Stampa estera a portata di clic: a Revue du Vin de France, no.614-20174 min read

E’ più ricco di quelli degli altri anni questo numero di settembre, come di tradizione, dedicato alle Foires aux vins, ossia alle grandi offerte di stagione nei super e iper-mercati di Francia, un segmento commerciale che, in quella nazione, ha un’importanza maggiore che da noi anche per il vino.

Oltre al titolo grande (Tutto sulle Foires aux vins) che campeggia nella parte alta della copertina, i sottotitoli ad esso collegati ricoprono buona parte del resto: gli affari migliori, il tour de France attraverso gli ipermercati e i grandi cavistes, le buone occasioni su Internet.

C’è però spazio  anche per : la degustazione completa delle annate 2014 e 2015 dei crus classés di Bordeaux, l’oro di Vouvray (il Clos Naudin), l’intervista ad Alain Dominique Perrin, le cantine degli architetti, tesori di Borgogna (i vecchi millesimi ancora reperibili presso i Domaines).

Si comincia con l’editoriale di Saverot, che prende lo spunto da Éloi Dürrbach, proprietario del Domaine de Trevallon, per parlare dell’importanza delle relazioni tra vignaioli.

A seguire, l’annunciata intervista a Perrin, proprietario di Lagrézette a Cahors , su bio e Cina (ma anche, naturalmente, su Cahors, Parker e terroir).

Le pagine dell’attualità: tra  queste, l’orco acchiappa tutto Amazon, che vuole divorare anche il commercio del vino francese, il ritorno della Bretagna alla coltivazione della vite, i quasi 7.000 ettari di vigna coltivati in biologico di Ho-Lan Soul che ne fanno il più grande vigneto bio della Cina, Sanderens e il vino, anche i giganti del vino dichiarano la lotta allo zolfo, il Portogallo, che si accinge a diventare (nel 2020) il paese europeo maggior  consumatore di vino, Ganevat e Coutet finalmente nel Gotha dei vini della famosa Guide Verte della RVF, Bruno Quenioux, il grande caviste di Philovino e il vino in bag-in-box.

Poi: vini e filatelia nella rubrica “Art e enchères”, Ancelot winetrotter e blogger di vino parla dei vini di Cipro, le lettere dei lettori. Il primo grande servizio di questo numero è dedicato alle grandi caves disegnate dalle archistar (da quella di Cheval Blanc realizzata da  Christian de Portzamparc  al faro di Verzenay di Janisson, disegnata da Giovanni Pace). Ci sono anche due cantine italiane: Petra e Tenuta Castelbuono.

Eccoci finalmente alle Foires aux vins: oltre 100 pagine dedicate ai grandi siti commerciali del vino, dagli ipermercati ai venditori su Internet. Qualche occasione? A meno di 5 euro : L’Insoupçonnée 2016, Côtes de Bordeaux della Maison Lebègue da Auchan (€ 4.30). A meno di 8 euro: Bastide Miraflors Côtes de Roussillon da Lidl (€ 7.99), Les Crestes, Marcillac 2016 (€ 6.95) dal Repaire de Bacchus, Château Pont de Longuay 2014 , un Blaye-Côtes de Bordeaux (€ 6.90) da Wineandco, Château Moulin de Cassy, Médoc, 2013 (€ 7.95),da Chateaunet . Se saliamo fino alla soglia dei 10 euro, le cose si farebbero assai più lunghe.

Una chicca: da E.Leclerc, a Pierry , si può trovare il Romanée-Conti 2013 (al modesto prezzo di € 13.990).

Siamo intanto arrivati al grand accord del mese: a suggerirlo (triglia farcita alle bietole e Château Haut-Brion rouge 2014) è Vivien Durand del Prince Noir di Lormont. Più avanti, nella sua rubrica, Olivier Poussier “coniuga” il Salers  (formaggio a pasta pressata non cotta del Cantal) e il vin jaune dello Jura.

L’itinerario turistico di settembre è in Italia, la Toscana occidentale, poi il dottissimo Pitte parla del rancio sec, il topazio del Roussillon. Per il confronto tra stili , questa volta sono di fronte due insoliti bianchi secchi bordolesi: Domaine de l’Alliance  (nel Sauternais) e Château Vieux Taillefer (a Saint-Émilion). Nel suo reportage, Pierre Casamayor presenta il Clos Naudin, a Vouvray, icona dei grandi moelleux della Loira (naturalmente sublime il 2009).

Dalla Loira si va nell’Auxerrois, per parlare dei lieux-dits di un insolito rosso nordista , l’Irancy.

Prima della sezione dedicata alle grandi degustazioni seriali, c’è un po’ di spazio per la pagina di Lapaque (l’importanza di vendemmiare per ultimi),i liquori della Champagne (marc e ratafià), l’angolo dei collezionisti (l’ascesa dei millesimi “minori”a Bordeaux e in Borgogna).

Eccoci all’inserto finale, dedicato questa volta a  Bordeaux crus classés 2014 e 2015 finalmente assaggiati in bottiglia,e ai migliori vecchi crus (dal 1988 al 2012) di Borgogna e Beaujolais ancora reperibili presso i Domaines che li hanno prodotti. Una rarità? Un Aloxe-Corton 1988 del Domaine Rapet in vedita a 71 euro.

Infine: per la serie “I gesti dei vignerons”, si parla di come realizzare un pied de cuve per favorire la fermentazione con i lieviti indigeni, e il dibattito intorno a una bottiglia, tra Alexis Goujard e Olivier Poels (Champagne Charles Hedsieck Brut Réserve ) .

In aggiunta a questo numero è la guida tascabile ai millesimi di Francia (2010-2015).Come sempre, è Bordeaux a farla da padrone, con 63 pagine su 65. Poi le briciole: una paginetta per la Borgogna e un’altra per il Rodano. Alsazia, Loira e Champagne si accontentino.

 

€ 7.95  in Francia, € 8.60  in Italia

 

 

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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