I nostri assaggi in Roero sono ormai una sicurezza, sia dal punto di vista organizzativo della degustazione che delle visite in cantina.
A proposito di visite: mai come quest’anno abbiamo apprezzato angoli di Roero sconosciuti e meravigliosi, con vigne che si abbarbicano a colline sormontate da cascine e da chiesette. Panorami che ti fanno venire voglia di continuare a visitarlo per giorni, magari notando che in certe zone si sta arrivando ad una densità di vigneto quasi da Langa.
Questo è un dato che sorprende un po’ e anche se molti angoli del Roero sono ancora a bosco o a seminativo, nella zona di Canale o di Priocca, sicuramente negli ultimi anni si è piantato abbastanza.

Molti di questi vigneti sono di Arneis, che ormai è diventato il vino trainante del territorio tanto da raggiungere i mille ettari vitati e quasi 8 milioni di bottiglie (7.621.467 per la precisione), dieci volte in più del Roero Rosso, tanto per capirsi.
Visto il successo commerciale diversi produttori stanno cercando di far capire che il Roero Arneis è un vino che può invecchiare bene e così, oltre ad essere nata la tipologia Riserva, c’è anche chi si spinge a invecchiamenti che arrivano a 10 anni e oltrte. Invecchiamenti molto ben riusciti tanto che due dei tre Vino Top dei nostri assaggi arrivano da Arneis di 7 e 10 anni.
Questo deve far riflettere perché oramai questo vino si trova di fronte ad un bivio: continuare ad essere un prodotto pronto da bere nell’anno o uscire dopo uno/due anni e nello stesso tempo puntare anche ai lunghi invecchiamenti. Credo che si possano seguire entrambe le strade ma nella seconda bisogna stare attenti all’uso del legno, che se usato male rischia di coprire le caratteristiche del vino, e non per un anno o due ma praticamente per sempre.
C’è da dire che anche in un’annata non facile come la 2024 i Roero Arneis hanno mostrato una discreta dinamicità, una sufficiente pienezza, quella di vini che possono maturare per anni (magari non tutti i 2024) e in certi casi devono farlo perché diversi campioni erano ancora molto chiusi, sia perché “bloccati” dalla solforosa ma soprattutto a causa di strutture e aromaticità che hanno bisogno di tempo per emergere.

Secondo noi quindi, con le competenze enologiche attuali e le vigne che cominciano ad avere un’età giusta, si potrebbe gradualmente spostare la proposta di questo bianco piemontese tra i 2 e i 5 anni dalla vendemmia, senza per questo andare a disturbare legni piccoli o grandi.
Tornando ai nostri assaggi possiamo dire di essere piuttosto soddisfatti: non solo per i tre Vino Top ma per quasi il 70% dei vini che ha raggiunto e superato la soglia degli 80 punti che, lo ripetiamo sempre, per noi rappresenta un buon punteggio perché non siamo abituati a sparare punteggi alti come mortaretti.
In chiusura una curiosità: l’anagramma di Arneis è Sirena e crediamo che molti consumatori, navigando nel non semplice mondo del vino, potrebbero essere colpiti positivamente dal suo canto, senza naturalmente le controindicazioni che la mitologia ci ha fatto conoscere.