Salento IGT Nativo 2013, Duca Carlo Guarini: la sorpresa della domenica!1 min read

Domenica scorsa, dopo aver trascorso due giorni emotivamente impegnativi e mentre fuori il cielo era grigio come tutto il resto, decido di cucinare salsicce e rapini, che mi sanno di casa e mi ricordano mia nonna: insomma è uno dei piatti “comfort food” come si dice  oggi. Al momento di stappare un vino, sperando anche in un buon  abbinamento, sono andata  in crisi. Non che sia fondamentale la perfezione e non sono integralista ma mi diverte sperimentare e di solito, quando posso, medio tra i miei gusti personali, la mia esperienza di degustatrice e di sommelier, e le nozioni e le regole apprese sui libri e ai corsi.

Ripasso mentalmente il tutto e penso alle varie possibilità,  tra le quali un primitivo del Salento che mi sembrava di avere. Mentre guardo nel mio armadio, ormai diventato leggenda perché certe volte sembra come i pantaloncini di Eta Beta da cui uscivano sempre cose sorprendenti, trovo un vino salentino si, ma Negroamaro e del 2013… biologico: “Mannaggia”, penso, “ormai se ne sarà andato!”

Lo stappo con poca convinzione. Tappo perfetto. Ne verso un po’ nel calice. Rosso granato, al naso frutti rossi molto maturi, marmellata di more, prugne secche, cioccolato. Ritrovo tutto in bocca insieme ad un tannino morbido e vellutato. Piacevolissimo. Abbinamento indovinato.

 Ne ho messo un calice anche nel ragù di carne che stavo cucinando per la cena e, lasciata la bottiglia aperta, la sera ne ho bevuto un calice accompagnando la pasta col ragù appena fatto, e l’abbinamento è risultato  altrettanto azzeccato.

Tiziana Baldassarri

Ho due grandi passioni: il mare ed il vino. La prima mi fa vivere, la seconda gioire. Dopo il diploma di aspirante al comando di navi mercantili ho lavorato nella nautica sia in terra che in mare per poi approdare a scuola, dove sono assistente tecnico mentre dopo il diploma di sommelier ho partecipato attivamente alla vita di FISAR  facendo servizi, curandone i corsi come direttore e ricoprendo cariche istituzionali.

Ma la sublimazione assoluta della passione enologica è arrivata con l’arruolamento nell’esercito di winesurf dove degusto divertendomi  e mi diverto degustando, condividendo sia con gli altri “surfisti” sia con coloro che ci seguono, le onde emozionali del piacere sensoriale.


LEGGI ANCHE