Stampa estera a portata di clic: En Magnum, n. 11, Aprile-maggio 20185 min read

La Magnum  di copertina di questo numero è in realtà una doppia magnum di COS 100, una cuvée speciale di Cos d’Estournel, 100% Merlot, proveniente dalla cosiddetta “vigne des femmes”, perché piantata, nel 1915, da donne, in quanto gli uomini erano al fronte. I titoli di accompagnamento: Bordeaux , il millesimo 2017 rivelato; i nostri 2015 preferiti; il ritorno di Bordeaux. E poi Borgogna: intervista a Aubert de Villaine; i 25 vini top della Borgogna; le vere nuove star della Côte. I titoli minori (in alto): La Corsica di Michel Bettane, un terroir unico; la Bande Déssinée di Régis Franc.

Cominciamo da Bordeaux. Si inizia proprio con il “ritorno” di Bordeaux, di Nicolas De Rouyn. Dai vini più costosi a quelli più economici, Bordeaux si scuote dal suo torpore e risponde a chi vorrebbe sotterrarla. In un altro articolo , négociant a Bordeaux  specializzato nei grands crus, ribadisce lo stesso concetto .

Più avanti Michel Bettane fa il punto sull’annata 2017 a Bordeaux alla vigilia della settimana dei primeurs, soffermandosi sugli effetti dei cambiamenti climatici:  Merlot in difficoltà, anche se alcuni sono anche più armoniosi di quelli del 2016; Cabernet che non hanno dappertutto  la densità  attesa, ma una evidente finezza.  Verso la fine di questo numero, nella sezione Grand Tasting , Thierry Desseauve descrive la degustazione dei Bordeaux del 2015, confermandone l’altissima qualità.

Ben 5 vini raggiungono quasi il massimo punteggio (19.5/20), due sono Saint-Estèphe (Montrose e Calon-Ségur), due Saint-Émilion (Figeac e Trottevieille), e Léoville-Las Cases.  Ben 11 vini hanno poi raggiunto i 19 punti. E’ ancora Bordeaux con  la verticale di Léoville Las Cases dal 1975 al 2014. A parte i grandi millesimi degli anni duemila (2000, 2005, 2009 e 2010), grande riuscita del 2014 e  2008 sorprendente.

E’ ora la volta della Borgogna, l’altra protagonista di questo numero. Ad aprire la serie dei contributi dedicati a questa regione,è un ritratto di Cécile Tremblay .

Dopo aver fondato il suo Domaine nel 2003, i suoi vini sono già ormai fuori prezzo, tanto sono ricercati. Partendo da soli 4 ettari di proprietà, passerà tra qualche anno a 7, quando potrà sfruttare le nuove acquisizioni. L’articolo di Gilles Durand-Daguin (pp.50-55) parla della fenomenale ascesa dei vini borgognoni, rispecchiata dall’algoritmo di Wine Lister. Nella speciale classifica dei vini più quotati, la testa è occupata da ben 4 i grandi crus del Domaine  de la Romanée-Conti, partendo naturalmente da La Romanée-Conti, incalzati però  dal mito montante dello Chambertin del Domaine Rousseau (anche il Clos de Bèze in questa classifica) , che ha scavalcato  gli altri due  rossi del DRC (Grands Échezeaux ed Échezeaux) e il Montrachet (primo tra i bianchi, a precedere lo Chevalier-Montrachet e il Bâtard-Montrachet del Domaine Leflaive.

L’articolo che segue presenta  i sei vignerons borgognoni emergenti, di cui si parlerà molto nei prossimi anni: Audrey Braccini , del Domaine Ferret, Arnaud Mortet, i due fratelli Ente, Arnaud e Benoît,Jean Pierre Guyon,e Thomas Bouley. Thierry Desseauve intervista Aubert de Villaine sulla “sua” Borgogna, mentre Anders Peterson delinea un ritratto di un altro grande borgognone, nipote e vero figlio spirituale del non dimenticato Henri Jayer , Emmanuel Rouget, e descrive l’assaggio di cinque suoi crus, tra i quali il mitico Cros Parentoux (2008 e 2015).

Nel numero non si parla solo di Bordeaux e Borgogna. C’è innanzitutto un bel servizio fotografico sui vini delle isole (da Brač, in Croazia, a Malta, fino a Waiheke Island, in Nuova Zelanda, e Bali, nell’arcipelago indonesiano). I vini delle isole ritornano poi nell’articolo di Michel Bettane , della serie “Psychanalyse de terroir”, sulla Corsica. Ad accompagnarlo le 10 star dell’isola e i 3 indirizzi da non mancare di Bettane.  Il giornale ci porta poi  nella Loira, per scoprire o riscoprire il Clos de la Coulée-Serrant, a Savennières, dell’enfant terrible dell’Anjou, Nicolas Joly.

Una verticale dal 1971 al 2015 vede ai vertici 2009, 2004 e 2003 (18.5/20), con 2012, 2005 e 1997 appena un soffio sotto, tra le annate più brillanti. Ancora un terroir, l’Austria, questa volta per parlare dei suoi poco conosciuti rossi. Ne parla Mathilde Hulot recatasi nel Carnuntum, il terroir situato tra Vienna e Bratislava, per scoprire l’isola rossa nel mare dei bianchi austriaci, nella quale crescono lo Zweigelt, il Blaufrankisch e il Saint-Laurent.

C’è molto altro ancora, in questo numero di primavera. Il primo articolo al quale vogliamo accennare è  un servizio sugli italiani di Parigi (“Avanti popolo”): una trattoria, una pizzeria o un’enoteca italiana sono ormai in tutti gli angoli delle strade della capitale. Quali sono i migliori? Qualche nome: Passerini, star dei foodingues,  in rue Traversière; l’Osteria Ferrara, nuovo locale “bistronomico” di Fabrizio Ferrara, già al Caffè dei Cioppi, in rue Dahomey; Daroco, a rue Vivienne (qui, cucina italiana classica e moderna a prezzi da Paris Centre); Graziella, pizzeria di tendenza in rue des Petites Ecuries.

L’elenco continua. Per “Soirée diapo”, un servizio fotografico di Pascale Cassagnes parla delle vigne in modalità slow: la piacevolezza dei ritmi lenti nei luoghi del vino. Ancora foto grandi a colori per Têtes de Cuvée n.11, galleria fotografica dei personaggi del vino. Questa volta si occupa di Champagne, e ad aprirla è Vitalie Tattinger, “figlia di” , da tempo preparatasi a prendere le redini della Maison di famiglia con il fratello. L’articolo tecnico di Véronique Raisin si occupa dei lieviti , i micro-organismi che conferiscono rotondità, aromi e “grasso” ai vini. Poi ci sono le consuete rubriche : dalle notizie agli abbinamenti (questa volta si parla di formaggi e di dessert), al dopo-cena (cognac e cioccolato), gli assaggi di Les magnums d’En Magnum, con al centro i vini del Sud del Rodano, “la cassa da sei” (i  vini con ottimo rapporto qualità/prezzo da inserire  nel proprio cartone degli acquisti), lo shopping  degli accessori da vino, e naturalmente  i dissacranti fumetti di Régis Franc sul popolo delle vigne. Si chiude con le micro interviste di Margot (Ducancel) : quattro donne di meno di 30 anni alla testa delle loro imprese.

En Magnum. Le Vin + Grand, € 6.50  in Francia

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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