Stampa estera a portata di clic: Terre de Vins, N. Spécial ,Hors-série 20194 min read

Questo numero “hors-série” è specialmente dedicato alle regioni del Sud della Francia: Languedoc, Roussillon, Rhône, Provence, Corse. Al centro della copertina è   la foto di gruppo della famiglia Brotte, vignerons a Châteauneuf-du-Pape, accompagnata dal titolo grande: “Numéro spécial Sud”.

La struttura di questo fascicolo , come suggerito anche dai sottotitoli (Escursioni, Degustazioni, Talenti) , è del tutto similare a quella di  altri numeri fuori collezione  specialmente focalizzati sull’enoturismo.  Per ciascuna area vinicola è individuata una particolare sottozona, la cui descrizione, dopo una breve nota introduttiva, è articolata in un numero più o meno ampio (in questo caso sei) di Domaines ritenuti di particolare interesse, una scheda sintetica di una pagina, nella quale  sono riportati i suggerimenti su dove mangiare bene, dove dormire, le attività  da scegliere.

Successivamente, un “ambasciatore” della zona, un personaggio, non necessariamente professionista del settore, che la  conosca e la ami particolarmente e sia ritenuto il più indicato a parlarne ai lettori di TdV. Infine, gli esperti della rivista presentano una  selezione di vini di  qualità, divisi per tipologia,  da assaggiare.

Gard

Si comincia dunque con la Vallée du Rhône, nel cui ambito l’area prescelta è quella del Gard e di Vaucluse. Le aziende prescelte sono appunto  sei, la prima delle quali è quella della famiglia Brotte, raffigurata in copertina. L’”ambasciatore” è Philippe Cambie, vulcanico enologo-consulente, già consacrato nel 2000 come miglior enologo dell’anno da Robert Parker, e consulente di una settantina di domaines della Valle del Rodano.

Le bottiglie da assaggiare  sono scelte dalla giornalista Chantal Sarrazin: rossi e bianchi del vignoble di Côtes-du-Rhône Villages- Séguret. Situate ai piedi delle Dentelles di Montmirail, le vigne di questa appellation alternano terroirs di altitudine, pianura e montagna, con suoli di argilla, calcare e safre, offrendo una gamma molto variata di vini di esemplare freschezza e da una fisionomia aromatica molto varia.

La seconda regione tratta è la Provenza, e in particolare il Var, presentata col titolo rassicurante di “Vacanze in famiglia”. Anche in questo caso sono presentati sei Domaines diversi: il primo indirizzo, Château Mentone è  improntato all’ospitalità globale: un antico mulino  trasformato in gite,  varie piccole dimore per famiglie, un ristorante, una vecchia cantina . Quella nuova è di design contemporaneo ed è stata progettata dall’archistar Jean-Michel Wilmotte, che ha curato anche la sala del ristorante.

A presentare la regione questa volta è un’ambascaitrice, Brigitte Bernard, un’istitutrice che ha cambiato vita per condurre un antico Auberge a Meyreul, già relais de poste nel XVI sec.  Dal 1987 è un ristorante che offre piatti tradizionali a base di prodotti locali di stagione, con una carta dei vini di notevole qualità e impegno.

Di seguito Frédérique Hermine, gionalista enoica, presenta la sua selezione di vini del territorio (ovviamente Bandol, ma non soltanto) a base di mourvèdre, il noto vitigno a bacca rossa diffuso in Provenza e nelle altre regioni del Sud della Francia.

Dalla Provenza alla Corsica, con l’obiettivo Sartène, territorio tra mare e montagna nella Corsica meridionale, situato intorno alla città omonima , soprannominata “la più corsa delle città della Corsica”. Anche in questo caso sono presentate sei aziende, una realtà ancora poco conosciuta ma in rapida crescita qualitativa, con autoctoni in primo piano (vermentinu, sciaccarellu , niellucciu e altri).  Ambasciatore di turno è Freddy Faverot, che, dopo aver lavorato in alcune delle più grandi cucine di Francia (Ritz, Le Divellec, George V), si è ritirato in Corsica per creare “Tempi Fa”, un bar à vin-cave-épicerie  a Propriano. Poi, ancora Frédérique Hermine presenta  otto vini 100% sciaccarellu da lei scelti.

Eccoci in Languedoc nel bel terroir di Corbières, nell’Aude. Anche qui sei i Domaines presentati, dallo Château Cicéron  allo Château Gléon. Tocca a Christophe Leparc, cinefilo (ed enofilo), direttore del Festival Cinémed di Montpellier, presentare il territorio . Anne Serres ha scelto una selezione di bolle di una terra conosciuta soprattutto per i suoi rossi: mauzac,chenin blanc, ma anche chardonnay e pinot noir, a rappresentare gli ingredienti principali dei Limoux.

Si chiude con il Roussillon, nei Pirenei orientali, parlando di Couilloure, una volta conosciuta solo per i suoi straordinari Banyuls, ma in cui si producono oggi bianchi e rosé di affascinante freschezza. Anche in questo caso sono presentati sei domaines diversi: da non farsi sfuggire , tra questi, il Clos des Paulilles, probabilmente la più bella proprietà vinicola di Couillure.  L’ambasciatore di questo territorio è questa volta inaspettato: Bruno Mantovani, infatti, è compositore  e direttore d’orchestra, ma anche un edonista innamorato dei vini del Roussillon. Anne Serres presenta in chiusura l’assaggio di sei “pepite” senza solfiti (pepite anche nel prezzo: da 7.50 euro fino a un massimo di 16).

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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