Stampa estera a portata di clic: Wine Spectator 11-20184 min read

La foto di copertina raffigura  i fratelli Coulon, del Domaine de Beauregard, produttori di un ottimo Châteauneuf-du-Pape, mentre  il titolo grande indirizza l’attenzione dei  lettori sui vini del Rodano Sud. Titoli minori sono per il Gigondas , i suoi vini e i suoi luoghi di charme, e per il nuovo fascino del Merlot della Napa.

Cominciamo perciò dal Rodano meridionale.  Un “antipasto”, dopo l’editoriale di Shanken e Matthews, anch’esso principalmente focalizzato sulla Valle del Rodano, é nella sezione Travel di Grapevine, nella quale James Molesworth descrive I suoi indirizzi preferiti. Si comincia a far sul serio più avanti con un primo ampio servizio dello stesso Molesworth, che parla dell’esemplare annata 2016, con la quale la parte sud della Valle del Rodano raggiunge un nuovo traguardo di grande qualità, che pareggia gli eccellenti risultati del Nord . Nella classifica degli ultimi millesimi, infatti, l’annata 2016, con 97/100,   si pone appena un punto al di sotto della grande annata 2010  e due rispetto all’eccezionale 2015 (99/100).

Una primavera moderatamente umida ha dato l’avvio ad una lunga estate  e ad una vendemmia tardiva, dalla quale sono venuti vini rossi maturi e di grande purezza e bianchi scintillanti, di eccezionale freschezza. Le migliori bottiglie per Molesworth, a sud, tra gli Châteuneuf-du-Pape (più di 20 vini con punteggi di almeno 95/100), sono quello della Collection Charles Giraud del Domaine St.-Préfert, naturalmente del 2016, con 99/100, e il Grenaches de Pierre, dello stesso Domaine, appena un punto al di sotto. Ma valutazioni molto elevate hanno raggiunto anche i Gigondas, con al vertice ben tre vini dello stesso Domaine de St.-Cosme (98/100 per il La Poste 2016).

A nord una ventina di vini sfondano la soglia dei 96 punti, con quattro a tirare il gruppo con 98/100, due Hermitage di Chapoutier (L’Ermite e Le Méal), quello di Jean-Louis Chave, e , sorprendentemente, il Cornas 2015 di Clape. Tra i bianchi a eccellere sono un Hermitage blanc e un Condrieu (ancora Chapoutier e , per questi ultimo, il Domaine Georges Vernay, 98 punti per entrambi), ma non sono da meno anche i migliori bianchi sudisti di Châteauneuf-du-Pape. Tocca poi a Robert Camuto preesentare i volti nuovi di Châteauneuf: Le Clos du Caillou, il Domaine Tour St.-Michel, il Domaine de Cristia e il Domaine de la Chardonnière.

Ancora Rodano: é di nuovo Molesworth  a focalizzare il discorso sul Gigondas, la nuova stella del Sud del Rodano, con i suoi irresistibili rossi a base di Grenache. A completare il report di Molesworth, seguono i ritratti di 11 produttori (non tutti nuovissimi, per la verità) da conoscere assolutamente. Chiude il capitolo Rodano Emma Balter con una breve presentazione delle principali appellations, dedicata ai lettori che non si orientano in questo territorio.

Eccoci dunque  al Merlot californiano: “Picchi e  vallate” é il titolo dell’articolo di Kim Marcus , che commenta un buon 2015, sia pure non ai livelli del 2009, ma  un solo punto al di sotto , con i suoi 91/100, della performance del 2014 (come sempre la Napa Valley diversi punti al di sopra  di Sonoma). Nella lista dei preferiti, i punteggi di vertice sono per il Merlot Howell Mountain 2015 di La Jota e l’Oakville di Oakville Estate Vineyard dello stesso anno di Venge.

Eccoci all’ultimo servizio di questo numero, posto proprio in apertura:  é un menu di Rich Melman, ristoratore  del Booth One di Chicago e del suo chef Doug Psaltis:  cinque pagine a colori per descrivere le ricette e gli abbinamenti suggeriti. Cos’altro resta? La posta, le notizie del mese  e le altre rubriche della sezione GrapeVine (in quella dedicata ai formaggi si parla della zuppa valdostana e della fontina, mentre il cognac é protagonista di “Spirits”), con il Wine Focus di questo mese, dedicato ai vini austriaci  (ne parla Aleks Zacevic) e la Retrospettiva sul “magico” Masseto , a cura di  di Bruce Sanderson (per i curiosi, Sanderson assegna il punteggio più alto, 99/100, ai vini delle annate 2001 e 2008, ma 2015 e 2016 si avvicinano).

Eccoci alle pagine dei columnists. Intervengono Harvey Steiman (su vini e carni) e James Molesworth (Louis Barruol e la difesa dell’eredità del Gigondas). Infine , come sempre, la Buying Guide:  tra i molti vini rodaniani “highly recommended”, un Bolgheri superiore di Poggio al Tesoro . Si chiude con il Perfect Match: quello del pollo arrosto con il Beaujolais.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


LEGGI ANCHE