Questo 109 con la sua freschezza, sapidità, note vegetali e agrumate che rimandano al pompelmo, unite ad accenni tannici e con un fin di bocca piacevolmente amarognolo, ben rappresenta la tipologia.
Con Damiano Ciolli ci conosciamo da tanto tempo, ovvero da quando io ero un aspirante sommelier che frequentava l’AIS Roma mentre lui, timido e riservato, era un giovane vignaiolo che affrontava il grande pubblico di appassionati di vino che si radunava all’interno delle patinate sale dell’hotel Parco dei Principi.
Dall’autostrada Orvieto sembra un iceberg di roccia, anzi la punta di un iceberg: quindi forse è giusto degustare in questa spigolo di tufo puntato verso il cielo solo la punta qualitativa dell’Orvieto DOC.
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