Storia di un secondo2 min read

Non è per niente enoica questa storiella, ma l’ho già usata una volta e credo sia un bel modo per augurare a tutti un buon 2018.

C’era una volta un secondo. Era uno dei tanti, non aveva nome, non era diverso in niente dagli altri, ma lui invece si sentiva diverso, pronto a grandi cose. Si preparava da tempo a svolgere il suo ruolo e si allenava con costanza, nella grande casa del signor Tempo (non quello dei fazzolettini).

Pur essendo solo un secondo sapeva che lui, assieme ai suoi fratelli era la base di tutto. Su di loro si basava sia il minuto, che tanto minuto non era perché aveva bisogno di sessanta di loro per esistere, sia la ben più importante ora, per non parlare dei  grandissimi e quasi infiniti giorno, mese e anno.

Ma lui era e rimaneva solo un secondo. Non per questo la sua vita era triste, sapeva di avere poco tempo per realizzare tutto quello che voleva, ma sperava di riuscire a fare qualcosa di importante, di rimanere nella storia (conosceva anche questo concetto, era un secondo istruito) soprattutto sperava che il suo tempo potesse dare gioia almeno ad un bel numero di persone.

Nel frattempo nella casa del tempo tutto andava avanti come sempre e piano piano il nostro secondo si preparava al suo momento. Dovete sapere che ad ogni secondo, pur essendo breve e quasi insignificante, il signor Tempo (non quello dei fazzolettini) aveva dato il dono di riuscire a vedere quello che accadeva quando “entrava in scena”, così ogni secondo poteva capire la sua importanza e vivere in un solo momento le vite di tutti. Non era cosa da poco.

Il nostro secondo lo sapeva e, mentre il suo tempo si avvicinava sperava di essere un secondo fortunato, di capitare in un momento particolare, unico.

E così fu: il nostro secondo fu il primo del primo giorno di gennaio 2018. La sua vita fu breve ma incredibilmente felice: attorno a sé vedeva solo sorrisi, molti forzati, ma i più veri e sinceri. Vedeva abbracci, baci, brindisi, sentiva attorno a sé speranza, gioia, voglia di fare, di cambiare, di vivere, di fare del bene (e purtroppo anche del male). Tutto questo in un secondo: ma in quel secondo lui visse alla grande.

Era solo un secondo ma la sua vita fu come l’aveva sognata. La stessa vita auguro a tutti voi. Buon anno.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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