L’Emilia è per me per una storia di legami. Di amore. Di felicità. È una storia che unisce la vite al vino, alla terra, al destino e alla mia intera esistenza.
Campogalliano per me è era solo uno di quei posti che i bollettini del traffico citano per avvertire che c’è coda, soprattutto d’estate, e qualche volta anche nelle altre stagioni, perché lì si incrociano le autostrade e si fa un imbuto, tra la Brennero e quella del Sole. Però da qualche po’ ho scoperto che, se sono in viaggio ma non vado di fretta, a Campogalliano conviene imboccare il casello e fare una sosta.
Da almeno due anni non inserivamo tra i nostri assaggi quelli delle varie tipologie di lambrusco. Ci sentivamo un po’ in colpa e quindi a maggio l’abbiamo programmata in “pole position” tra le primissime degustazioni della nuova stagione, svoltasi come sempre all’Enoteca Regionale di Dozza, che ringraziamo.
Provate a mettere assieme le idee di tre amici, uno che lavora a quattordici scalini da casa, l’altro facitore di innumerevoli discussioni in osteria e il terzo che a otto anni si era vestito da grappolo di Sorbara, uniteci le foto scattate con il cuore e (per fortuna) con il bicchiere in mano da un … Continua a leggere