Stampa estera a portata di clic: Wine Spectator, Maggio 20173 min read

La nuova parola magica è Food pairing, come scegliere i vini per accompagnare al meglio i cibi, ed è al centro della copertina di questo numero, che propone l’immagine di una tagliata di manzo e di varie salsette in compagnia di due bicchieri di vino rosso.

Gli altri titoli sono per i  rossi della Borgogna da comperare, i vini top e i best values cileni, e il gusto affumicato nei whisky scozzesi. L’editoriale di Shanken e Matthews anticipa i servizi più importanti del fascicolo, soffermandosi particolarmente sul wine and food matching.

Dopo la posta dei lettori, è la volta delle rubriche di Grape Vine.I temi trattati: il vino nelle sale cinematografiche e a teatro; le notizie dal mondo (il ritiro di Laurent Ponsot dall’azienda di famiglia e la sua nuova maison de négoce; le lotte dei vignaioli sudafricani contro le miniere; l’acquisto della proprietà Fetzer, a Mendocino, da parte di Flow Kana,distributore di cannabis in California); il vino e la salute (meno rischi di malattia in viaggio, i benefici del vino contro il decadimento cognitivo); i ristoranti, i viaggi, wine and design (la casa di Joe Anderson e Mary Dewane, proprietari della  Benovia Winery).

Il Wine Focus  di questo mese è dedicato al Sauvignon californiano, poi, dopo lo shopper, le pagine degli editorialisti: in “Keeping the Dream Alive”, James Laube parla dei vini della Dry Creek Valley californiana e la sua ricerca di autenticità; il tema di Matt Kramer, invece,  sono le great expectations (grandi aspettative) e la wine epiphany.

Infine Bruce Sanderson, in “Annus Mirabilis”, parla della straordinaria vendemmia 2015 del Domaine de la Romanée-Conti: mai i suoi vini sono stati così buoni.

 

Ed eccoci alle regole del Food pairing secondo Harvey Steinman, dal 1984 a Wine Spectator. Si tratta di un ampio servizio, accompagnato da numerose foto, nel quale si presentano alcuni piatti che meglio possono accompagnare i vini amati dagli americani (gli sparklings,  sauvignon blanc & chardonnay,pinot noir  e cabernet).

Bruce Sanderson è l’autore del servizio che segue, dedicato ai rossi borgognoni della vendemmia 2014 : 95 punti è il voto dell’annata , ai livelli di 2009, 2010 e 2012, al di sotto, negli ultimi dieci anni, solo al 2005. Tra i Top Wines, trionfo dei vini di Gevrey-Chambertin , con sei vini tra i primi dieci, largamente vincitore su Vosne-Romanée e Chambolle-Musigny. Attenzione: tra i migliori 10 rossi ce n’è anche  uno della Côte-de-Beaune: è il Volnay Clos des Ducs del Domaine d’Angerville.

 

Tra i best values, invece, grande successo dei vini di Marsannay (sei tra i migliori 10). A seguire, la Guida Alfabetica ai Rossi di Borgogna, con un elenco delle principali aziende (per la verità qualche assenza di rilievo si nota), con gli scorse di 500 vini dell’annata 2014. Jack Bettridge, nel suo articolo, parla dell’importanza della torba e dell’affumicatura nei whisky scozzesi, poi Kim Marcus elogia la resilienza dei winemakers cileni che hanno resistito  a diverse vendemmie difficili (88-91 punti per le ultime otto annate). Tra i vini raccomandati da Marcus, oltre ai Cabernet, spiccano i Syrah (cinque tra i primi dieci), latitano i Merlot e i Carmenere.

Siamo intanto arrivati alla Buying Guide, che chiude il fascicolo.Il Grande Cerzito (Taurasi di Quintodecimo) del 2011 è l’unico italiano, questa volta, tra i vini fuoriclasse. Tra gli acquisti intelligenti ci sono però un Chianti classico  e due Sangiovese toscani. Infine la pagina del Dr. Vinny, che si intrattiene sulla Pinobility, la nobiltà dei Pinot neri del mondo.

 

$6.99in Italia

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


LEGGI ANCHE