Riesling Trarbacher Huhnerberg Spatlese 2012, Martin Müllen: il vino trapezista1 min read

Avete presente un trapezista? Immaginate di camminare in equilibrio su una corda tesa, da un lato il Mar degli Zuccheri e dall’altro l’Oceano dell’ Acidità, e dovete arrivare al palato del consumatore, senza cadere da nessuna parte. In genere i Riesling germanici rientrano in questo schema, caratterizzati da quel miracolo di equilibrio tra due elementi piuttosto banali che sono appunto gli zuccheri e gli acidi. Il Riesling Trarbacher Huhnerberg (traduzione: Il pollo di montagna del paese di Trarbach) Spatlese 2012, da questo punto di vista è come Genesio Amadori il grande trapezista chiantigiano, e cioè un paradigma assoluto.

Martin Müllen produce una marea di etichette da piccole parcelle la più grande delle quali, di due ettari, si trova a sud del bel villaggio di Traben-Trarbach, nella Mittel-Mosel.

Oggigiorno Huhnerberg non è classificato “vigneto eccezionale anche se nelle vecchie mappe di fine ‘800 era censito come vigneto di 1^ classe, eppure Martin ne ricava un vino straordinario.

La dicitura “feinherb”, pur non essendo parte della classificazione, sta ad indicare che si tratta di un vino “semisecco” con residuo al di sotto dei 18 gr/lt.

Questo 2012 è uno Spatlese, cioè vendemmia tardiva; un vino inebriante nei profumi (agrumi, idrocarburi, spezie orientali) e travolgente nei sapori. C’è tutto: il dolce, il piccante, l’amaro, l’acido, lo speziato in un equilibrio che solo i germanici sanno produrre. Difficile abbinarlo alla nostra cucina ma si possono provare sia un Taleggio stagionato, o altri formaggi a crosta lavata che una popolare “cacio e pepe”.

Sul sito del produttore trovate l’annata 2018 a 35 euro.

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


LEGGI ANCHE