Stampa estera a portata di clic: Wine Spectator, marzo 20183 min read

Nella foto di copertina c’è una bella immagine di un ambiente della Chartreuse de Cos d’Estournel, una residenza privata del famoso Château di St. Estèphe, nel Médoc,  a disposizione di quegli ospiti, ovviamente molto danarosi (si pagano 24.000 dollari per notte, includendo cibo e vini), che desiderino  vivere la vita della proprietà: 6 camere e due suites , una cantina privata e uno chef.

Il titolo grande è per Bordeaux e la grande annata 2015, ritenuta la migliore dal 2010. Il titolo è poi ripreso dall’editoriale di Shanken e Matthews, dal titolo “With 2015, Bordeaux is back”. Sempre in copertina: viaggio a Bordeaux, la guida per i wine lovers; il Pinot noir eccelle nella Williamette Valley, nell’Oregon; Christie Kerr, professionista del golf parla di vino (intervista nella rubrica “People”).

Cominciamo dunque con la vendemmia 2015 a Bordeaux. Annata straordinaria sulla Right Bank (97 punti), eccellente sulla Left Bank e nel Sauternais/Barsac. Un’annata calda e secca, che ha favorito particolarmente i suoli argilloso- calcarei di St. Émilion e Pomerol, ma buoni risultati sono stati conseguiti anche nel Fronsadais e nel  Castillon. Molto bene anche sulla Left Bank : superba Margaux, ma risultati considerevoli sono stati anche a St. Julien e Pauillac.

I Top scoring di Molesworth non rappresentano una grande novità: sulla Rive Gauche,tre Premiers cru (Margaux, Haut-Brion e Latour) tra i primi 5 punteggi più alti e due Supersecond (come Léoville-las-Cases e Ducru-Beaucaillou, entrambi a St. Julien). Subito sotto  l’altro Premier cru (Mouton-Rotschild), Palmer e La Mission-Haut Brion.

Sulla Rive Droite, St. Emilion al vertice , con 8 vini top su 10: Cheval Blanc. Mondotte e  Pavie su tutti. Nel Sauternais, gerarchie rispettate: Yquem, Climens, Guiraud, Suduirot, con l’intrusione di Doisy-Daëne(la cuvée L’Extravagant). I bianchi secchi: Haut-Brion e La Mission_Haut Brion,  Haut Lafitte e Chevalier. Sorpresi?

A Bordeaux sono dedicati anche altri articoli: il primo immediatamente dopo sui leader della nuova generazione. I nomi? I due figli di Lilian Barton-Sartorius (nipoti di Anthony Barton, Château Léoville-Barton), Stéphanie de Boüard-Rivoal e il cugino Thierry Grenié de Boüard allo Château Angélus, Jean-Charles Cazes, della dinastia Cazes, Lynch-Bages, e naturalmente Edouard Moueix, figlio di Christian (La Fleur-Pétrus , Trotanoy e Bélair-Monange , nella Right Bank).

 

Dopo la Guida alfabetica all’annata 2015 a Bordeaux (elenco dei diversi Châteaux in ordine alfabetico, con prezzi e valutazioni in centesimi dei vini prodotti), ecco il  servizio  di Suzanne Mustacich dedicato al lusso delle residenze e delle tavole  dei grandi Châteaux bordolesi pre-annunciato dalla foto di copertina.

Gli articoli residui di questo numero ci portano fuori da Bordeaux: Tim Fish parla del crescente successo dei vini della Williamette Valley, complici tre ottime vendemmie consecutive (2014-2016). I vini top sono due Pinot noir di Beaux Frères  del 2015 (95 punti) e uno Chardonnay di Evening Land; le wineries da seguire  Big Table Farm di Brian Marcy e Clare Carver e Lavinea  di Greg Ralston e Isabelle Meunier.

Si chiude con l’Alto Adige: Robert Camuto parla dell’architetta-vignaiola Elena Walch. Poi, naturalmente,  c’è la Buying Guide, 25 pagine di brevi descrizioni  e di ratings di vini europei e del Nuovo Mondo.  C’è molta Francia, mentre l’Italia è presente con Piemonte, Sicilia, Toscana e Veneto (le altre regioni sono condensate sotto la label “Altro”). Nella vetrina, questa volta , insieme con gli immancabili vini francesi , l’Italia è presente con molti vini nelle categorie di maggior prestigio,  naturalmente da Toscana e Piemonte, ma ci sono anche un rosso dell’Etna e un bianco di Radikon.

Che altro? Dell’editoriale si è detto (la vendemmia 2015 riporta in alto Bordeaux), poi ci sono  la posta dei lettori, gli avvenimenti del mese  (le tasse del vino, ancora sugli incendi nelle vigne), le rubriche di GrapeVine (i formaggi italiani in Cheese,Bourbon nella rubrica Spirits, il Perfect match-coda di bue col Barolo), le pagine dei columnists  (Laube sulla fine dell’era dei  Cabernet di culto degli anni ’90; Kramer  sul piacere della semplicità nel vino). Si chiude, come sempre, con la pagina didattica di Dr. Vinny (un lettore chiede di spiegare la differenze tra claret e meritage; in omaggio a Bordeaux e alla sua cucina si parla del “mostro” dei fiumi  bordolesi, la lampreda).

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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