Il nome è curioso. Nasce dalle caratteristiche pietre aguzze , simili ai denti di un cane, che abbondano su questo climat alto fino a 369 metri sul livello del mare, che quasi incombe sul suo dirimpettaio Montrachet. un sito fortemente calcareo, ricco di scheletro, dal suolo assai sottile. Un Premier cru emblematico di St. Aubin, quello che forse ha maggiormente contribuito a destare l’attenzione dei conoscitori verso questa appellazione, schiacciata dai giganti Puligny e Chassagne.
Il vino, pur giovanissimo, è di una splendida annata per i bianchi della Côte de Beaune, la 2022: ha naturalmente una forte impronta minerale, che si rende più evidente nel tempo.
Il bouquet, assai fine di agrumi e fiori bianchi, leggermente muschiato, ha nettissime, evocazioni di ostriche e di salmastro: il perfetto equilibrio tra freschezza acida e larghezza lo rende godibilissimo già ora.
Il Domaine Jean Chartron, tra i più antichi di Puligny-Montrachet, abbandonata la partnership con la Maison Chartron & Trébuchet ha ripreso slancio proponendo, nelle ultime annate, cuvée sempre più coerenti con l’espressione dei territori, tra i quali (oltre a quello di Puligny nel quale possiede splendide parcelle) prendono maggior rilievo le nuove acquisizioni a St. Aubin.
Il prezzo? Circa 80 euro la bottiglia.