I “forestieri” che mi hanno insegnato a mangiare cose nostre!

Ho avuto una mamma di origine contadina, una nonna di estrazione signorile, un babbo ghiotto, curioso e sanguigno, che praticava cucina alla domenica e per le feste ricordate. Ho frequentato più o meno furtivamente la cucina delle grandi fattorie, dove alla bontà delle fattoresse si univa la disponibilità di materie prime di alta qualità.



Olio nuovo, ma nuovo nuovo!

La Toscana avrà pure insegnato al mondo che è meglio raccogliere le olive appena mature, senza tanti indugi, ma molti hanno seguito, sempre più numerosi e ovunque. Del resto già duemila anni fa, nell’antica Roma, pare che venisse definito eccellente l’Oleum ex albis ulivis cioè l’olio ottenuto da frutti ancora pallidi.



Il mondo dell’olio

Viene a proposito questa edizione, uscita pochi mesi fa: ancora più del titolo, convince in copertina la sua presentazione come “Manuale Slow”. Un po’ per la garanzia del marchio Slow Food, e soprattutto perché a sfogliarlo mantiene le promesse e si rivela subito un oggetto da tenere appunto a portata di mano, da consultare nelle sue varie sezioni a seconda di voglia e circostanze.



Come si mangia l’olio? Con un libro!

E’ vero che qualcuno l’extravergine lo assaggia, anche se non troppi e non abbastanza secondo l’opinione di quelli come me che lo fanno. Guardiamo, scaldiamo appena il bicchierino col palmo della mano, facciamo rumoracci con la bocca che chiamiamo stripping per darci un tono. E dopo l’assaggio lo sputiamo, come si fa col vino. Cibo … Continua a leggere



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