel più opulenti e tannici. Infine i suoli più sabbiosi (situati  a nord, a est e a sud-est), originati dalle frane provenienti dal plateau di galets, più poveri, ma drenanti, da cui vengono i vini più fini (un esempio? I vini del celebre  Prieuré di Montezargues).

Le cuvées elaborate da vigne di suoli mixati, come lo è  La Dame Rousse, sono più delicate ed eleganti, caratterizzate da profumi molto seduttivi di frutti rossi  (dalla fragola al ribes), con note agrumate, di pompelmo rosa e mandarino, e floreali (rose) , piacevolmente speziati. Ottimi sui piatti di pesce  anche in preparazioni ricche di spezie.

La Reine du Bois proviene invece da vigne coltivate su suoli ricchi di galets roulés: un vino più voluminoso, ricco di spezie, quasi un vino rosso.

Ma torniamo a La Dame Rousse. Proviene da circa 9 ettari di vigne piantate su suoli misti (galets roulés ,  lauzes molto calcaree e sabbiose): in grande prevalenza Grenache (60%), come prescrive il disciplinare, ma in un concerto di altre varietà locali (10% ciascuno di Cinsault, Syrah, Mourvèdre e 5% di Clairette e altrettanto di Barboulenc).

Si tratta di vigne vecchie, di circa 40 anni, con rese tradizionalmente basse (non più di 40hl. per ettaro). Le uve sono raccolte a mano, totalmente diraspate e fatte fermentare a 18° gradi con una macerazione a freddo tra 36 e 48 ore. Si tratta di un rosé che (udite , udite) ha resistenza: almeno tre anni, talvolta anche più, anche se ma a me piace colto nella sua giovinezza. Costo? Dai 12 ai 15 euro la bottiglia.

Domaine de la Mordorée, Chemin des Oliviers, 30126 Tavel,

http://www.domaine-mordoree.com.

Ettari di vigna di proprietà: 54.

Uve rosse, 50: Grenache 43%, Syrah 23%, Marselan 9%, Merlot 9%, Mourvèdre 8%,Cinsault 3%, Carignan e Cunoise 2% ciascuna, Vaccarèse 1%.

Uve bianche, 4:Viognier 57%,Grenache blanc 15%,Roussanne 7.5%, Barboulenc, Clairette, Marsanne e Picpoul 5% ciascuna.

 

 

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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