Si fa presto a dire sommelier!9 min read

Siete davanti ad un banco dove si assaggiano vini; c’è un sacco di gente che spinge e i corpi si accostano fastidiosamente. La pressione aumenta ma, prima di toccare il punto critico, ecco che la fila si muove. Ora chi vi stava dietro non si appoggia più, ma anche voi non siete più in imbarazzo verso chi vi precede. Il flusso adesso prosegue regolare, scandito da un ritmo preciso ed intervallato da parole gentili “ Prego signora, ecco il suo vino, mi permetta di servire anche chi sta dietro di lei”.

 

Tutto merito del Sommelier, quella figura che può trasformare la tortura di una lunga coda in una accettabile attesa impiegando i ferri del mestiere: sollecitudine, cortesia e fermezza, eloquio disinvolto e rapidità d’esecuzione. Dunque il “mestiere” come si diceva! Ma se è vero che ciò che conta è la professione, il “gesto atletico” per dirla in altre parole, è altrettanto vero che c’è divisa e divisa. E se è meglio sorvolare sull’origine del nome, poco nobile in verità, non altrettanto lo è sulle sigle che animano il mondo della Sommellerie.

 

Un certo e plausibile senso di orgoglio per la propria bandiera è un tratto comune di questa umanità. E dunque al riguardo è doveroso accendere, se non proprio un faro, almeno un paio di led. Che almeno si sappia chi vi serve il vino.

 

 

A.I.S. (Associazione Italiana Sommelier)

 

Iniziamo dall’Associazione Italiana Sommelier, fondata nel 1965 ed autorizzata con Decreto del Presidente della Repubblica, nel 1973. La chiamano Mamma AIS, perché più o meno tutti ci sono passati e dalle sue costole sono nate quasi tutte le altre associazioni. Conta circa 30.000 associati, cioè persone che hanno frequentato i tre livelli superando l’esame finale e sono in regola con le quote. Difficile calcolare quanti di questi sono effettivamente professionisti, cioè figure che operano “per professione” nel settore vino. Sta di fatto che al momento è l’associazione che di gran lunga ha più adepti, sia perché ha più storia ma anche perché è presente con un rete capillare di delegazioni territoriali le quali organizzano, oltre ai corsi, anche gli eventi tematici, le visite guidate nelle cantine e gli incontri di degustazione. L’attività formativa è svolta da relatori appositamente abilitati da una commissione, la quale revisiona anche il materiale didattico, probabilmente il più completo e approfondito circolante. Edita una rivista trimestrale di cultura enogastronomica “VITAE” ed una guida ai vini d’Italia che porta lo stesso nome e viene distribuita, inclusa nella quota annuale, a tutti gli associati. Il Presidente attuale è Antonello Maietta.

 

 

FIS (Fondazione Italiana Sommelier)

 

Come riportato sul sito ufficiale, l’Associazione Italiana Sommelier Roma si è elevata a Fondazione Italiana Sommelier. Beh, lo sanno tutti che la sezione romana dell’AIS si è staccata per dare vita ad una nuova aggregazione dapprima con la sola sede operativa della capitale cui fanno e faranno seguito altre aperture sul territorio nazionale. All’uopo segnaliamo che da poco si è inaugurata la sede toscana il cui responsabile, Mario Del Debbio, ha da poco rinunciato alla carica di presidente nazionale della FISAR. E’ un’associazione “work in progress” e al momento, a quasi un paio di anni dalla sua nascita, dichiara ufficiosamente di contare su circa 3/4000 associati. Presidente è Franco Ricci e l’attività svolta da FIS ricalca quella di AIS, corsi, degustazioni, servizi di sommellerie ed editoria. In termini di editoria e grandi eventi (Oscar del Vino) il brand più noto è Bibenda, nome della storica rivista di cultura enologica e olearia e della guida ai vini d’Italia.

 

 

FISAR ( Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori)

 

I frequentatori delle presentazioni delle guide Espresso e Slowine li conoscono bene. Sono loro a servire il vino durante questi due affollatissimi eventi. Si distinguono per lo scudetto, più grande di quelli AIS e FIS (simili tra di loro) e a forma di gagliardetto con il tricolore in bella vista. Costituita nel 1972 grazie ad un gruppo di professionisti toscani vanta oggi una nutrita serie di delegazioni territoriali e un numero di associati che sfiora i 10.000. Si diventa sommelier FISAR frequentando uno dei corsi articolato, guarda caso, in tre livelli. In termini di associati è la seconda.

 

 

ASPI (Associazione della sommelerie professionale italiana)

 

Nasce nel 2007 ed ora è presente in 12 regioni d’Italia con proprie delegazioni. Ha una propria rivista, SP Sommelerie Professionale e il presidente è Giuseppe Vaccarini, cofondatore di AIS e per quasi 40anni una delle sue colonne portanti. Le figure professionali ASPI sono le più articolate: si inizia con la figura di Aspirante, comune a tutte le altre associazioni, poi si può diventare Mastro Coppiere dopo aver completato i due livelli del corso. Infine si diventa Sommelier, dopo aver frequentato almeno tre seminari e Mastro Sommelier se hai almeno 15 anni di esperienza nel settore alberghiero o della ristorazione. L’ultimo scalino è quello di Gran Mastro Sommelier ed è riservato ai professionisti che abbiano raggiunto i 65 anni di età.

