Stampa estera a portata d clic: Decanter di luglio 20174 min read

Dalla License to kill di James Bond alla license to chill per i migliori 25 rossi per l’estate nel titolo principale di copertina di  Decanter. Altri titoli: alla scoperta dei Nebbiolo piemontesi great-value, quelli del Roero e delle Langhe, Champagne di vignerons con un’intervista ad Anselme Selosse, i vini di Santa Cruz.

Poi ancora (titoli piccoli): Azorre, Gaillac, Rueda, i super-sommeliers. In più, questa volta c’é il supplemento Bordeaux 2017, con la guida di Decanter ai vini, ai protagonisti e agli Châteaux.

Cominciamo dal fascicolo principale. Si apre, come al solito, con una bella foto a colori a doppia pagina: questa volta tocca a un First Growth di Bordeaux, lo Château Lafite-Rotschild.L’editoriale di Stimpfig (tristi considerazioni sui gusti enoici dei millennials), introduce le notizie del mese: naturalmente gli effetti delle micidiali gelate di fine aprile, le vigne “inglesi” di Taittinger, la scalata di Gaja ai vini dell’Etna,il rallentamento delle importazioni cinesi.

A seguire, le lettere dei lettori e le pagine degli editorialisti di Decanter: Jefford (di cambiamenti di casa e di trasferimenti di cantine), Anson (il libro e la vigna di Deirdre Heekin, da sommelière a winemaker garagiste  nel Vermont), la lettera da New York di Mc Coy (wine parties e tribù di bevitori nella Big Apple).

Dopo l’annuncio del Bordeaux Fine Wine Encounter che Decanter ha organizzato per il prossimo novembre, ecco il primo articolo vero e proprio, dedicato ai rossi per l’estate: quando, quanto e come raffreddarli, e poi i migliori. Tra quelli italiani (6 su 25) scelti da Decanter: un Grignolino, un rosso dell’Etna, un Dolcetto d’Alba, un Lambrusco reggiano,un Refosco, un Cerasuolo di Vittoria. William Kelley va alla ricerca di una rappresentazione più chiara della  maturità dei vini, analizzando quarant’anni dei vini della Napa Valley.

Seguono le schede di assaggio di alcuni Cabernet californiani che spiccano per equilibrio e maturità. La nuova frontiera rappresentata dai cambiamenti climatici é al centro dell’articolo che segue di Amanda Barnes.Segue l’assaggio di 10 vini argentini e cileni che aprono nuovi orizzonti di fronte al global warming.

Anselme Selosse, mitico champagnista, é il personaggio intervistato da Decanter in questo numero. L’intervista é accompagnata dalla degustazione degli Champagnes di Selosse della sua collezione Lieux-Dits (Cento punti su 100 per Les Chantereines di Avize).

Eccoci arrrivati al Profilo regionale: Santa Cruz Mountains, in California, dove sono le vigne centenarie di Ridge Montebello e molti altri vini da scoprire. Le Azzorre:un interessante servizio di Sarah Ahmed parla del nuovo impulso delle giovani generazioni alla vitivinicoltura di queste isole vulcaniche portoghesi: bianchi freschi e minerali   e interessanti vini liquorosi non fortificati.  I super-sommeliers  (quelli con la maglia con la S di Superman sotto il taste-vin) hanno acquisito una importanza che va ben oltre le sale dei ristoranti: ne parla nella sua inchiesta Elin Mc Coy.

Eccoci intanto alla sezione delle grandi degustazioni di Decanter.Dopo le consuete rubriche degli assaggi di Steven Spurrier e dei Weekday wines (molti vini italiani, tra cui il Kratos di Maffini), sono i due Panel Tastings del mese: i Nebbiolo con rapporto qualità/prezzo molto favorevole (i Langhe Nebbiolo, i Roero) e i Grower Champagne (gli Champagnes di vigneron: un excellent da 98 punti e tre outstanding, tra cui il Longitude di Larmandier- Bernier).

L’esperto (Sarah Jane Evans) sceglie nel servizio seguente i migliori Rueda Verdejo, interessanti bianchi della Castilla-Léon. Dopo la  pagina di Nina Caplan dedicata ai grandi vini australiani, seguono i ristoranti del mese e l’itinerario di viaggio: Gaillac, nel sud-ovest della Francia (hotels, ristoranti, consigli per le visite e lo shopping). Nelle Notes & Queries si parla di  alcol nei vini , di Alsazia , di tappi di vetro. La rubrica dedicata alle varietà di uva da vino si occupa della Limniona greca. C’é il Market Watch (i vini da collezione, le aste), poi si chiude con la leggenda: un Pomerol, il Le Pin 1982.

Come abbiamo già anticipato, questo mese Decanter si sdoppia per presentare il suo supplemento annuale dedicato ai vini di Bordeaux , 130 pagine a colori, nelle quali si parla di: grandi bottiglie del passato, il nuovo innamoramento del mercato americano, l’annata 2002 rivisitata da Jane Anson, le sei game changers del vino di Bordeaux, le eccitanti prospettive dell’annata 2015, i grandi Fifth growths, da Pontet-Canet a Grand Puy-Lacoste, che sconvolgono le gerarchie, i vini dei grandi négociants

E ancora: una guida all’Haut-Mèdoc, i migliori vini bio-dinamici di Bordeaux, il profilo dello Château Brane-Cantenac, 30 anni di Pessac-Léognan secondo James Lawther, uno sguardo al grande plateau calcareo di St.Emilion e i suoi vini (da Château Canon a Château Fourtet) di Jane Anson, le opportunità “d’oro” di Sauternes (negli ultimi dieci anni un terzo dei First growth  ha cambiato proprietario).

Dopo l’appello di Stimpfig (Sauternes ha bisogno di voi: bevete più vini moelleux), si chiude con l’ospitalità ai turisti nei grandi Châteaux bordolesi (Vivere da sogno) e la tabella delle annate da bere e da conservare. Molti anche gli  articoli promozionali sulle regioni meno conosciute del bordolese .

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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