Stampa estera: Wine Spectator vol. 463 min read

Immagine e titolo principale di copertina questa volta sono riservati a Gaylon Lawrence, con cui si  apre anche l’editoriale di Shanken. Lawrence, per WS, rappresenta il “new power player” della Napa Valley. Imprenditore di successo, con esperienze nell’agro-alimentare (grano, riso, cotone, limoni) in sei stati, dall’Arizona alla Florida, é entrato di forza nel settore vitivinicolo californiano  nell’arco di pochi anni. Nel suo carniere (ne parla James Molesworth) in uno degli articoli dedicatigli da WS in questo numero, Ink Grade, 750 acri, Haines Vineyard, 40,  Burgess Cellars, 49, Stony Hill, 168,  ma soprattutto  Heitz Cellar, 200 acri, la cantina che ha contribuito fortemente alla nascita del mito del cabernet sauvignon della Napa Valley.

In più l’accordo  per la fornitura di uve a lungo termine con Martha’s Vineyard, da cui provenne la mitica cuvée Heitz Cabernet del 1974, la più iconica del cabernet californiano. Dopo il lungo report-incontro con Lawrence di Mitch Frank, e alcuni articoli di approfondimenti tematici, il dossier si chiude con una ricostruzione dello stesso autore della storia del famoso Napa Cabernet 1974 di Heitz Cellars.

Dopo le pagine della gastronomia, dedicate al “comfort food” visto da cinque  ristoratori di successo (molte belle foto a colori dei piatti, le ricette e i “pairings”), tocca all’altro report principale di questo numero, dedicato alle ultime releases degli Champagnes, sull’onda dei 99/100  attribuiti a un millesimato: il Krug 2008. A parlarne é Alison Napjus, secondo la quale uno dei must degli champagnes é la possibilità di acquistare cuvée di vecchi e vecchissimi millesimi , affinate in condizioni perfette presso gli stessi produttori. Per WS il 2015 é stato un eccellente millesimo, valutato 94-97 punti: tra le annate del duemila solo la 2008  appare al di sopra (97), con la 2012 al suo livello (95).  In un trend comunque molto positivo, visto che soltanto la  troppo  generosa annata  2004 e la 2014 appaiono leggermente al di sotto (92-93 punti). Nella graduatoria dei favoriti della Alison, alle spalle del Krug 2008,é  un terzetto, costituito dal Dom Perignon della stessa annata, dal Cristal rosé 2013 di Roederer e dalla cuvée Winston Churchill 2012 di Pol Roger, si attesta a quota 97. Cristal 2013, Dom Perignon 202 e l’RD 2007 di Bollinger seguono a un punto di distanza.

Tra i non millesimati sono ancora due cuvée di Krug (la 169a ed. della Grande Cuvée e la 25a del rosé), e l’Initial  di Selosse a fare   strada con 96 punti, seguiti dalle migliori cuvée delle grandi Maison con punteggi leggermente inferiori: nel gruppo dei primi dieci anche la new entry del Fleur de Miraval, il rosé nato dalla joint venture Pitt-Perrin- Peters, con 94/100 (e il modestissimo prezzo-si fa per dire- di 350 dollari).

Prima della consueta “Buying Guide”,  sempre la Napjus presenta quattro diverse “success stories” di aziende che hanno realizzato champagnes  straordinari in questi ultimi anni: la cooperative Nicolas Feuillatte, Fleur de Miraval, Gonet-Medeville,  A. Margaine, Pol Roger. Ognuna di esse é corredata dagli assaggi dei loro champagnes, valutati tutti 90 punti o più a partire dale cuvée di entrata.

Merlot

Oltre alla consueta Guida agli acquisti che chiude come sempre i fascicoli di WS, con le ampie selezioni di assaggio del mese (nelle vetrine dei vini di maggior prestigio, tre Barolo: il Rocche dell’Annunziata di Rocche Costamagna 2019, 94 punti, il  Baudana 2017 di Luigi Baudana, 95 p. e il Mosconi 2017 di Pira Chiara Boschis, 95 p. ), le rubriche di Grape Vine con le news (lo shopping del Domaine Clarence Dillon , Haut- Brion, a Saint-Émilion in primo piano),  il focus sul merlot californiano a cura di Kim Marcus, le pagine dei columnist (Bruce Sanderson sul  centenario del Clos des Mouches , MaryAnn Worobiec con le sue  idee per le micro-wineries).

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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