Terre d’Italia, è sempre un piacere!3 min read

E così Terre d’Italia è arrivata al settimo anno! E anche senza la proverbiale crisi direi, in quanto ormai non solo è diventata un appuntamento fisso tanto quanto quello con Terre di Toscana, ma con essa ne condivide oltre alla paternità anche il notevole successo.

Figlie entrambe de L’AcquaBuona, rivista enogastronomica on-line, sono infatti ormai due appuntamenti fissi da non mancare per appassionati ed operatori all’inizio di Marzo una e nella seconda metà di Maggio l’altra,  all’UNA HOTEL di Lido di Camaiore.
Una ottantina  anche quest’anno le aziende che, sapientemente messe insieme, hanno permesso ad operatori ed appassionati di assaggiare alcune delle migliori espressioni dell’enologia nazionale.


Grande affluenza  e mi hanno detto gli organizzatori che è stato registrato un record di presenze  sia la domenica,  di solito più frequentata da appassionati, che il lunedì, giorno  più adatto per gli operatori di settore.
Se proprio devo trovare un difetto, continuo purtroppo a segnalare la mancanza di uno spazio food simile a quello presente a Terre di Toscana, dove si potrebbero degustare prodotti tipici regionali a rotazione. Per esempio, la butto là come idea,  anziché prodotti locali della Versilia o comunque della Toscana,, ogni anno a Terre d’Italia potrebbero essere invitate aziende provenienti da una o più regioni ospitando  pochi stand a rotazione,  che presentino i loro  prodotti tipici.

Interessante lo spazio seminari di approfondimento, quest’anno dedicato alla Vernaccia di San Gimignano, un vino che nel 1966 ha ottenuto per primo il riconoscimento di DOC Italiana e che dopo un periodo “di moda” negli anni ’70 è poi stato bistrattato e solo ultimamente sta riconquistando il suo giusto spazio tra i vini che hanno una propria identità e valore.


Due i temi affrontati durante le degustazioni  sapientemente guidate da Ernesto Gentili: Domenica il titolo era 2016 un’annata da ricordare e attraverso dieci diverse etichette si è cercato di esplorare varie microzone del territorio pur mantenendo la costante del carattere tipico che l’annata, buona in generale per i bianchi e particolarmente felice a San Gimignano, ha regalato a questi vini.
Tutti ottimi, ma c’è sempre un preferito e per me stavolta “the winner is…” la Vernaccia di san Gimignano Riserva Sanice di Cesani. Colore  giallo paglierino con riflessi dorati, naso  fruttato e floreale ma molto fine ed elegante, con una nota morbida di vaniglia, entra in bocca con la stessa eleganza e mostra una bella sapidità ed un tipico retrogusto amarognolo, ammandorlato.
Il Lunedì Ernesto Gentili ha proseguito il suo viaggio tra le torri di San Gimignano con una seconda degustazione dal titolo Vernaccia di San Gimignano, una squadra vincente, dove è stato osservato il comportamento di questo vino in quattro annate completamente diverse tra loro attraverso dieci vini che le rappresentano al meglio.

Ma purtroppo un imprevisto mi ha impedito di partecipare alla seconda giornata, durante la quale i produttori  hanno stappato  interessanti vecchie annate: avrei anche voluto fare  un giro di degustazioni tra le varie espressioni di Pinot Nero di varia provenienza, qualche bollicina spaziando tra Prosecco, Franciacorta e Trento Doc magari assaggiando anche qualche esperimento di altri vitigni non tipicamente vocati alla spumantizzazione (mi hanno parlato per esempio anche di un nebbiolo spumantizzato con metodo classico che avrei voluto assaggiare) e poi provare qualche bianco interessante del nord, qualche rosso dell’Etna… peccato, sarà per l’anno prossimo.
Perché io, anche l’anno prossimo ovviamente ci sarò. E voi?

La foto di copertina dell’articolo è di Fernando Pardini, che ringraziamo.

Tiziana Baldassarri

Ho due grandi passioni: il mare ed il vino. La prima mi fa vivere, la seconda gioire. Dopo il diploma di aspirante al comando di navi mercantili ho lavorato nella nautica sia in terra che in mare per poi approdare a scuola, dove sono assistente tecnico mentre dopo il diploma di sommelier ho partecipato attivamente alla vita di FISAR  facendo servizi, curandone i corsi come direttore e ricoprendo cariche istituzionali.

Ma la sublimazione assoluta della passione enologica è arrivata con l’arruolamento nell’esercito di winesurf dove degusto divertendomi  e mi diverto degustando, condividendo sia con gli altri “surfisti” sia con coloro che ci seguono, le onde emozionali del piacere sensoriale.


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