 

A.I.E.S. (Accademia Internazionale Enogastronomi Sommeliers)

Nasce a Bologna nel 2001, e opera prevalentemente in Emilia Romagna. Naturalmente organizza corsi e al superamento dell’esame del corso di II° livello si diventa Accademico Enogastronomo e ci si può fregiare del calice d’oro. Per diventare invece MAESTRO ENOGASTRONOMO SOMMELIER con diritto a fregiarsi calice d’’oro con rubino bisogna superare l’esame del 3° livello. Ma non è finita qui. Come si sa, gli esami non finiscono mai. Con i Master si può diventare: MAESTRO di CERIMONIA, MAESTRO di CONFERENZA, GRAN MAESTRO SOMMELIER e GRAN MAESTRO D’ONORE.

 

S.E.S. (Scuola Europea Sommelier) pare che operi solo in Campania.

 

A.R.S. (Associazione Romana Sommelier) Beh, avete già capito che l’Urbe è il suo terroir.

 

 

Di certo ce ne saranno altre che al momento però mi sfuggono, non me ne vogliano quindi i loro associati se le ho consegnate all’oblio.

 

Ora che abbiamo chiarito chi è il sommelier in Italia , cioè non solo la persona che vi “toglie dalla fila” al banco d’assaggio, ma anche e siprattutto  colui che, per esempio, vi consiglia quali vini abbinare mentre siete al ristorante, contribuisce a diffondere la cultura del vino tramite una comunicazione appropriata, vi aiuta a cogliere ed ad apprezzare il vino che avete nel bicchiere, vi racconta le storie che stanno dietro e dentro al vino. Dicevo, ora che abbiamo chiarito questi aspetti, ne resta uno, forse il meno visibile e noto al pubblico, ma non per questo meno importante per il sommelier.

 

Questo riguarda l’attività che potremmo definire “concorsistica”,  cioè una gara nella quale i sommelier debbono superare delle prove. In genere riguardano diversi aspetti; l’accoglienza nel locale, la presentazione della carta dei vini, l’abbinamento con i piatti scelti, il servizio di stappatura, poi ci sono altre prove tipo la correzione di una carta dei vini contenenti errori che vanno individuati e corretti.

E infine c’è la parte più spettacolare, quella per il quale il pubblico crede siano nati i sommelier; vale a dire il riconoscimento alla cieca di alcuni vini. Certo, alcune parodie televisive come questa (https://www.youtube.com/watch?v=vSFJc9Nd29I)  hanno preso di mira questo lato che pur essendo il più spettacolare, è senza dubbio quello che meno apprezzereste seduti al tavolo del ristorante.

 

Ma chi partecipa ai concorsi e, soprattutto questi concorsi che laureano il miglior Sommelier d’Italia e/ del mondo, quale Italia e quale parte del mondo sommelieristico riguardano? In definitiva con chi  si confrontano?

 

In Italia AIS ha un concorso annuale di livello nazionale oltre a diversi altri concorsi/master specializzati sui singoli vitigni. FISAR ha il suo concorso nazionale, ASPI idem e probabilmente in futuro anche FIS lo avrà. A questo punto credo balzi agli occhi che non esiste un unico sommelier campione italiano ma come minimo tre o quattro, ognuno per la propria associazione. Forse sarebbe il caso di fare una “superfinale” a cui partecipano i vari vincitori…che ne pensate?

 

Poi ci sono le competizioni internazionali che sono gestite da due associazioni.

 

Una è quella organizzata della W.S.A. , Worldwide Sommelier Association, l’associazione internazionale fondata nel 2009/2010 (e registrata, quindi direi di proprietà) da Franco Ricci e che ha come partner, oltre ovviamente a F.I.S.(fino allo scorso hanno il partner era naturalmente AIS)  associazioni di sommelier di circa 25 paesi nel mondo. Si sono laureati “campioni del mondo” (più precisamente di associazioni di sommelier  iscritte alla WSA di questi stati o regioni) Luca Gardini nel 2010 a Santo Domingo e Luca Martini a Londra nel 2013, quando ancora concorrevano come AIS. A proposito, l’AIS, dopo la separazione da Franco Ricci (FIS) non è più iscritta al WSA e quindi i propri iscritti non possono partecipare né a questo né all’altro concorso di cui parliamo qua sotto.

 

L’altro Concorso di “Miglior Sommelier del Mondo” è organizzata dalla A.S.I. Association de la Sommellerie Internazionale. L’A.S.I. è la più vecchia associazione internazionale(1969) di cui una volta faceva parte anche l’A.I.S. e raggruppa le associazioni di paesi enologicamente molto importanti, quali ad esempio la Francia e la Spagna, assieme a sommelierie di altre 51 nazioni, (tra cui naturalmente anche nazioni con altre sommelierie iscritte alla WSA, vedi l’esempio di ASPI in Italia).

Gli ultimi vincitori del vecchio continente sono stati nel 2013 lo svizzero Paolo Basso e l’inglese Gerard Basset nel 2010. L’Italiano Enrico Bernardo lo vinse nel 2004.

 

E dunque, cari amici, senza nulla togliere al valore di un titolo, all’impegno e alla bravura di chi partecipa e magari vince, un conto è essere il migliore del mondo in assoluto,  un altro è essere il campione dei sommelier di una singola associazione, nazionale o internazionale. Anche qui una finale dei campioni delle due associazioni potrebbe, anno dopo anno, conferire  il titolo di (in questo caso con valenza assoluta)  miglior sommelier del mondo. Che ne pensate?

 

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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