Se le vie del Signore sono infinite, quelle del Signorelli lo sono quasi. E siccome per l’olivicoltura sono sempre tortuose e spesso parecchio acclivi, a praticarle ci vuole fede. O almeno molta fiducia.
Guardano, annusano, pare che ascoltino anche il rumore del frantoio (che cosa sentiranno io non lo so, ma loro di sicuro lo sanno), e poi si parlano soprattutto con occhiate!
Il nostro assaggio di Rufina del dicembre scorso è andato oltre il vino: abbiamo provato anche tredici extravergini, perchè una cantina toscana, specie di queste zone, non può prescindere da avere olivete accanto al vigneto.
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